La campagna denigratoria sull'olio di palma, iniziata nel 2015, ha avuto un notevole successo, anche se, come abbiamo visto in in questo articolo, le basi scientifiche sulle quali si basa questa battaglia sono piuttosto deboli e le motivazioni, abbastanza incoerenti. Nel 2016, tuttavia, le cose sono leggermente cambiate, a favore dei detrattori dell'olio di palma, che oggi a gran voce tuonano che si tratta di un alimento cancerogeno. In questo articolo cerchiamo di chiarire quanto ci sia di vero in questa affermazione.
Nel mese di Marzo del 2016 l'EFSA ha pubblicato uno studio sulla presenza, in tanti cibi ma in particolar modo negli oli raffinati, di alcune sostanze derivate del glicerolo, i glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e 2-monocloropropandiolo (2-MCPD). Questi esteri sono precursori del glicidolo, una molecola irritante che è inserita dall'IARC nelle sostanze probabilmente cancerogene (gruppo 2A).
Il 3 Maggio 2016 sul sito dell'AIRC è stato pubblicato questo articolo, dove si mette in guardia sui pericoli riguardanti il consumo di oli vegetali raffinati, e i prodotti che li contengono. Purtroppo l'articolo contiene una grave imprecisione, perché mette il gicidiolo nella stessa categoria dell'alcol e delle aflatossine (che in realtà sono nel gruppo 1 ovvero sicuramente cancerogeni, mentre il gicidiolo è nel gruppo 2A), speriamo che lo modifichino al più presto (da loro francamente non me lo aspettavo). Si suppone che i GE contenuti nei cibi possano trasformarsi, in toto o in parte, in glicidiolo, e quindi esplicare la probabile azione cancerogena. La dose ammissibile giornaliera è stata determinata solo per una delle sostanze, il 3-MCPD, mentre per il 2-MCPD non esistono ancora informazioni sufficienti per poter determinare un livello di esposizione tollerabile. Questo significa che stiamo parlando di sostanze la cui dannosità è tutta da verificare, nei prossimi anni, quando verranno effettuati studi più approfonditi. Di sostanze cancerogene nell'ambiente ce ne sono a bizzeffe, e sto parlando di sostanze veramente cancerogene (gruppo 1), la cui genotossicità è stata ampiamente dimostrata (per esempio i raggi solari e l'alcol), la vera discriminante è la dose ammissibile di esposizione a queste sostanze. Per i GE, invece, si parla ancora di PROBABILE genotossicità.
Quindi la notizia è la seguente: nel processo di raffinazione degli oli vegetali vengono prodotte sostanze che, PROBABILMENTE, sono cancerogene. In TUTTI gli oli vegetali. E quindi il nostro consiglio di limitare al massimo questo tipo di oli, preferendo quelli estratti meccanicamente, si conferma essere oltremodo corretto. Sotto accusa, lo ribadisco, è il processo di estrazione degli oli per raffinazione.
Per quanto riguarda il palma, ed è questa la novità, contiene una quantità di GE mediamente cinque volte superiore rispetto agli altri oli. E per questo il suo consumo sarebbe (qualora fosse confermato che i GE sono cancerogeni per l'uomo, e non solo per i topi o in vitro) oggettivamente più rischioso, rispetto al consumo di altri oli vegetali. Non so se è chiaro: l'alcol, che nessuno si sognerebbe mai di mettere al bando, è sicuramente cancerogeno a qualunque dose. Qui stiamo parlando di una sostanza che è probabilmente cancerogena, e non si sa ancora a quale dose. Bandire l'olio di palma per questo motivo è assurdo, è una cosa che razionalmente e scientificamente non sta in piedi. Purtroppo i detrattori dell'olio di palma (Il Fatto Alimentare in primis), che stanno cavalcando il successo mediatico dell'iniziativa, stanno continuando a parlare di sostanze sicuramente cancerogene, affermando una cosa palesemente falsa, perché le sostanze presenti nella categoria 2A non sono sicuramente cancerogene per l'uomo. Alcune di queste sostanze, come è successo da poco per la caffeina (!), vengono "declassate" alla categoria 3 quando la ricerca scopre che non sono cancerogene. Altre passano nella categoria 1, quando si scopre che lo sono. Ma attualmente dire che i derivati del glicidiolo sono cancerogeni, oltre che antiscientifico, è da irresponsabili.
Tuttavia, da oggi la nostra posizione cambia, nel senso che possiamo dire che effettivamente l'olio di palma presenta un punto a svafore rispetto agli altri oli vegetali, e quindi sostituendo l'olio di palma con quello di girasole si ottiene, probabilmente, un vantaggio reale. Almeno fino a quando i produttori di olio di palma non riusciranno ad abbassare ulteriormente la quantità di GE. Ferrero, per esempio, sta già utilizzando (di sicuro nella Nutella) l'olio di palma super mitigato, che sfrutta un processo di produzione che limita fortemente la produzione di GE, arrivando addirittura a livelli inferiori rispetto agli altri oli raffinati.
Perché anche gli altri oli, e soprattutto l'olio di girasole, contengono GE, e per quanto riguarda 2-MCPD non si conosce ancora un livello di sicurezza. Quindi il consiglio di sostituire l'olio di palma con quello di girasole equivale a consigliare di consumare un prodotto che contiene una sostanza forse cancerogena, con un prodotto che ne contiene meno, quando sul mercato esistono prodotti che ne contengono in quantità infinitesimale (come il burro e l'olio extravergine). Tra l'altro, come si evince dall'articolo completo (pagine 125 e 126), l'olio di girasole (che sostituirà l'olio di palma nella stragrande maggioranza dei prodotti) è in seconda posizione, per quanto riguarda il contenuto di GE, dopo l'olio di palma (certo, molto distaccato, si parla di circa 1/5, come quantità).
Riassumendo, oggi i paladini della lotta contro l'olio di palma cantano vittoria, grazie all'allerta dell'EFSA, intestandosi una vittoria che non è loro: come ho ampiamente illustrato in questo articolo, fino a ieri le loro motivazioni erano risibili, e solo oggi, dopo l'allerta dell'EFSA, possono contare su una motivazione più forte, perché almeno un motivo serio per dire che l'olio di palma è peggio degli altri ce l'hanno. Ma attenzione, ribadisco: TUTTI gli oli vegetali raffinati contengono i GE, e come concentrazione l'olio di girasole è al secondo posto dopo l'olio di palma, quindi fa un po' ridere vedere i detrattori dell'olio di palma cantare vittoria e decretare come "sani e genuini" prodotti che contengono l'olio di girasole!
E qui davvero concludo, la cosa grave di questa storia è il fatto che si stanno sdoganando come "sani e genuini" prodotti industriali di qualità più che discutibile, che genuini non lo sono di sicuro: un biscotto genuino è fatto col burro, non con l'olio di girasole raffinato! Un grissino genuino è fatto con l'olio extravergine di oliva, non con l'olio di girasole raffinato!
Vedremo come si evolverà la faccenda, dal mio punto di vista sempre da osservatore esterno, in quanto, mi preme ribadirlo, è dal 2003 che consiglio di evitare gli oli raffinati per quanto possibile, considerandoli alla stregua di ingredienti tollerabili, ma da evitare se possibile. Oggi scopro solo di avere una ragione in più per farlo. Ma questo non è ancora sufficiente per farmi dire che l'olio di palma andrebbe bandito.
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