La brucellosi è una zoonosi, cioè una malattia trasmessa all'uomo da animali infetti.
Non presenta aspetti clinici specifici e ha molti sinonimi derivati
La brucellosi umana può essere causata da una delle quattro specie del batterio Brucella:
La Brucella è un batterio aerobio Gram negativo, non possiede capsula e non è mobile; è un parassita unicellulare facoltativo che causa infezione permanente negli animali.
Viene eliminato dalla bollitura o dalla pastorizzazione del latte e dei suoi derivati caseari. Può sopravvivere fino a 8 settimane nel formaggio molle prodotto con latte di capra non pastorizzato e non viene ucciso dal congelamento.
A causa della variabilità nei sistemi di registrazione e notifica delle malattie infettive nei vari Paesi, l'incidenza globale della brucellosi umana non è nota.
Si ritiene che siano molto meno colpite le regioni del Nord Europa e alcuni stati come Bulgaria o Romania, tuttavia le stime possono anche essere fino a 25 volte superiori rispetto ai dati ufficiali.
I fattori di rischio più comuni sono sicuramente il consumo di formaggi di importazione, i viaggi all'estero e l'esposizione professionale. Talvolta, anche nei Paesi in cui la brucellosi è sotto controllo, la malattia si sviluppa negli agricoltori, veterinari, nei tecnici di laboratorio e negli addetti delle catene di lavorazione della carne.
Brucella viene trasmessa più comunemente attraverso l'ingestione di latte o di prodotti caseari non pastorizzati, ma anche attraverso il consumo di carne non cotta o tramite inalazione durante il contatto con animali; quest'ultima modalità interessa soprattutto i lavoratori di macelli, fattorie e laboratori e i bambini.
La brucellosi è classificata in base allo stato di attività o meno della malattia e se l'infezione è localizzata o diffusa.
Lo stato di attività della malattia e la sede di localizzazione influenzano fortemente la scelta del trattamento.
Il periodo di incubazione dura circa 1-3 settimane e può protrarsi anche per diversi mesi in base alla virulenza del batterio, alla sua via di ingresso e allo stato di salute dell'ospite. L'esordio può essere brusco oppure graduale, nel giro di una settimana.
I sintomi più comuni della brucellosi sono:
L'esame obiettivo spesso non evidenzia anormalità e i pazienti possono apparire in buone condizioni di salute. Altri al contrario appaiono acutamente malati, pallidi e presentano epato e splenomegalia, dolorabilità della colonna vertebrale, soffi cardiaci.
La febbre da brucellosi presenta un caratteristico andamento altalenante e segue un ritmo circadiano, con valori più bassi nelle prime ore della giornata e valori più elevati nelle ore pomeridiane e serali.
Il 30-40% dei pazienti manifesta artrite settica che interessa le ginocchia, le anche e le spalle, è comune anche l'osteomielite a carico delle vertebre lombari.
Le complicanze cardiovascolari comprendono endocardite e miocardite, pericardite ed ascessi nell'origine del tronco aortico; comuni sono anche gli aneurismi micotici e gli embolismi polmonari.
Nel tratto digerente le manifestazioni sono lievi e vanno da nausea e vomito alla stipsi, dolori addominali crampiformi e diarrea. Può essere presente interessamento epatico con ingrossamento dell'organ e focolai di necrosi.
Le complicanze neurologiche sono sicuramente le più gravi e comprendono la meningoencefalite, aneurismi micotici, ascessi cerebrali multipli, lesioni di nervi cranici e spinali fino ad arrivare ad un quadro di emiplegia severa.
La diagnosi di brucellosi viene confermata dalla presenza contemporanea di
Il riconoscimento è confermato dalla tipizzazione fagica, dalla caratterizzazione del DNA e dal profilo metabolico. Nelle aree endemiche è significativo un titolo anticorpale alto, dunque per confermare la diagnosi si esegue un prelievo ulteriore dopo 2-4 settimane per verificare un aumento del titolo: le IgG indicano uno stato di malattia attiva, mentre se sono alte le IgM significa che c’è stata un’esposizione recente.
La brucellosi ha un decorso solitamente benigno.
La terapia con antimicrobici riduce la durata della malattia, allevia i sintomi e diminuisce la probabilità di complicanze e ricadute. Essa dovrebbe portare alla scomparsa dei sintomi entro 4-14 giorni e alla riduzione dell’epatosplenomegalia in 2-4 settimane; in seguito, i pazienti vanno seguiti per 2 anni, effettuando emocolture ogni 3-6 mesi.
Le brucelle sono microorganismi intracellulari, dunque è fondamentale l'utilizzo di antibiotici che siano in grado di penetrare le membrane cellulari.
L'uso di un solo farmaco per un periodo limitato di tempo si associa ad alto tasso di recidiva, dunque si raccomanda l'associazione di più antibiotici (per esempio doxiciclina e un aminoglicoside per 4 settimane, seguita da doxiciclina e rifampicina per 4-8 settimane); in caso di meningite brucellare, si aggiungono altri due farmaci come i fluorochinoloni e le cefalosporine di terza generazione.
In gravidanza, per prevenire l'aborto, si preferisce usare il cotrimossazolo.
Alcune complicanze gravi, come l’endocardite, possono richiedere l'intervento chirurgico per la rimozione di ascessi del tronco aortico.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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