Il pesce spada è una specie pelagica che compie grandi migrazioni in mare aperto; è diffuso in tutti i mari temperato-caldi, in tutto il Mediterraneo, l'Adriatico e il Mar Nero.
In Italia il pesce spada è diffuso in Sicilia, in Calabria e nello Stretto di Messina, zone che costituiscono anche le principali aree di riproduzione.
Spesso nuota vicino alla superficie e compie frequenti balzi fuori dall’acqua, ma può raggiungere gli 800 metri di profondità.
Il pesce spada può raggiungere i 4,5 m di lunghezza e i 500 Kg di peso, tuttavia nei nostri mari raggiunge al massimo i 3 m di lunghezza (esclusa la spada) e un peso di 350 Kg, mediamente gli esemplari catturati vanno da 120 a 180 cm.
Il prolungamento della mascella superiore che dà il nome al pesce spada è lunga circa 1/3 della lunghezza totale del pesce. Ha bordi taglienti e viene usata come ama di difesa, nonché come mezzo per procacciarsi il cibo.
Il pesce spada è un pesce solitario che si trova di rado in coppia o in piccoli gruppi); la colorazione è grigio-ardesia o bruno-violaceo sul dorso, i fianchi sono argentati con riflessi bronzei, il ventre è bianco sporco. Caratteristica è la pinna caudale a mezzaluna, molto robusta ed adatta al nuoto veloce.
Il suo carattere è fiero e aggressivo e leggende popolari narrano anche di attacchi ad imbarcazioni.
Il pesce spada compie grandi migrazioni e si avvicina alla costa durante il periodo riproduttivo, che nel Mediterraneo ha luogo in estate. Si nutre soprattutto di cefalopodi e pesci.
La pesca del pesce spada è praticata in diversi modi: con la fiocina o arpione (su apposite imbarcazioni dette "feluche"), con i palangari derivanti, con reti a circuizione. Abbocca anche a lenze trainate, per questo è preda ambita dai pescatori sportivi.
La pesca con l’arpione avviene tramite avvistamento e inseguimento: con questo metodo si opera una pesca selettiva, poiché è possibile scegliere di catturare animali solo adulti, ma ormai l'utilizzo di questo attrezzo è in disusi, legato pelopiù alla tradizione.
La pesca con la rete viene effettuata di notte. Tale rete, detta palamitara, è esclusiva per tonno e pesce spada: robusta, lunga 600 - 800 metri, alta 16 metri, con maglie di circa 17 cm di lato, è sostenuta in superficie da un cavo con galleggianti e zavorrata con piombi; i due estremi del cavo sono collegati ognuno ad un grosso galleggiante, ciascuno dei quali regge una campana.
Quando il pesce spada incappa nelle rete rimane ammagliato e, dimenandosi, fa suonare la campana che avverte i pescatori della cattura.
Il periodo di pesca va da maggio a ottobre, quando il pesce spada si avvicina alla costa. In questo periodo il pesce spada si trova più facilmente sui mercati e la qualità è in genere migliore.
La pesca è attiva in tutto il Mediterraneo: e spesso i pescatori si spostano fino a Cipro o alle Baleari, in questo caso conservano il pesce in celle frigorifere per alcuni giorni.
Il pesce spada è considerato un pesce mediamente grasso (contiene in media il 4% di grasso), il filetto, alla pari di quello del tonno, è molto magro mentre le parti grasse si concentrano nella pancia: il pesce spada, dunque, non può essere considerato una buona fonte di omega 3 a meno di non scegliere le parti grasse, peraltro difficili da reperire. Viene commercializzato soprattutto fresco, venduto a tranci; la carne è bianca, soda e dal sapore delicato, priva di lische e spine.
Il pesce spada, vivendo a lungo ed essendo in cima alla catena alimentare, può accumulare nei muscoli sostanze tossiche come il mercurio, tuttavia un consumo sporadico non può causare problemi anche perché la concentrazione di mercurio è soggetta a limiti di legge.
Il pesce spada può essere confuso con l'aguglia imperiale (Tetrapturus belone), che ha caratteristiche diverse, ma ha carni altrettanto pregiate. L'aguglia ha una spada cilindrica, il pesce spada piatta.
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