Carlo Petrini è gastronomo piemontese conosciuto in tutto il mondo per aver fondato l'associazione Slow Food. Petrini nasce a Bra in Piemonte nel 1949, studia sociologia all'Università di Trento e la sua attività di attivista-gastronomo inizia nel 1980 quando organizza una manifestazione slow food davanti al McDonalds's di Piazza di Spagna a Roma, in contrapposizione al fast food. Il nome nasce proprio da lì, dal volersi schierare contro il sistema dei fast food (cibi veloci) con un sistema più umano e rispettoso della natura detto slow food (cibo lento).
Nel 1983, Petrini fonda assieme all'amico Stefano Bonilli (poi fondatore del Gambero Rosso) un'associazione gastronomica detta Arcigola, l'antesignana di quello che sarebbe poi diventato Slow Food, che nel giro di tre anni riesce a guadagnarsi l'appoggio e il sostegno di 22 mila iscritti.
Oggi Slow Food non è solo un'associazione internazionale no profit, ma anche una rivista, una casa editrice, un movimento vero e proprio con anche finalità politiche (non sono in pochi a sostenere e caldeggiare la candidatura di Petrini a ministro).
Petrini, di vedute comuniste, scrive di gastronomia all'inizio della sua carriera sia per Il Manifesto che per L'Unità, ma durante la sua vita scriverà anche per La Repubblica e per La Stampa.
Nel 2004 ha fondato l'Università degli Studi delle Scienze Gastronomiche (UNISG) a Bra, con lo scopo di colmare il divario tra agricoltura e gastronomia.
Nello stesso anno viene collocato dal Times tra l'elenco delle persone più influenti del pianeta. Anche il Guardian britannico lo premia e lo elegge una delle 50 persone capaci di salvare il pianeta.
Una delle massime più ricorrenti riconducibili a Petrini è il suo motto: "Nutrire il pianeta". Con questa frase, Petrini vuole indicare la strada da percorrere per salvaguardare il pianeta e le sue risorse primarie, specialmente in ambito agricolo. In particolare si schiera contro le multinazionali e lo sfruttamento delle risorse agricole a livello industriale, in favore piuttosto di una agricoltura compatibile e sostenibile.
In particolare Petrini e Slow Food si impegnano nel sensibilizzare le persone verso una maggiore armonia tra gli umani e l'ambiente circostante, una giusta valorizzazione del cibo e delle tradizioni locali, un nuovo concetto di alimentazione che sia "buona, pulita e giusta", un doveroso rispetto per la biodiversità e un'agricoltura equa e sostenibile.
Molti lo hanno criticato e lo criticano per l'apparente (a mio parere evidente) contraddizione che c'è tra l'idea di primuovere un modello di produzione di cibo che si pone l'obiettivo di sfamare il pianeta; e la promozione (sacrosanta) delle eccellenze alimentari, ma rivolte giocoforza ad una elite di persone che non hanno problemi economici, se non addirittura piuttosto abbienti. Petrini vorrebbe farci credere che si può fare l'una e l'altra cosa, e anzi, che promuovendo le eccellenze alimentari si riuscirebbe ANCHE a sfamare il pianeta. La cosa a me pare utopistica, ma lascio a voi l'ardua sentenza.
Durante la sua vita ha scritto tanti libri, tra cui: Buono, pulito e giusto, Voler bene alla Terra, Un'idea di felicità (scritto a quattro mani con Luis Sepulveda, Coltivare Furturo, Terra Madre, Biodiversi, scritto a quattro mani con Stefano Mancuso.
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