Le stoviglie in bambù sono proposte come alternative ecologiche alle classiche di plastica monouso, e vengono spesso usate come piatti per bambini: ma sono davvero sicure ed ecologiche come vengono spesso pubblicizzate? Un indagine di Altroconsumo, e diverse segnalazioni e rilevazioni da alcuni enti europei, hanno evidenziato come non siano nemmeno del tutto sicure per la salute. Vediamo di approfondire nel corso di questo articolo qualcosa in merito.
Le stoviglie in fibra di bambù sono delle alternative alla plastica, in apparenza riutilizzabili, che sembrano ecologiche ma in realtà non lo sono del tutto. Infatti, per poter realizzate piatti, bicchieri e posate in bambù, vengono usate non solo fibre e farine di bambù, ma anche delle resine sintetiche e plastiche che uniscono insieme gli altri materiali usati. Infatti, il bambù non è un materiale legnoso, e viene usato come polvere o fibra, motivo per cui necessita di altri materiali per poter essere agglomerato e poter essere plasmato con una forma precisa.
Nella confezione delle principali stoviglie di questo genere viene citata la possibilità di essere biodegradabili, ma dall'indagine realizzata da Altroconsumo su 14 campioni di diversi produttori, questi prodotti non sembrano esserlo. Infatti, la resina sintetica, in tutti i prodotti analizzati nella ricerca di Altroconsumo, contiene melammina, materiale non riciclabile e non biodegradabile.
Dalla stessa indagine, inoltre, è risultato che solo 3 dei 14 prodotti analizzati, riportano in etichetta la presenza nel prodotto di materiale diverso dal bambù. In altri prodotti l'etichetta è composta in modo tale che si pensasse addirittura che le stoviglie fossero interamente realizzate usando fibra di bambù.
Proprio l'utilizzo stesso delle resine per la realizzazione delle stoviglie in bambù ne compromette anche la sicurezza, oltre che l'impatto ambientale. Infatti, questi prodotti se sottoposti ad alte temperature o a contatto con alimenti caldi, rilasciano formaldeide e melammina, due sostanze che sono ritenute potenzialmente cancerogene. In particolare, la formaldeide è considerata, secondo la classificazione IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), come "cancerogeno certo", mentre la stessa agenzia considera la melammina come "possibile cancerogeno". Inoltre, la melammina è considerata probabile causa di danni a livello renale.
Altroconsumo ha realizzato un'indagine anche circa l'entità del rilascio di queste sostanze da parte delle stoviglie in bambù. In un caso sui 14 considerati, il prodotto ha dimostrato di liberare una quantità di sostanze pari ai limiti massimi di legge, mentre altri marchi ne liberano quantità comunque inferiori ai limiti di legge. Solo 2 dei 14 marchi analizzati hanno dimostrato di non rilasciare sostanze nocive una volta messi a contatto con cibo caldo.
La maggior parte dei prodotti a base di bambù non specificano in etichetta che le stoviglie in bambù in microonde non dovrebbero essere messe, proprio perchè questo favorirebbe il rilascio di formaldeide e melammina.
Oltre all'indagine di Altroconsumo, anche l'autorità tedesca sulla sicurezza alimentare, la BfR, ha fatto un'indagine sulle stoviglie in bambù, andando ad analizzare in particolare quelle che sono composte anche con resine melamminica. Dall'indagine dell'ente tedesco è stato rilevato che le stoviglie in bambù e resina di melamina rilasciano una quantità maggiore di questa sostanza rispetto ai prodotti realizzati con la sola resina melaminica, se poste ad alte temperature.
A partire dal 2019, quindi, sono state fatte più di 40 diverse segnalazioni al sistema europeo di allarme rapido, o Rasff, che riguardano prodotti in bambù in cui è stata rilevata la liberazione non solo di melammina ma anche di formaldeide, e quindi potenzialmente pericolose per chi le utilizza.
In Svizzera, l'indagine, realizzata dal Servizio del consumo e degli affari veterinari (Scav), ha portato al recente divieto di commercializzazione di stoviglie in Bambù, ancora da definire nei termini e reso noto proprio di recente, nel 2021. La conferma di questa decisione è arrivata dall'ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria (Usav).
Nell'indagine condotta in Svizzera, sono stati presi in considerazione 88 diversi campioni di stoviglie fatte con fibre vegetali, inclusi quindi quelli in bambù, con l'obiettivo di verificare la presenza di interferenti endocrini, melammina e formaldeide. Per quanto riguarda la prima tipologia di molecole sembra non esserci pericolo, diversamente da quanto si può dire sulle ultime due sostanze. Il 38% delle stoviglie di bambù analizzate avevano livelli di formaldeide e melammina al di fuori dei limiti di legge e di sicurezza. In particolare, queste sostanze vengono liberate se il prodotto viene messo a contatto con alte temperature o alimenti acidi. Le sostanze pericolose possono andare a contaminare il cibo e arrivare così all'organismo del consumatore.
Oltre alla Svizzera, in precedenza altri paesi europei hanno vietato la commercializzazione di stoviglie in bambù, come nel caso della Danimarca, Finlandia, Belgio, Lussemburgo e Austria.
Alla luce di quanto rilevato da diverse indagini, le stoviglie in bambù, quindi, non andrebbero usate in modo ripetuto e continuativo, e quindi i piatti in bambù non sono lavabili, specie se usati a contatto con alimenti caldi. Inoltre, non possono essere usati in microonde, proprio perchè si rischierebbe di incrementare il rilascio di sostanze pericolose di cui sono composte le resine usate per produrli.
Sono quindi oggetti da usare in modo sporadico e con attenzione nei confronti dell'etichetta, che deve essere chiara, non generare dubbi o equivoci di nessun genere.
I contatti prolungati del cibo con le stoviglie di bambù non sono consigliabili, e le temperature del cibo o delle bevande non devono essere superiori ai 70 °C. Non vanno, quindi, usate con bevande calde quali caffè o tè.
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