L'olio di palma è un olio vegetale ricavato dal mesocarpo (la polpa) del frutto della palma da olio (Elaeis guineensis, Elaeis oleifera e Attalea Maripa).
Per conoscere tutte le sue caratteristiche rimando all'articolo sull'olio di palma.
In questo articolo voglio concentrarmi sulla campagna contro l'olio di palma che ha portato ormai la maggior parte delle persone a ritenere questo ingrediente il nuovo killer della tavola. Una campagna che ha sfruttato la "potenza" della rete e dei social per convincere milioni di persone di una cosa sbagliata: accontentarsi di chiedere se un prodotto sia privo di olio di palma. Scopriamo perché rispondendo alle seguenti domande.
La campagna denigratoria sull'olio di palma è esplosa nel 2015: servizi sulle reti nazionali (Report su Rai3); campagne su Change.org; messaggi virali su Facebook; articoli su siti di alimentazione, anche piuttosto popolari e che (fino a quel momento) ritenevo abbastanza affidabili (sto parlando de "Il Fatto Alimentare"). Fatto sta che questa campagna sta avendo abbastanza successo (ha fatto muovere anche il Malaysian Palm Oil Council che ha scritto un articolo sul suo sito), e moltissime aziende, anche famose come Barilla, hanno sustituito l'olio di palma e stanno già utilizzando il claim "senza olio di palma". Anche Coop ha dichiarato il suo obiettivo di eliminare l'olio di palma nei suoi prodotti a marchio. L'unica grande azienda che ancora resiste è Ferrero, che ha dichiarato di non cedere al ricatto dei detrattori dell'olio di palma e continua ad usarlo nei suoi prodotti.
La nostra posizione è estremamente chiara, e non da ieri: da quando è nato il sito (nel 2003!) denunciamo l'utilizzo massivo degli oli estratti per raffinazione o per idrogenazione.
La nostra posizione sui grassi idrogenati la trovate qui ed è molto semplice: vanno evitati senza se e senza ma, punto. E il perché è molto semplice: secondo alcune autorità sanitarie internazionali la quota tollerabile di grassi idrogenati è ZERO. Cioè possiamo dire che i grassi idrogenati fanno male? Si, lo possiamo dire e senza alcun dubbio, e quindi consigliare di NON assumerli, è sensato. I grassi idrogenati sono stati praticamente messi al bando grazie al fatto che moltissime persone, anche grazie alla rete, con un processo simile a quello che si è verificato con l'olio di palma, ma molto più lento, perché nei primi anni 2000 molta meno gente era su internet e non esistevano i social, si sono informate e hanno iniziato a preferire prodotti senza questo ingrediente.
E gli altri oli vegetali raffinati? Sul fatto che siano tollerabili, ma che sia molto meglio scegliere prodotti di qualità più alta, fatti con grassi genuini (olio extravergine, burro ed eventualmente anche strutto, che è raffinato ma almeno non è estratto con solventi), non ci piove: lo diciamo da più di 10 anni. Tuttavia, non ci sentiamo di sostenere la causa di chi vorrebbe mettere al bando l'olio di palma. Perché?
Innanzitutto perché le loro motivazioni sono, come minimo, scientificamente molto deboli. Fare propaganda utilizzando informazioni totalmente o parzialmente scorrette magari sarà anche efficace, ma produce gente disinformata. E la gente disinformata non è in grado di scegliere consapevolmente, creando un danno a tutta la società.
In secondo luogo, i detrattori dell'olio di palma non dovrebbero limitarsi ad esultare quando un'azienda lo elimina, ma dovrebbero anche verificare con cosa quell'azienda lo sta sostituendo. Se la sostituzione produce vantaggi nulli o irrisori, l'unico risultato che si ottiene è quello di aver illuso tutti di aver vinto una battaglia, che però non ha portato alcun vantaggio. Rendiamoci conto che la stragrande maggioranza delle persone oggi non chiede con quale grasso è fatto il tal prodotto, oppure non chiede che quel prodotto contenga solo burro o olio extravergine... Gli basta che non contenga olio di palma. Stiamo sdoganando come "di qualità" biscotti e merendine prodotte con olio di girasole raffinato! E tutto questo grazie alla campagna contro l'olio di palma. Come vedremo in seguito, invece, i due prodotti (con olio di palma o senza) sono equivalenti dal punto di vista qualitativo e salutistico.
L'uso massivo dell'olio di palma nei prodotti alimentari ha causato una grande espansione delle terre dedicate alla coltivazione della palma da olio, che ha portato alla distruzione di molte foreste soprattutto in Indonesia, mettendo a rischio la sopravvivenza degli oranghi che vivono in quelle zone.
Per questo motivo nel 2004 è nata la Tavola Rotonda sull'Olio di Palma Sostenibile (Roundtable on Sustainable Palm Oil, RSPO), una organizzazione il cui scopo era quello di limitare i danni delle monocolture di palma da olio. Nel 1992 il governo della Malesia, uno dei maggiori produttori di olio di palma, si è impegnato a limitare l'espansione delle piantagioni di palma da olio, garantendo di mantenere l'estensione delle foreste ad almeno il 50% della superficie nazionale. Nel 2013 il 15% dell'olio di palma in commercio proveniva da piantagioni sostenibili.
Sulle motivazioni "ecologiche" ammetto di non essere esperto, tuttavia è un fatto che la terra necessaria per produrre un litro di olio di palma sia inferiore (e di molto) a quella necessaria a qualunque altro olio vegetale che potrebbe sostituirlo. Quindi la messa al bando dell'olio di palma magari salverebbe la foresta del Borneo, ma distruggerebbe qualche altro ambiente naturale in giro per il mondo. La domanda mondiale di olio è in costante e rilevante crescita e lo sarà anche nei prossimi 30 anni. La palma da olio ha una resa per ettaro molto maggiore rispetto a tutte le alternative (girasole, soia, colza). A tal proposito consiglio la visione del video Vegetable oil paradox.
Ai detrattori dell'olio di palma dico: se volete essere credibili, dovete proporre un'alternativa e, NUMERI ALLA MANO, dovete convincermi che la sostituzione, parziale o totale (sempre proponendo dati numerici, e non astratti), sarebbe sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.
La Pianura Padana un tempo era piena di foreste: oggi l'abbiamo ridotta ad uno dei luoghi più inquinati del pianeta, e anche al fatto di averla trasformata in questo modo dobbiamo il nostro benessere. Solo a noi è concesso di distruggere il nostro ecosistema per arricchirci? Gli indonesiani faranno lo stesso con la loro terra: se non venderanno più olio di palma, coltiveranno altro, e la deforestazione non cesserà. Oppure continueranno a vendere olio di palma a paesi (come la Cina e l'India) che ne richiedono sempre più e ai quali importa veramente poco di come viene prodotto. Se invece di metterlo al bando pretendessimo una maggior attenzione all'ambiente sarebbe probabilmente meglio per la tutela degli oranghi indonesiani.
Le motivazioni salutistiche sono molto deboli (da Maggio 2016 lo sono un pochino meno, vedi articolo "l'olio di palma è cancerogeno"?), perché si basano sostanzialmente sul fatto che l'olio di palma contiene molti grassi saturi a catena lunga e dato che questi grassi sono dannosi per il cuore allora l'olio di palma fa male e va bandito. Ora, questa cosa è semplicemente falsa per almeno due motivi.
Primo, il fatto che un eccesso di grassi saturi sia dannoso per le arterie è messo in discussione dalle ultime ricerche scientifiche. Ne abbiamo parlato nell'articolo sui grassi saturi. Per chi non avesse voglia di leggerlo, riassumo la conclusione: è ormai dimostrato che sostituire l'olio di palma con un olio contenente grassi "migliori" (più insaturi) non comporta alcun vantaggio per la salute.
Secondo, anche ammettendo che i grassi saturi siano dannosi, lo sono solo se si supera il 10% delle calorie giornaliere (come dicono le linee guida internazionali per un'alimentazione sana). Quindi, COME OGNI ALTRO INGREDIENTE, l'olio di palma farebbe bene o male a seconda della quantità assunta. I detrattori dell'olio di palma a questo punto obiettano: "ma l'olio di palma è ovunque". Cioè secondo loro basterebbe mangiare un quantitativo normale dei cibi che contengono l'olio di palma per sforare facilmente il 10% previsto dalle linee guida, per quanto riguarda i grassi saturi. Questa affermazione è parzialmente vera.
L'olio di palma è contenuto nei prodotti industriali, in special modo in quelli da forno. Biscotti, crackers, prodotti dolciari confezionati (merendine, cornetti, ecc) sono i prodotti più a rischio, dove si può scommettere, vincendo con una probabilità del 90%, di trovare tra gli ingredienti l'olio di palma. Ora, ponetevi questa semplice domanda: prodotti come questi, notoriamente ricchi di grassi e calorie, possono essere inseriti in quantità non minimali in una sana alimentazione, finalizzata al mantenimento del peso forma?
Se rispondete si, la vostra coscienza alimentare è piuttosto scarsa.
Se rispondete no, significa che seguite una sana alimentazione e sapete benissimo che quei 4 biscotti che magari vi concedete al mattino, o il gelato confezionato (o la merendina) che vi concedete ogni tanto, non vi uccideranno perché contengono olio di palma o burro. E sapete benissimo che se iniziate a mangiare biscotti a colazione, grissini a pranzo, merendine negli spuntini difficilmente sarete in grado di rimanere in peso forma... E quindi la vostra alimentazione sarebbe scorretta a prescindere dall'olio utilizzato nei prodotti che consumate!
Anche perché se idealmente sostituissimo l'olio di palma con dei grassi genuini dovremmo sostituirlo col burro nei prodotti dolciari, e con l'olio extravergine nei prodotti salati. C'è un problema però: il burro "fa male" come l'olio di palma perché contiene la stessa quantità di grassi saturi, mentre si otterrebbe un "vantaggio" (parziale: anche l'olio di oliva contiene grassi saturi, e nemmeno pochi, 16%!) solo quando viene sostituito con l'olio extravergine. E se è vero che l'olio di palma contiene grassi saturi più aterogeni del burro (a catena lunga, contro quelli a catena media del burro), è vero anche che il burro contiene colesterolo e l'olio di palma no, e l'olio di palma contiene il 12% di grassi polinsaturi contro poco più del 2% del burro! Fermo restando che, se le ricerche affermano che l'olio di palma non ha effetti diversi dagli altri oli sulla salute delle arterie, il caso è comunque chiuso!
A questo punto i detrattori dell'olio di palma potrebbero obiettare sostenendo che la sostituzione dell'olio di palma avverrebbe a favore di un olio ricco di grassi insaturi, come l'olio di girasole. A parte il fatto che questo non è sempre vero, come dimostrato da questo studio, anche l'olio di girasole è ottenuto per raffinazione, esattamente come il pessimo olio di palma! Facendo cadere un'altra delle motivazioni dei detrattori dell'olio di palma: il fatto che sia un grasso "chimico" (termine usato dagli ignoranti in materia), ovvero estratto per raffinazione. Noi promuoviamo l'uso di grassi genuini (ottenuti per estrazione meccanica) da quando è nato il sito, e pensiamo che l'olio di palma sia da evitare soprattutto per questo (ma non perché "fa male", ma perché cerchiamo di promuovere il consumo di cibi di qualità, nelle giuste quantità). Il fatto che alcuni detrattori dell'olio di palma suggeriscano di sostituire questo grasso raffinato con un altro grasso raffinato è quantomeno comico! Il cui unico vantaggio sarebbe quello di contenere grassi insaturi invece dei grassi saturi dell'olio di palma... Vantaggio che, come abbiamo visto sopra, non comporta alcun beneficio per la salute (quindi non è un vantaggio).
Ai detrattori dell'olio di palma chiedo: che vantaggio avrebbe, sempre numeri alla mano, un soggetto che sostituisse tutti i prodotti fatti con olio di palma con altri fatti con olio di girasole? Ovvero, che diminuisse la quota di grassi saturi a favore di quelli monoinsaturi? Le ultime ricerche serie dimostrano che non avrebbe nessun vantaggio in termini di salute. In base a quali ricerche affermate il contrario?
Alcuni si chiederanno perché noi, che da sempre consigliamo di evitare i prodotti che contengono olio di palma (Nutella in primis), puntando su standard qualitativi più elevati, non ci uniamo alla campagna contro l'olio di palma.
Il motivo principale è quello che non vogliamo unirci ad una campagna che si basa su argomentazioni molto poco solide dal punto di vista scientifico (per usare un eufemismo). Alcuni dei più accaniti detrattori dell'olio di palma (quelli de "Il Fatto Alimentare") sono addirittura arrivati ad utilizzare impropriamente studi scientifici che dimostravano l'infondatezza delle proprie tesi, suscitando le ire degli autori degli studi che li hanno costretti a pubblicare una smentita!
Dicono che l'olio di palma fa male perché raffinato e poi consigliano di sostituirlo con altri oli raffinati.
Esultano per la sostituzione dimenticando di dirci che in molti casi i grassi saturi sono rimasti uguali, o addirittura aumentati.
Dicono che l'olio di palma fa male perché contiene grassi saturi, ma non fanno campagne altrettanto aggressive contro il burro, lo strutto, il grasso della carne, i salumi della tradizione italiana... Cibi che contengono grassi saturi in quantità paragonabile.
L'olio di palma non fa male, nessun nutrizionista serio lo affermerebbe. Il consumo in eccesso fa male, ma questo vale per qualunque cibo (anche per l'acqua).
Dicono che l'olio di palma crea danni enormi all'ambiente, ma si scordano di dire che questo tipo di olio è il migliore come rapporto tra produzione ed ettari coltivati. E qui concludo spendendo due parole riguardo quello che a mio parere è il vero nocciolo della questione. Il fatto è che se tutti, domani, iniziassimo a consumare SOLO prodotti fatti con olio extravergine e burro, siamo sicuri che questi prodotti sarebbero sufficienti per tutti? Vi immaginate quante mucche occorrerebbe allevare per soddisfare la richiesta di burro che verrebbe a crearsi? Altro che foresta del Borneo... Qui verremmo tutti seppelliti da montagne di letame! Per fare un esempio, portare il consumo di burro in Italia ai livelli della Francia (che pure consuma anche molto olio di palma) significherebbe triplicare il consumo!
Un esempio per capire ancora meglio di cosa sto parlando: Ferrero acquista ogni anno il 25% della produzione mondiale di nocciole per i suoi prodotti, e la maggior parte di queste nocciole va ovviamente a finire nella Nutella. Per eliminare l'olio di palma dalla Nutella occorrerebbe quasi triplicarne il contenuto portandolo dal 13 al 45%, che è la percentuale di nocciole contenute in una crema spalmabile di qualità, come quella di Novi (priva di olio di palma o di altri oli raffinati). Per fare questo, Ferrero dovrebbe quindi acquistare circa i 2/3 della produzione mondiale di nocciole, cosa ovviamente assurda che metterebbe in crisi tutto il mercato. In altre parole: non esistono abbastanza nocciole al mondo per garantire il consumo attuale di crema spalmabile alle nocciole (se le volessimo tutte genuine).
Il problema, quindi, è che LA GENTE MANGIA TROPPO. È triste ammetterlo, ma NON C'È ABBASTANZA CIBO DI ALTA QUALITÀ PER TUTTI.
Se tutti fossimo in peso forma, il consumo di cibo nei paesi industrializzati calerebbe almeno del 25% e allora, forse, quasi tutto diventerebbe sostenibile. Forse potremmo tutti permetterci di mangiare creme spalmabili alle nocciole di alta qualità, prodotti di pasticceria fatti con solo burro, ecc. È di questo che bisogna parlare: mettere al bando l'olio di palma, al contrario, molto probabilmente non porterebbe (e non porterà) alcun vantaggio alla società, perché il problema è sempre quello: con cosa lo sostituiamo? I detrattori dell'olio di palma stanno proponendo liste di prodotti senza olio di palma mettendo sullo stesso piano prodotti industriali di qualità pessima, fatti con olio raffinati e aromi artificiali; e prodotti artigianali di alta qualità fatti con soli grassi genuini e aromi naturali! Vi rendete conto del danno che stanno facendo, che confusione che stanno creando nella gente?
Come accennato in precedenza, da Maggio 2016 i detrattori dell'olio di palma hanno una motivazione in più, forse l'unica degna di nota: l'olio di palma è cancerogeno?
il vero segreto per raggiungere i propri obiettivi di forma fisica non si trova soltanto in palestra, ma anche in cucina.
Scegliere la farina migliore per fare la pasta fresca è molto importante. Quali sono le soluzioni ideali? Ecco qualche consiglio in più.
Le fibre sono sostanze che non apportano (o quasi) calorie, ma sono molto importanti. Scopriamo quali sono gli alimenti più ricchi di fibre alimentari.
Lo sviluppo della tecnologia e l'esperienza fatta durante il periodo di lockdown, ha stravolto anche il modo di acquistare prodotti alimentari.
L'arrivo dell'estate porta con sé una serie di cambiamenti e aspettative. Tra questi, la cosiddetta "prova costume" è uno dei momenti più temuti da molte persone.
La pianificazione della spesa, l’attenzione alle etichette nutrizionali e la scelta di prodotti freschi e non trasformati sono elementi chiave per una dieta equilibrata.
L’alimentazione che ti migliora la vita: perché leggere The Open Ring
Il digiuno: benefici, storia e evoluzione
Se sei già registrato, clicca qui per accedere ai servizi gratuiti:
Altrimenti, clicca qui per registrarti gratuitamente.
Olio di palma bifrazionato - Utilizzo - Punto di fumo
Olio di semi - Oli vegetali - Girasole soia lino mais colza sesamo
Olio di semi contro olio di oliva
CORSA O PALESTRA PER DIMAGRIRE?
BRUCIA 500 kcal in 30 MINUTI? BALLE!
Qualità delle proteine
Grana Padano o Parmigiano-Reggiano?