L'acido D-aspartico è una delle due forme dell'aminoacido acido aspartico. L'altra forma è l'L-aspartato, anch'esso venduto come integratore alimentare, ma con finalità completamente diverse rispetto all'acido D-aspartico, oggetto di questo articolo.
L'acido D-aspartico interviene come regolatore nella sintesi di alcuni ormoni sessuali, come il GH (ormone della crescita), l'ormone luteinizzante (LH) e l'ormone follicolo-stimolante. Questi ormoni agiscono sul rilascio di testosterone, e per questo si è pensato di utilizzare l'acido D-aspartico come stimolatore della produzione di testosterone.
L'acido D-aspartico viene attualmente promosso come integratore per migliorare la fertilità negli uomini con problemi di sterilità, e come miglioratore della prestazione per atleti di sport di potenza. Attualmente, gli studi hanno dimostrato una possibile efficacia per i soggetti con ridotta produzione di testosterone, mentre per quanto riguarda i soggetti sani, con una concentrazione normale di questo ormone, i benefici sarebbero molto limitati nel tempo, e dunque insufficienti per determinare un aumento della prestazione.
L'acido aspartico è un amminoacido non essenziale che è costituito da una molecola chirale con due forme dette enantiomeri: l'acido D-aspartico o l'acido L-aspartico. In genere, con il solo nome di acido aspartico si intende sempre la forma L, spesso abbreviata semplicemente come "Asp". Talvolta, invece, con il termine generico di acido aspartico ci si riferisce alla miscela racemica, ossia alla contemporanea presenza, in uguali quantità, delle due forme dell'amminoacido.
La differenza tra le due forme è nella funzione ma anche nelle caratteristiche organolettiche. La forma L è infatti dal sapore amaro. L'acido D-aspartico è, al contrario, praticamente insapore.
In uno studio del 2010 è stato supposto che nella Terra in condizioni primordiale esistesse già l'acido aspartico come miscela racemica, ma che tendesse a separarsi nelle due forme enantiomeriche. Quella più abbondante sembra fosse la forma L.
La differenza tra le due forme di acido aspartico è anche funzionale, perchè mentre la forma L è usata per al costituzione di proteine, la forma D è utilizzata nell'organismo per la produzione di ormoni e in molti processi nervosi.
La formazione di questo amminoacido avviene nell'organismo e deriva dall'ossalacetato, intermedio metabolico dei processi volti alla produzione di energia a partire dagli alimenti.
L'acido D-aspartico, in particolare, si forma a livello dei tessuti endocrini e nei testicoli e si trova anche nel cervello e nella retina in modo transitorio, nelle prime fasi della vita dei mammiferi e nella fase embrionale degli uccelli. In linea generale questo amminoacido è tipico sia del sistema nervoso centrale che dell'apparato riproduttivo.
Negli alimenti, l'acido D-aspartico si trova nelle proteine particolarmente ricche di amminoacidi in forma D, come nel caso degli alimenti fermentati e in tutti gli alimenti che nel loro processo di produzione vengono sottoposti ad alte temperature o a trattamenti con sostanze acide.
Spesso, infatti, la presenza nei latticini di amminoacidi nella forma D indicano il tipo di processo a cui l'alimento è stato esposto o eventuali contaminazioni microbiche nel cibo.
La concentrazione di acido D-aspartico è anche usata per stimare l'entità dell'invecchiamento di alcuni tessuti, in particolare della dentina. Infatti, in seguito all'invecchiamento delle proteine, specie di quelle che hanno una lunga vita, come la dentina appunto, si ha la racemizzazione dell'acido aspartico. Questo processo consiste nell'aumento della forma D dell'amminoacido a discapito di quella L, con il conseguente effetto di modificazione della struttura e quindi della funzione della proteina interessata. Talvolta, questo processo porta a proteolisi, ossia "rottura" della proteina, con modifiche nella sua capacità di svolgere le normali funzioni. La racemizzazione si ha anche per cause patologiche, come nel caso dell'enfisema polmonare, dell'aterosclerosi e della cataratta.
La racemizzazione dell'acido aspartico viene sfruttata per la stima dell'età dei denti, dato che con l'aumento dell'età, aumenta la presenza di acido D-aspartico nella dentina.
Nell'organismo questa forma dell'acido aspartico è coinvolto nella sintesi e nel rilascio degli ormoni da parte dei tessuti endocrini. Un altro ruolo è nella produzione degli spermatozoi, sia per quanto riguarda la sintesi che nella regolazione del loro rilascio.
Inoltre, svolge un ruolo importante anche nello sviluppo e nella regolazione del sistema nervoso.
Una delle funzioni più importanti dell'acido D-aspartico è quella del suo coinvolgimento nella sintesi e nel rilascio del testosterone, funzione studiata per scopi clinici a fini terapeutici. In realtà, come si può apprendere da una review sistematica del 2017, l'effetto dell'acido D-aspartico sull'aumento dei livelli di testosterone è confermato su modelli animali, mentre ha scarse evidenze sperimentali sull'uomo.
L'acido D-aspartico è considerato un integratore sicuro se assunto al massimo per 3 mesi, sebbene non esistano ancora studi approfonditi a riguardo. È sempre bene, pertanto, rivolgersi al medico prima di assumere questo integratore.
Alcuni effetti collaterali possibili in seguito all'integrazione con acido D-aspartico sono ad esempio reazioni allergiche, ma non si conoscono ulteriori effetti, soprattutto a lungo termine.
La correlazione tra acido D-aspartico e disturbi dell'erezione è proposta da diversi studi scientifici, ma in realtà non si conoscono gli effetti collaterali e a lungo termine di un simile trattamento, motivo per cui non viene ancora considerato una vera e propria cura di routine.
Inoltre, alcuni studi mettono in dubbio la reale efficacia dell'integrazione di questo amminoacido sull'aumento dei livelli di testosterone, nonchè anche sulla resistenza muscolare in soggetti sportivi. Gli studi in merito sembrano infatti di bassa qualità e troppo inferiori di numero quando si parla di sperimentazioni sull'uomo. Nel 2017, ad esempio, uno studio effettuato su atleti non aveva rilevato alcuna differenza nella forza e nei livelli di testosterone nel gruppo di persone considerato.
La correlazione tra livelli di testosterone e disfunzione erettile non è sempre valida, in quanto la seconda può essere dovuta anche ad altre cause, come depressione, ansia ma anche alterati livelli di colesterolo, della pressione sanguigna e al diabete. Inoltre, sono spesso contrastanti e poco chiare le prove a carico della reale efficacia dell'acido aspartico nell'aumento del testosterone e quindi nel suo uso contro la disfunzione erettile.
Il dosaggio consigliato varia da 2 a 3 g al giorno, fino a 90 giorni. Alcuni studi hanno utilizzato una integrazione consecutiva di 12 giorni, con una settimana di pausa; altri un'integrazione continua.
Gli studi sull'acido D-aspartico non hanno evidenziato alcun incremento della performance sportiva, e dunque attualmente è sconsigliabile l'utilizzo di questo integratore al fine di migliorare la prestazione negli sport di potenza.
Per quanto riguarda l'infertilità, l'integrazione può avere qualche effetto positivo, e va valutata con il proprio medico. Gli studi fino ad oggi (2020), sono ancora insufficienti per giustificare un largo uso di questo amminoacido come trattamento contro la disfunzione erettile e i problemi di infertilità maschile in generale. Simili patologie non vanno di certo trascurate, ma è necessario chiedere consiglio al proprio medico sul trattamento migliore da seguire.
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