Il tumore dell'ovaio è una patologia che prende origine dalle cellule delle ovaie. Rappresenta il 5% dei decessi per neoplasia nel sesso femminile, poiché la diagnosi è spesso tardiva. I sintomi compaiono in fase avanzata della malattia e quando il tumore è localizzato risulta generalmente asintomatico.
Le neoplasie epiteliali sono la forma più comune del cancro dell'ovaio e rappresentano la principale causa di morte per neoplasia ginecologica. Sono responsabili del 5% di tutti i decessi per neoplasia nel sesso femminile, muoiono più donne per questi tipo di patologia che per il carcinoma della cervice e quello dell'endometrio messi insieme.
L'incidenza aumenta all'aumentare dell'età e raggiuge il picco massimo intorno agli 80 anni, inoltre studi epidemiologici indicano incidenze maggiori in donne con storia familiare di malattia, che rappresentano circa il 10% di tutti i tumori maligni ovarici.
Nelle donne che hanno una forma ereditaria di cancro ovarico (associato a quello mammario) sono stati identificati due loci genici coinvolti nella predisposizione a queste neoplasie; BRCA-1 e BRCA-2. Il rischio di ammalarsi in presenza di una di queste mutazioni è del 25%.
Nei casi in cui non vi sia una predisposizione genetica sono stati identificati dei fattori favorenti e protettivi che possono indurre il cancro dell'ovaio. I fattori favorenti comprendono:
I fattori protettivi sono invece rappresentati da:
Le manifestazioni cliniche del cancro ovarico sono generalmente tardive e presenti quando la malattia è ormai in fase avanzata.
Il tumore dell'ovaio localizzato è generalmente asintomatico mentre quando la malattia è in fase avanzata compaiono i seguenti segni e sintomi:
I tumori epiteliali rappresentano la maggioranza (85%) delle neoplasie ovariche. Essi possono essere benigni (50% dei casi), maligni (33% dei casi) o "borderline" con basso potenziale maligno (16% dei casi).
Sebbene la maggioranza dei tumori ovarici sia di tipo epiteliale, altre due categorie, possono colpire l'ovaio: i tumori stromali e i tumori a cellule germinali. Questi due tipologie hanno origine cellulare differenziata e una presentazione clinica e storia naturale leggermente diverse:
La stadiazione del tumore dell'ovaio viene effettuata tramite l'intervento chirurgico, tecniche diagnostiche meno invasive possono essere d'aiuto nella definizione dell'estensione della malattia; esse includono la radiografia del torace, la TAC o la risonanza magnetica e l'ecografia addominopelvica.
Gli stadi del tumore con relativa sopravvivenza sono i seguenti:
La prognosi del tumore dell'ovaio dipende non solo dallo stadio, ma anche dall'estensione della malattia residua (tumore che permane dopo l'intervento chirurgico) e dal grado istologico. Le pazienti che si presentano con malattia in fase avanzata, ma che risultano prive di residui della malattia dopo l'intervento chirurgico, hanno una sopravvivenza media di 3 anni, rispetto a una sopravvivenza di 1 anno e mezzo delle pazienti con resezione subottimale della massa tumorale.
Per quanto concerne il grado istologico, la prognosi migliore è riservata ai tumori bene o moderatamente differenziati e quella peggiore ai sottotipi istologici scarsamente differenziati. La sopravvivenza tipica a 5 anni, indipendentemente dallo stadio della malattia, risulta essere la seguente: carcinoma ben differenziato 88%, moderatamente differenziato 58%, scarsamente differenziato 27%.
Nel 70% delle pazienti con cancro ovarico la diagnosi viene posta quando la malattia si è già estesa oltre l'organo primario.
Quando avviene, la diagnosi precoce si effettua in seguito alla palpazione di una massa indolore nel corso di una visita ginecologica di routine o come reperto incidentale durante un intervento chirurgico per altre cause.
La valutazione delle pazienti con sospetto cancro ovarico continua con la misurazione dei livelli ematici del marcatore tumorale CA-125. Circa l'85% delle pazienti affette da tumore dell'ovaio presenta livelli di CA-125 molto elevati; tuttavia questo marcatore è elevato anche per altri tipi di tumori quali il carcinoma dell'endometrio, della cervice, del pancreas, della mammella, del polmone e del colon.
Per questo motivo al dosaggio del CA-125 si associa l'ecografia transvaginale che permette di identificare masse ovariche sospette.
Infine la TAC e/o la risonanza magnetica vengono utilizzate per verificare la diffusione metastatica del tumore negli altri organi.
La scelta della terapia nelle pazienti con cancro dell'ovaio dipende dallo stadio, dall'estensione del tumore residuo e dal grado istologico. In generale si possono suddividere le pazienti in tre gruppi:
La terapia delle pazienti del primo gruppo consiste nell'intervento chirurgico e la loro sopravvivenza a 5 anni supera il 95%.
In tutte le altre pazienti va intrapresa una chemioterapia in associazione all'intervento chirurgico; questa permette di aumentare la sopravvivenza globale del 10% circa.
Diversamente dalle pazienti con malattia in fase avanzata all'atto della diagnosi, le pazienti con cancro ovarico in fase precoce (stadi 1 e 2) sono comunemente trattabili con la terapia convenzionale. Per tale motivo le procedure di screening dovrebbero avere un impatto sulla percentuale di guarigione della malattia. Sfortunatamente però, benché l'esplorazione pelvica e il dosaggio del CA-125 possano talvolta permettere d'identificare la malattia in fase precoce, si tratta di procedure di screening poco sensibili e quindi non utilizzabili.
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