Durante la primavera del 2003 il ministero della salute ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione a favore di una attenzione maggiore della popolazione riguardo all'alimentazione. All'inizio eravamo soddisfatti: qualcosa, pensavamo, sta cambiando.
In realtà analizzando i messaggi che venivano proposti, siamo giunti alla conclusione che non è servito a nulla. Si continua a proporre messaggi troppo "generali", in stile "Viva la dieta mediterranea!". I responsabili della nostra salute non possono pensare di cambiare le cose con provvedimenti così leggeri.
Cos'è che non funziona nel messaggio proposto?
Se il ministero della salute vuole prendere provvedimenti efficaci deve fare molto di più. E non può sperare di avere risultati efficaci a breve termine. Le abitudini alimentari sono talmente radicate nella popolazione che per cambiarle ci vogliono anni. E quello che diciamo non è una cosa nuova: lo diceva Flaminio Fidanza in tempi non sospetti, 27 anni fa:
"Dato il notevole numero di fattori che concorrono a formare le nostre abitudini alimentari è facile incorrere in ripetuti errori dietetici e instaurare situazioni dannose per il nostro organismo che potranno essere evitate o controllate se un'opera lenta e graduale di educazione nutrizionale sarà svolta in modo così efficiente da creare nella popolazione una coscienza nutrizionale, meta questa il cui raggiungimento incontrerà notevoli difficoltà e richiederà vari anni di applicazione, dato che le abitudini alimentari hanno così profonde radici nella personalità umana e nelle tradizioni socio-culturali." Flaminio Fidanza, "Nutrizione Umana", 1976.
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