Fare lo yogurt in casa è semplice e relativamente poco impegnativo.
La yogurtiera è comoda, se ben scelta, ma non è indispensabile perché è molto semplice produrlo con pochi strumenti e un normale forno casalingo, come indicato su questo articolo sullo yogurt fatto in casa.
Purtroppo la maggior parte delle yogurtiere in commercio hanno un difetto fondamentale: producono una quantità di yogurt troppo piccola per il volume che occupano, almeno quelle a vasetti. Diverso è il discorso per la yogurtiera a caraffa, sicuramente un prodotto più interessante. Ma vediamo quali sono le differenze e come orientarsi per la scelta della yogurtiera.
La yogurtiera è un incubatore che è in grado di mantenere una serie di contenitori, in genere vasetti da 100-150 ml, a una temperatura costante di 40-45 gradi, la temperatura ottimale per lo sviluppo dei batteri che trasformano il latte in yogurt.
Per fare questo la yogurtiera possiede un'apposita resistenza che riscalda un vano all'interno del quale vengono posizionati i contenitori (o il contenitore) con il latte e i fermenti lattici. Un dispositivo di controllo mantiene la temperatura del contenitore a 40 gradi circa, consentendo la produzione dello yogurt in un tempo variabile.
In commercio esistono due tipi di yogurtiera.
La yogurtiera a vasetti possiede un vano largo e basso, in grado di contenere da 4 a 8 vasetti di yogurt da 150 ml circa. Questo tipo di yogurtiera è piuttosto ingombrante rispetto allo yogurt che riesce a produrre ad ogni incubazione.
La yogurtiera a caraffa, invece, è alta e stretta e all'interno della camera riscaldata si può mettere in incubazione un contenitore da 1,5 litri e oltre, consentendo una produzione di yogurt molto superiore, a parità di ingombro, rispetto a una yogurtiera a vasetti. Una volta prodotto, la caraffa occupa meno spazio anche in frigorifero.
L'unico svantaggio della yogurtiera a caraffa è rappresentato dalla minor velocità di raffreddamento dello yogurt, che ovviamente nei vasetti si raffredda più velocemente quando messo in frigorifero, ma si tratta di una cosa da poco rispetto al vantaggio di produrre una quantità di yogurt doppia rispetto alla yogurtiera a vasetti.
Non ho ancora capito il motivo, ma i manuali di istruzione delle yogurtiere in commercio consigliano tempi di incubazione biblici, dalle 6 alle 12 ore, quando per preparare lo yogurt bastano 3 ore. Io consiglio di controllare la yogurtiera dopo 3 ore e se lo yogurt è formato, di metterlo in frigorifero.
Conviene utilizzare latte intero, oppure un mix di latte intero e parzialmente scremato, il latte fresco pastorizzato va benissimo. L'importante è trattare termicamente il latte, come indicato nell'articolo sullo yogurt fatto in casa, per almeno 15 minuti a 90 gradi (quando sobbolle leggermente), quindi filtrarlo, farlo raffreddare e poi aggiungere lo starter e metterlo in incubazione.
Lo starter da utilizzare nella yogurtiera dovrà essere un semplice yogurt bianco, i fermenti comprati in farmacia o altrove sono costosi e danno risultati mediamente inferiori. Consiglio semplicemente di scegliere lo yogurt preferito e di utilizzarne un cucchiaino per litro di latte, non ne occorre di più (anche qui, molti consigliano quantità eccessive di yogurt come starter).
Consiglio di non riutilizzare lo yogurt fatto con la yogurtiera come starter, oppure di utilizzarlo una o due volte e poi ripartire con uno starter "fresco". Questo perché il rapporto tra i batteri alla lunga si altera e lo yogurt non viene più come la prima volta.
Una volta pronto, lo yogurt va fatto raffreddare in frigorifero per almeno 6-8 ore, in questo lasso di tempo rassoderà in modo ottimale. A questo punto si può lasciare a coagulo intero, prendendone un poco alla volta senza mescolare il resto: si separerà il siero che sarà facilmente eliminabile, e lo yogurt diventerà sempre più concentrato, cremoso e calorico. Altrimenti, si può rompere il coagulo mescolando bene con un cucchiaio ottenendo uno yogurt omogeneo che non separerà più il siero e rimarrà sempre della stessa consistenza.
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