L'allergia alle arachidi si manifesta durante l'infanzia già nel primo anno di vita ed è molto frequente tra la popolazione mondiale. In particolare, questo tipo di allergia è molto presente negli Stati Uniti, dove la popolazione fa un largo uso di arachidi e prodotti derivati, come burro e creme. Si stima che i casi di allergia stiano aumentando in questo paese, fino ad arrivare ad un caso su 70. In Italia non si hanno stime dell'incidenza di questa allergia ma è comunque molto frequente. Guarire dall'allergia alle arachidi non risulta ancora possibile e per questo motivo, ma anche per la gravità dei sintomi che può comportarne il contatto in soggetti sensibili, nell'etichetta degli alimenti deve sempre essere segnalata la presenza di arachidi o la probabilità che il prodotto sia entrato in contatto con questi cibi.
Le arachidi sono i semi della pianta Arachis hypogaea che appartiene alla famiglia delle leguminose. Nonostante questo, dal punto di vista nutrizionale hanno caratteristiche tipiche della frutta secca. In particolare, hanno un buon contenuto di acido linoleico, un acido grasso precursore degli omega-6, ma anche minerali come magnesio, fosforo e vitamina PP. In genere, vengono consumate dopo tostatura ma possono essere utilizzate per ricavare prodotti come olio, farine e burro.
Gli allergeni sono proteine presenti nei cibi allergizzanti, come le arachidi appunto, che determinano una risposta del sistema immunitario e di conseguenza una reazione allergica. Le cause dell'allergia alle arachidi non sono state ancora del tutto chiarite, ma si sa che gli allergeni delle arachidi sono le proteine Ara h1, Ara h2 e Ara h3. Queste molecole sono termostabili pertanto non vengono distrutte nemmeno in seguito alla cottura o tostatura a cui le arachidi vengono di solito sottoposte durante la preparazione.
La maggior parte degli studi in merito alle cause dell'allergia alle arachidi hanno attribuito, nel tempo, la causa all'influenza dell'ambiente esterno. Uno studio recente, però, ha rivelato che l'allergia alle arachidi potrebbe essere correlata ad un gene, EMSY, già responsabile di altre allergie, aprendo quindi la possibilità che su questo tipo di allergia vi possa essere anche un'influenza genetica. Successivamente, altri studi hanno rilevato il coinvolgimento di ulteriori geni nello sviluppo dell'allergia alle arachidi che, nonostante rimanga tutt'oggi ancora da comprendere del tutto, potrebbe essere trattata a partire da queste nuove scoperte genetiche.
Diversi studi hanno dimostrato come mangiare arachidi durante la gravidanza, in donne che non hanno l'allergia, può ridurre il rischio che il bambino sia allergico a sua volta. Diversi studiosi sono infatti promotori del contatto tra i bambini e gli allergeni durante la prima infanzia e la gravidanza, ovviamente nel caso di bambini in cui l'allergia non si sia ancora manifestata. Questo contatto, infatti, andrebbe a diminuire il rischio di sviluppare allergie alimentari.
La reazione allergica alle arachidi si manifesta sia per ingestione sia per contatto diretto della cute con l'alimento. Altra causa di allergia viene definita contatto crociato in quanto si verifica quando un alimento viene prodotto nello stesso stabilimento in cui vengono anche lavorati prodotti a base di arachidi. Pertanto, gli allergeni delle arachidi potrebbero aver contaminato gli altri alimenti e deve essere indicata nell'etichetta del prodotto finito questa eventualità.
Altra causa scatenante la reazione allergica è l'inalazione di farine o oli contenenti o derivati dalle arachidi, ma questa è un'eventualità rara.
Tra i sintomi dell'allergia alle arachidi troviamo l'orticaria e altri effetti a livello cutaneo come arrossamenti e gonfiori. Altri problemi possono essere legati all'apparato respiratorio, con difficoltà nel respirare, affanno e sensazione di costrizione a livello della gola. Inoltre, si possono avere difficoltà digestive con crampi, diarrea, nausea e vomito.
Reazioni più gravi si possono, invece, avere in caso di shock anafilattico, situazione che provoca una drastica diminuzione della pressione arteriosa, forte prurito, aumento del battito cardiaco e pallore intenso, così come anche ansia, angioedema, problemi respiratori, collasso, convulsioni. Nel caso in cui non si agisca con prontezza, si può giungere fino al coma e alla morte.
In molti casi l'allergia alle arachidi può essere accompagnata da cross-reattività con proteine presenti in altri alimenti, scatenando allergia anche in seguito alla loro ingestione. Simili reazioni si possono avere per alcuni legumi, come fave, ceci, piselli e soia, ma anche allergia alle noci, nocciole, mandorle, pistacchi e altra frutta a guscio.
Cosa fare? Terapia e cura dell'allergia alle arachidi
L'unica cura davvero efficace per prevenire i problemi legati all'allergia alle arachidi è una dieta che escluda totalmente, e per tutta la vita, le arachidi e i prodotti derivati, così come anche gli alimenti che vengono realizzati nello stesso stabilimento di produzione delle arachidi e dei prodotti a base di esse. Quest'ultima eventualità deve sempre essere segnalata in etichetta a cui i soggetti allergici devono sempre prestare estrema attenzione.
Nonostante la reazione allergica sia connessa con le proteine delle arachidi, alcune reazioni allergiche si potrebbero avere per ingestione di oli e grassi che potrebbero contenere tracce di queste proteine.
Gli alimenti che possono contenere tracce di arachidi o derivati sono davvero molti. Per questo motivo è necessario informare sempre gli adulti che stanno a contatto con il bambino allergico in merito all'allergia e ai sintomi alla comparsa dei quali devono prontamente intervenire. In particolare, in caso di comparsa dei primi sintomi di shock anafilattico è necessario rivolgersi subito ad un pronto soccorso ed effettuare le manovre di primo soccorso necessarie.
Negli ultimi tempi si sta sperimentando un vaccino che possa indurre l'immunizzazione dagli allergeni delle arachidi, in modo da migliorare la tollerabilità dei soggetti allergici nei confronti di questi alimenti. Nel 2017 è stato pubblicato uno studio che ha dimostrato nei topi l'efficacia di un vaccino, formulato appositamente, nel ridurre la produzione di anticorpi e l'attività del sistema immunitario nel confronti degli allergeni delle arachidi, prevenendo di fatto la reazione del sistema immunitario nei confronti dell'alimento allergizzante. Rimane ancora da capire per quanto tempo duri questo tipo di effetto del vaccino.
Nel 2018 è stato pubblicato uno studio internazionale, a cui ha partecipato anche l'Italia, in cui è stata sperimentata l'efficacia dell'immunoterapia nel ridurre i sintomi dell'allergia alle arachidi. In particolare, i ricercatori hanno utilizzato un estratto proteico delle arachidi, somministrato sotto forma di capsule a diversi soggetti allergici. Questo può essere considerato il primo farmaco per l'allergia alimentare esistente. I soggetti sono stati sottoposti al trattamento sotto stretto controllo medico, in cliniche specializzate e hanno ricevuto dosi sempre crescenti del farmaco. Alla fine della sperimentazione è stata rilevata la risposta immunitaria dei soggetti attraverso il test di provocazione cutaneo. I risultati hanno mostrato che nella maggior parte dei casi, i pazienti dopo il trattamento riuscivano a tollerare dosi maggiori di allergene. Inoltre, i sintomi che si manifestavano in seguito alla dose allergizzante, si sono manifestati con entità più lieve rispetto al periodo precedente la cura. Nonostante il successo di questa sperimentazione, questo farmaco non è ancora stato messo in commercio, in quanto la terapia deve essere effettuata sotto stretta sorveglianza da parte di personale specializzato che la adatti alla diversa sensibilità del paziente. La macchina organizzativa in merito deve ancora mettersi in moto.
Un altro studio ha testato la relazione tra probiotici e allergia alle arachidi. In particolare, i ricercatori hanno somministrato ad un gruppo di bambini un probiotico a base di Lactobacillus rhamnosus a cui è stata aggiunto un estratto di proteine delle arachidi. Il trattamento è durato 18 mesi e al suo termine è stato rilevato un aumento della tollerabilità alle arachidi rispetto al gruppo placebo. I bambini che erano diventati tolleranti alle arachidi hanno introdotto questo cibo nella loro dieta per i successivi 4 anni. Allo scadere di questo tempo, i ricercatori hanno testato la reazione del sistema immunitario nei confronti degli allergeni delle arachidi e hanno constatato che la tolleranza era rimasta inalterata, nonostante i bambini avessero mangiato arachidi come qualsiasi altro bambino. I risultati di questo studio sono interessati e aprono sicuramente le porte a nuove strategie terapeutiche, ma devono essere confermati usando gruppi di soggetti più numerosi.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
Se è vero che invecchiare è un processo naturale e fisiologico, lo è anche che esistono differenze abissali tra l'età anagrafica e quella biologica di ognuno di noi.
Molto spesso si sente parlare di farmaci di automedicazione, ma cosa si intende esattamente con questa espressione piuttosto generica?
Come creare un ambiente domestico favorevole al benessere psicofisico
I benefici del tè verde sull’organismo sono noti fin da epoche antiche: possiede proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e diuretiche.
In questo articolo abbiamo deciso di raccogliere gli elementi principali da considerare quando ci si trova a prendersi cura di genitori anziani che vivono da soli.
Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse dell'organismo provocate dall'ingestione di particolari cibi.
Il vantaggio dell'upscaling: come l'intelligenza artificiale sta migliorando l'imaging medico.
Se sei già registrato, clicca qui per accedere ai servizi gratuiti:
Altrimenti, clicca qui per registrarti gratuitamente.
Allergia alle arachidi: sintomi, cause, terapia
Allergia alle uova: cause, sintomi, diagnosi e terapia
Bacillus cereus: cos'è e come si trasmette dagli alimenti
CORSA O PALESTRA PER DIMAGRIRE?
BRUCIA 500 kcal in 30 MINUTI? BALLE!
Qualità delle proteine
Grana Padano o Parmigiano-Reggiano?