Tumore del polmone

Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Colpisce diversi tipi cellulari polmonari che presentano prognosi e modalità di trattamento molto diversi fra loro; può essere asintomatico o presentarsi con una sintomatologia aspecifica che spesso allunga i tempi diagnostici.

 

 

Epidemiologia

L'incidenza del tumore del polmone varia a seconda delle diverse aree geografiche: è più alta negli Stati Uniti d'America, Nord Europa e Canada. In Italia il numero di nuovi casi per anno si aggira intorno ai 80-100 casi su 100000 abitanti, con un tasso di mortalità molto elevato.

Il rapporto maschi/femmine è oggi di 2,5:1, a causa della crescente abitudine al fumo nel sesso femminile.

L'incidenza della neoplasia aumenta all'aumentare dell'età passando da 1/100000 abitanti/anno prima dei 30 anni a 329/100000 abitanti/anno tra i 70 e i 74 anni.

Alla diagnosi l'età media dei pazienti è 60 anni.

Fattori di rischio

I fattori di rischio maggiormente implicati nell'epidemiologia del carcinoma polmonare sono rappresentati da:

  • Fumo di sigaretta: è oggi ritenuto il fattore eziologico più importante. È stato dimostrato che un uomo dell'età di 35 anni, che fuma 25 o più sigarette al giorno, ha un rischio di morire di cancro del polmone prima dei 75 anni pari al 13%. Il rischio aumenta in relazione al numero di sigarette fumate e all'età d'insorgenza dell'abitudine al fumo. Nei soggetti che smettono di fumare il rischio si riduce nel corso dei 10-15 anni successivi. Anche il fumo passivo aumenta il rischio di sviluppare il tumore del polmone.
  • Fattori genetici: possono predisporre al carcinoma del polmone, come dimostrato da un'aumentata incidenza nei familiari di soggetti portatori di tale neoplasia con anomalie genetiche.
  • Fattori ambientali e occupazionali: tra i fattori ambientali vi sono le polveri radioattive (minerali di plutonio e uranio), i metalli pesanti (nichel, zinco, cromo, carbone, derivati del catrame), polveri di amianto e radiazioni ionizzanti.

 

 

Anatomia patologica

Secondo l'OMS il carcinoma del polmone può essere distinto in vari istotipi aventi prognosi e modalità terapeutiche differenti.

Carcinoma a cellule squamose

Rappresenta circa il 30% dei casi di tumore del polmone ed è un istotipo a lenta crescita; sono necessari 3-4 anni per passare dall'inizio della crescita del carcinoma al tumore clinicamente evidente. Origina dai bronchi, estendendosi all'interno del lume bronchiale dando luogo a ostruzione e atelectasica. È più strettamente correlato al fumo rispetto agli altri istotipi.

Carcinoma a piccole cellule

Rappresenta il 20-35% dei casi. Dal punto di vista biologico è molto aggressivo, cresce rapidamente e da luogo a metastasi in poco tempo, tanto che, spesso vengono diagnosticate prima le metastasi del tumore primitivo.

Adenocarcinoma

Rappresenta circa il 40% dei casi di carcinoma polmonare. Generalmente è un tumore periferico e prende origine dall'epitelio di superficie o dalle ghiandole della mucosa bronchiale.

Tumore del polmone

Carcinoma a grandi cellule

Colpisce il 15% dei pazienti affetti da tumore del polmone. Insieme all'istotipo adenocarcinoma è presente in percentuale maggiore nei soggetti fumatori.

Segni e sintomi

Il tumore del polmone può essere asintomatico (6% dei casi) oppure presentarsi con una sintomatologia generale e aspecifica, legata alla crescita del tumore:

  • centrale: tosse, emottisi, dolori, sintomi da polmonite;
  • periferica: tosse, dolore toracico, dolore alla spalla e al braccio (tumore di Pancoast), dispnea, versamento pleurico, sintomi da ascesso polmonare, sindrome di Horner con miosi omolaterale (diminuzione del diametro della pupilla), ptosi (palpebra calante) e anidrosi (incapacità di produrre sudore).

 

 

La sintomatologia regionale è associata all'estensione del tumore primario e all'invasione di stazioni linfonodali:

  • disfonia (paralisi del nervo laringeo);
  • dispnea (paralisi del nervo frenico);
  • disfagia (compressione, invasione dell'esofago);
  • sindrome della vena cava superiore (compressione, invasione vena cava superiore);
  • segni di tamponamento cardiaco (polso paradosso, turgure delle giugulari, tachicardia).

La sintomatologia sistemica comprende sintomi secondari alla presenza di metastasi:

  • ittero;
  • dolore addominale;
  • dolori ossei;
  • fratture patologiche;
  • deficit neurologici;
  • calo ponderale;
  • astenia;
  • anoressia;
  • sindromi paraneoplastiche (cardiovascolari, neuromuscolari, gastrointestinali, ematologiche, metaboliche, dermatologiche).

Stadiazione

La stadiazione viene generalmente effettuata secondo il sistema TNM (tumore, linfonodi, metastasi):

  • TX: presenza di cellule maligne nell'escreato, tumore non evidenziabile alla radiografia.
  • Tis: tumore in situ
  • T1: tumore
  • T2: tumore >3 cm
  • T3: tumore di qualsiasi dimensione con invasione della parete toracica
  • T4: tumore di qualsiasi dimensione con invasione di organi medistinici (cuore, grossi vasi, esofago, trachea, corpi vertebrali)
  • N0: assenza d'interessamento linfonodale
  • N1: interessamento dei linfonodi peribronchiali e/o ilari omolaterali
  • N2: interessamento dei linfonodi mediastinici e/o ilari omolaterali e/o sottocarenali
  • N3: interessamento dei linfonodi mediastinici e/o ilari controlaterali
  • M0: assenza di metastasi
  • M1: presenza di metastasi

Gli stadi sono definiti come segue:

  • Stadio 0: Tis N0 M0
  • Stadio 1: T1 N0 M0
  • Stadio 2: T2 N0 M0
  • Stadio 3A: T3 N0 M0
  • Stadio 3B: T1-3 N3 M0
  • Stadio 4: T 1-4 N0-3 M1

Diagnosi

Una corretta valutazione diagnostica comprende un'accurata anamnesi e un corretto esame obiettivo del paziente.

Fondamentali sono gli esami radiologici quali la radiografia del torace che è importante per localizzare e caratterizzare masse polmonari e per stabilire la presenza di metastasi linfonodali ilari e mediastiniche e la TAC, indispensabile per escludere masse benigne, evidenziare e localizzare masse sospette e per valutare il coinvolgimento del corpo vertebrale.

A ciò si aggiunge la broncoscopia che permette di tipizzare istologicamente il tumore, fatta eccezione per le masse periferiche, le quali vengono tipizzate mediante l'agobiopsia con ago sottile per via transtoracica.

Terapia

La terapia del tumore del polmone comprende:

  • Chirurgia: rappresenta l'unico intervento terapeutico radicale per i pazienti con carcinoma polmonare. È indicata nei pazienti con neoplasia in stadio 1 e permette una percentuale di guarigione del 60-80% e in pazienti con malattia in stadio 3A senza metastasi ai linfonodi mediastinici.
  • Radioterapia: può essere utilizzata con intento radicale negli stadi 1 e 2 in pazienti che non possono sostenere l'intervento chirurgico oppure può essere preoperatoria in tumori non operabili allo scopo di ridurne il volume e renderli operabili.
  • Chemioterapia neoadiuvante: viene utilizzata in stadi avanzati allo scopo di rendere asportabile la neoplasia, ridurre il rischio di recidive e garantire protezione contro le micrometastasi.
  • Chemioterapia adiuvante: adoperata per limitare le frequenti recidive in seguito all'intervento chirurgico radicale.
  • Chemioterapia per malattia avanzata: nel 35% dei casi la diagnosi di tumore viene posta quando la malattia è in fase avanzata, con una sopravvivenza a 5 anni < 5% e l'unica possibilità per ridurre le dimensioni del tumore, alleviare la sintomatologia e migliorare la qualità della vita è rappresentata dalla chemioterapia.

 

 

 

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