Il nuoto è uno sport in cui la tecnica è di gran lunga più importante rispetto a caratteristiche come la resistenza aerobica o il massimo consumo di ossigeno. Capire questo concetto è fondamentale se si vuole imparare a nuotare in modo efficiente, fluido, come chi "ha imparato da bambino": è inutile, a meno di non avere un talento innato per il nuoto, allenarsi con gli stessi metodi del ciclismo o della corsa, sport in cui la componente tecnica è molto meno importante. Dal libro "Mondo nuoto" di Bissig, Amos et al: "Se il nostro obiettivo finale è nuotare velocemente, allora dobbiamo dare la priorità alla tecnica e allenare contemporaneamente la condizione fisica necessaria ad applicarla. Ne consegue che non vi può essere allenamento della condizione fisica senza tecnica, né tecnica senza condizione fisica".
In questo articolo prenderemo in considerazione quegli aspetti che esulano dalle specificità dei singoli stili, perché, come vedremo, esistono delle caratteristiche che ogni bravo nuotatore ha e che utilizza in tutti gli stili per essere efficiente e veloce. L'articolo non vuole essere tecnico (esistono tanti libri che affrontano in modo approfondito l'argomento), ma semplicemente mostrare quali sono le fondamenta di tutti gli stili, gli aspetti sui quali concentrarsi per evitare di cadere ben presto in quello che moltissimi nuotatori sperimentano, cioè lo stallo della prestazione, a prescindere dagli sforzi profusi in piscina. E soprattutto, cercare di convincere che è inutile fare tanti km, se non si ha sempre bene in mente che l'allenamento è mirato soprattutto al miglioramento della tecnica.
Tali caratteristiche sono:
Ovviamente queste non sono che le caratteristiche di base che deve avere un buon nuotatore: non sto prendendo in considerazione alcuni aspetti molto importanti, prima fra tutte la propulsione (il famigerato "gomito alto", la "fase di appoggio", ecc). Non lo faccio appositamente, perché troppo spesso si tenta di insegnare movimenti molto evoluti che il nuotatore non può eseguire perché gli mancano le basi per poterle eseguire. Per questo mi sono innamorato del metodo Total Immersion: non perché sia particolarmente rivoluzionario, ma perché offre un percorso adatto a tutti per imparare una tecnica di nuotata evoluta, cosa che non ho riscontrato in nessun altro istruttore di nuoto.
Chi non è particolarmente bravo a nuotare si trova spesso nella condizione di lottare contro la sensazione di affondare. I bravi nuotatori, invece, sembrano poter galleggiare senza grandi sforzi, in modo quasi naturale. Questa capacità, che viene spesso chiamata "acquaticità", si sviluppa molto facilmente da bambini, ed è per questo che i nuotatori che hanno fatto agonismo da piccoli sembrano avercela innata. Senza possedere questa capacità di galleggiamento, non è possibile andare oltre un certo livello tecnico, perché durante la nuotata si spreca una buona parte dell'energia per galleggiare, energia che dovrebbe invece essere dedicata alla propulsione. La posizione della testa è fondamentale per il galleggiamento e non a caso, la maggior parte dei nuotatori (anche di livello medio-alto) tiene la testa in posizione errata.
Ora, la domanda nasce spontanea: la capacità di galleggiamento si può imparare? Senz'altro, ma di certo non nuotando come si è sempre fatto! Occorre praticare degli esercizi specifici per apprendere che il corpo, se si impara ad assumere delle posizioni corrette durante la nuotata, galleggia praticamente da solo.
Dunque: non si impara a galleggiare facendo km e km di estenuanti allenamenti.
Un corpo che si muove nell'acqua oppone una certa resistenza che dipende dalla sua superficie frontale e dalla sua lunghezza. Minore è la superficie frontale, e maggiore è la lunghezza, e minore sarà la resistenza che l'acqua oppone all'avanzamento del nuotatore. La posizione del nuotatore durante le varie fasi della nuotata è fondamentale perché l'acqua oppone una resistenza enorme e anche piccole variazioni di assetto comportano una grande differenza nella velocità di avanzamento. Sebbene i vari stili siano molto diversi tra loro, la posizione del corpo durante la nuotata, e soprattutto alcuni aspetti come la posizione della testa e del bacino, sono molto simili. È anche per questo motivo che, migliorando la propria tecnica in uno stile, spesso si ottiene un miglioramento anche negli altri stili.
La posizione del corpo in acqua si migliora, anche in questo caso, capendo innanzitutto quali sono le posizioni corrette da assumere nelle varie fasi della nuotata, e poi eseguendo gli esercizi per assumere queste posizioni in modo intuitivo durante la nuotata.
Di certo, facendo km e km di estenuanti allenamenti non si migliora la posizione del corpo in acqua.
Osservando distrattamente un nuotatore, si potrebbe pensare che nel nuoto la propulsione sia determinata dalla forza delle braccia (che "tirano") e delle gambe (che "spingono"). In realtà, osservando meglio, si nota che il movimento di braccia e gambe è coordinato: gambe e braccia non si muovono in modo indipendente, ma la loro azione è sincronizzata in modo molto preciso. Questo aspetto è banale osservarlo nello stile a rana e a delfino, più difficile vederlo a dorso e a stile libero, ma anche in questo caso la coordinazione è fondamentale. D'altronde, il fatto che la forza delle braccia e delle gambe non sia determinante, lo si nota osservando i fisici dei nuotatori d'elite, che hanno braccia e gambe di certo non da body builder, sciatori o canottieri.
La coordinazione nella nuotata a stile libero.
Una certa coordinazione dei movimenti è necessaria per nuotare e quindi tutti i nuotatori, anche quelli scarsi, la possiedono. Ma la differenza nella coordinazione dei movimenti in un nuotatore mediocre e in un nuotatore di buon livello è enorme, e la cosa si ripercuote (oltre che sulla velocità) sulla grazia e l'eleganza della nuotata di un nuotatore esperto, rispetto alla scompostezza e alla rozzezza della nuotata di un principiante.
La coordinazione dei movimenti si può imparare? Senz'altro, ma prima bisogna capire cosa significa coordinare i movimenti nei vari stili, e in secondo luogo, eseguire esercizi mirati che consentono di apprendere la giusta coordinazione, e piano piano riportarli nella nuotata completa.
Anche in questo caso: non si impara la giusta coordinazione dei movimenti facendo km e km di estenuanti allenamenti.
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