I crampi muscolari sono contrazioni improvvise ed involontarie a carico della muscolatura striata, contraddistinte da un intenso dolore, che può sopravvenire sia a riposo che durante l'attività fisica.
Nel primo caso (crampi a riposo), i crampi interessano soggetti non necessariamente patologici e generalmente si presentano durante il sonno (crampi notturni). Questi sono dovuti per lo più ad una diminuzione del volume circolatorio, con conseguente abbassamento della temperatura corporea o all'assunzione di posizioni scorrette.
I crampi che sopraggiungono durante l'attività fisica sono riconducibili lo stress muscolare da sforzo e la disidratazione.
Le principali cause dei crampi possono essere divise in: fisiologiche, tecniche e patologiche (neurologiche, muscolari, infettive, vascolari e tossiche).
Fisiologiche: lavoro muscolare strenuo, inusuale o svolto in condizioni sfavorevoli.
Tecniche (riguardano gli sportivi): esecuzione gesto tecnico difettoso, materiali non idonei (racchetta troppo rigida, scarpe con appoggio non fisiologico, bici troppo alta, lacci stretti, ecc…)
Patologiche neurologiche: i crampi spesso si associano a disturbi dei nervi periferici o delle corna anteriori del midollo spinale come nelle neuropatie periferiche su base diabetica, alcolica, uremica, ma anche nella SLA o nella sclerosi multipla (SM).
Patologiche muscolari: incapacità del muscolo di immagazzinare calcio, interazione tra actina e miosina non normale come nelle miopatie.
Patologiche infettive: tetano, colera, ecc…
Patologiche vascolari: insufficienza arteriosa, venosa, sindrome di Raynaud.
Patologia tossica: intossicazione da monossido di carbonio, piombo, alcol, ecc…
In coloro che praticano sport, i crampi sono molto comuni e possono verificarsi all'improvviso in corso di esercizio muscolare o dopo di esso, ma anche a riposo, soprattutto di notte.
Solitamente (90% dei casi) si manifestano quando i muscoli sono sottoposti a sforzi eccessivi e sono stanchi (dopo lunghe marce, nuotate lunghe e in acque fredde, ecc …). In questi casi basta un semplice gesto come togliersi le scarpe per scatenare il crampo avvertendo una contrattura muscolare dolorosa.
Nel 5% i crampi sono dovuti agli squilibri minerali determinati da una sudorazione eccessiva, per il restante 5% a cause organiche o ambientali.
Tra i muscoli più colpiti c'è sicuramente il polpaccio (in particolare il muscolo gemello mediale). La durata del crampo varia da pochi secondi a qualche minuto, ma il dolore avvertito è molto intenso e insopportabile.
Ogni atleta ha una propria soglia di affaticamento, determinata da predisposizioni genetiche e dal livello di preparazione fisica. Studi approfonditi sostengono che la variabilità individuale dipende dalla capacità di fornire quantitativi ottimali di ossigeno alle cellule muscolari.
Particolarmente soggetti ai crampi del polpaccio sono i nuotatori. Questo perché durante il nuoto, a parte l'ambiente umido, si verifica un accorciamento del muscolo gastrocnemio (polpaccio) a causa dell'estensione plantare del piede; l'input nervoso imposto a questo muscolo passivamente accorciato ne determina un ulteriore accorciamento, mentre nessun'altra resistenza viene opposta per limitare lo stimolo contrattile.
Tale dolore può essere subito alleviato stirando leggermente il muscolo ed esercitandovi una forte pressione sul ventre attraverso un massaggio.
Quando ci troviamo di fronte a una contrazione parossistica, involontaria e dolorosa che normalmente regredisce nell'arco di poco tempo e che interessa i muscoli estensori delle dita dei piedi, il tibiale anteriore o i peronei laterali non è difficile porre diagnosi di crampo muscolare.
Tendenzialmente i soggetti colpiti sono giovani o sportivi o individui anziani (soprattutto donne e colpiscono di notte). I crampi di questo genere, quindi benigni, regrediscono in pochi minuti, stirando e massaggiando la zona colpita.
In altri casi invece bisogna orientarsi verso una patologia neurologica o vascolare.
I principali mezzi diagnostici usati per porre la diagnosi sono suddivisibili in clinici, strumentali e bioumorali.
I primi (clinici) sono la visita clinica e la prova ischemica; i secondi (strumentali) sono l'elettromiografia (EMG) e l'esame Doppler; i terzi (bioumorali) sono la determinazione di alcuni enzimi.
Come abbiamo visto l'insorgenza di crampi può avere diverse cause e la terapia ovviamente varia a seconda di quella scatenante i crampi nel paziente in questione.
I crampi benigni, come abbiamo già visto prima, sono causati al 90% dall'eccessivo affaticamento dei muscoli e dunque, in ultima analisi, dalla carenza di preparazione fisica che porta l'organismo oltre i limiti fisiologici durante le sessioni di allenamento o le gare più impegnative. Dunque nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di curare meglio la preparazione atletica, soprattutto per quanto riguarda la tenuta sulla distanza.
Altri accorgimenti riguardano:
a volte se questi crampi sono resistenti e non passano, il medico può prescrivere farmaci come i miorilassanti, analgesici (FANS o aspirina), sedativi blandi, vitamine (soprattutto la vitamina E) e sali minerali (calcio, magnesio e potassio).
I crampi di origine nervosa si trattano mediante somministrazione di farmaci che prevengono la stimolazione nervosa ripetuta come
carbamazepina, efficace ma può dare tossicità epatica (raramente depressione della funzionalità del midollo osseo); carnitina, che sembra ridurre la suscettibilità al crampo; fenilidrammina o benzotrofina nei crampi da fenitiazina.
Altri farmaci usati poco sono il chinino e la fenilidantoina
Per prevenire i crampi, soprattutto in ambito sportivo, è possibile mettere in atto alcuni accorgimenti.
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