Il nuoto in mare o in lago, o nuoto in acque libere (open water swimming in inglese), è uno sport poco praticato, sia da chi semplicemente si diverte a farlo, sia da chi lo fa con l'obiettivo di partecipare alle gare di nuoto di fondo. Se consideriamo il numero di persone che frequenta regolarmente le piscine, e il numero di atleti che affollano le gare master di nuoto (in piscina), con il numero di coloro che nuotano in mare o che partecipano alle gare di nuoto di fondo, la differenza è abissale. Durante l'estate, migliaia di persone affollano le spiagge ma pochissimi si allenano nuotando in mare, in confrondo, per esempio, a coloro che si allenano correndo o camminando sulla spiaggia.
Il nuoto è uno sport molto interessante ma che ha l'handicap di dover essere praticato in piscina, un ambiente chiuso e non particolarmente invitante: perché allora i nuotatori, quando possono, non praticano il loro sport preferito in acque libere? Le ragioni sono molteplici, e una delle più importanti è la paura. In questo articolo ci occuperemo soprattutto dei rischi del nuoto in acque libere, cercando di sfatare alcuni luoghi comuni e di capire come praticare in sicurezza il nuoto in acque libere, uno sport che può regalare emozioni davvero uniche. Per quanto riguarda i dettagli tecnici del nuoto in acque libere, vi rimandiamo all'articolo sul nuoto di fondo.
Che il mare (come la montagna) siano ambienti potenzialmente pericolosi, non c'è dubbio. Questo non significa, tuttavia, che non si possa frequentarli riducendo il rischio al minimo! In rete si leggono articoli che demonizzano oltremodo, a mio parere, il nuoto in acque libere: secondo molti esperti bisognerebbe prendere talmente tante precauzioni che alla fine sarebbe impossibile, per la stragrande maggioranza delle persone, andare a nuotare in mare! Pensiamo solo al consiglio di nuotare in mare solo con un compagno di allenamento: bellissimo nuotare in compagnia, per carità, ma per molti è praticamente impossibile trovare sempre un compagno di allenamento! Senza contare che in caso di problemi seri, se il compagno non è un bagnino professionista, può fare ben poco per salvarci.
In realtà si può benissimo nuotare da soli garantendosi il massimo della sicurezza, e per ogni fattore critico si possono adottare contromisure efficaci. La parola d'ordine è: conoscere i propri limiti e starne abbondantemente alla larga. Vediamo come.
I due fattori più importanti in assoluto per la sicurezza nel nuoto in acque libere sono la distanza dalla costa e la presenza dei bagnini. Per nuotare è sufficiente una profondità minima, di circa un metro, dove tra l'altro ancora si tocca: in questa situazione la sicurezza è quasi totale. Quasi, perché nel caso di malore improvviso si può morire anche in mezzo metro di acqua. Se ci sono persone intorno a noi pronte a dare l'allarme, anche questo rischio (seppur remoto) è scongiurato. Vorrei sottolineare il fatto che il rischio di un malore improvviso ci può mettere in serio pericolo in tante altre occasioni... Per esempio in bicicletta mentre andiamo a 30 km/h su una strada aperta al pubblico! Se non ci preccupiamo (giustamente) in quelle occasioni, non vedo perché farlo mentre nuotiamo in mare.
Dunque, la distanza dalla costa dovrebbe essere quella minima per garantirci una profondità dell'acqua sufficiente per nuotare. Se il mare è affollato di turisti, ci si può allontanare quel tanto che basta per evitare di dover far lo slalom tra le persone. Se per caso sono presenti le barriere frangiflutti (gli scogli molto presenti nel mare Adriatico), spesso è necessario nuotare al di là di essi, perché al di qua ci sono zone con acqua troppo bassa. Al di là degli scogli i rischi aumentano, perché in caso di emergenza i bagnini non ci vedrebbero e rifugiarsi sugli scogli non è sempre facile a meno di non avere dimestichezza con l'ambiente marino. Ovviamente si nuota parallelamente alla costa, e mai verso il largo. Andare al largo è sì una pratica da lasciare a chi è veramente a suo agio in mare, e se ne assume il rischio.
Nuotare vicino alla costa, e parallelamente ad essa, offre inoltre i seguenti vantaggi:
Nel mare Adriatico, e in buona parte del Tirreno, dove le spiagge sono sabbiose, si può nuotare in tutta sicurezza nel modo descritto. E se la costa è rocciosa? Il problema potrebbe essere quello di abbandonare l'acqua in caso di emergenza: salire sugli scogli non è banale, occorre esperienza altrimenti si rischia di farsi male, soprattutto se si è stanchi o se si è colti da un malore (per esempio un crampo). Per rischiare il meno possibile si può scegliere una zona con diversi punti in cui sia facile la risalita in terra ferma, da identificare a priori. Per nuotare in mare basta un tratto di mare di 200-300 metri, poi si può anche fare avanti e indietro!
Ultima cosa: le condizioni del mare. Col mare mosso nuotare non solo è pericoloso, ma è veramente poco divertente: si fa una fatica tremenda, non si riesce a prendere il ritmo, e in buona sostanza non ci si diverte, anche se si è abili nuotatori. Si aumenta anche il rischio di infortunio, soprattutto alle spalle, che possono subire torsioni eccessive a causa delle onde impreviste e della forte corrente. Il mare è in genere calmo al mattino e peggiora verso sera, se ci sono le barriere frangiflutti, il mare è spesso sufficientemente calmo per nuotare, al di qua delle barriere, anche se al di là è abbastanza mosso.
In piscina, la temperatura dell'acqua varia da 26 a 29 gradi. In queste condizioni ci si può allenare tranquillamente per 90 minuti e oltre, considerando anche delle pause che fanno diminuire la temperatura corporea. In mare la temperatura è generalmente inferiore, ma anche la durata degli allenamenti (raramente si supera l'ora di nuoto continuo in mare) e il gesto è continuo, cioè non ci si ferma quasi mai e dunque ci si raffredda meno a causa delle pause. La resistenza al freddo è molto soggettiva, in generale, comunque, possiamo dire che fino a una temperatura di 23 gradi si può nuotare in costume (io nuoto tranquillamente con acqua a 21 gradi per 30-45 minuti, o anche meno se c'è il sole e la temperatura dell'aria è molto calda). La cuffia è sempre indicata sia per tenere fermi i capelli, sia per evitare la dispersione di calore dalla testa (che non rappresenta il 50% della dispersione termica, bufala che si legge in molti siti: semplicemente, la testa è facile da coprire, allora tanto vale farlo)!
Per i freddolosi o per chi vuole nuotare anche in primavera e autunno (o addirittura anche in inverno) esistono mute di diverso tipo, da quelle smanicate per acque temperate, a quelle intere e di grande spessore per acque gelide. Considerate sempre due cose: la muta fa galleggiare tantissimo e quindi altera la nuotata (la facilita molto e consente di non usare praticamente le gambe); e la muta può farci soffrire il caldo, dando una sensazione sgradevolissima di soffocamento, dunque non esagerate acquistando mute supertermiche e poi andando a nuotare nel brodo.
Per quanto riguarda gli occhialini, conviene acquistare una mascherina o un occhialino grande, per esempio esistono ottime vie di mezzo tra le mascherine e gli occhialini. Meglio avere una buona visibilità e la garanzia che non entri l'acqua negli occhi, sia per una questione di comodità che per una questione di sicurezza.
L'acqua di mare, a causa del sale, è estremamente abrasiva. Chi nuota abitualmente per più di 30 minuti a sessione, dovrebbe spalmarsi della vaselina sotto le ascelle, per evitare fastidiosi arrossamenti, che alla lunga compaiono sempre. I nuotatori più bravi (a causa della tecnica di nuotata evoluta) tendono a presentare abrasioni anche sul collo e dovranno spalmare vaselina anche in questa zona, e sui muscoli trapezi. Consiglio l'uso di vaselina in tubetto, quella densa dunque, non quella liquida, più difficile da gestire.
Mentre si nuota si prende il sole, soprattutto nella parte posteriore del corpo e sul viso: bisogna proteggere soprattutto le spalle e la schiena, e il viso, cioè le parti più sensibili alle scottature, con creme solari dotate di fattore di protezione adatto alla propria pelle.
Le meduse sono relativamente frequenti nei nostri mari e può capitare di essere colpiti durante il nuoto in mare. Niente paura: sono cose che capitano e quasi mai le conseguenze sono gravi. L'importante è non farsi prendere dal panico e sapere esattamente cosa fare.
Innanzitutto, se l'acqua è limpida e la visibilità è buona (almeno 3 metri) le meduse si possono vedere ed evitare. Se ce ne sono tante, si può valutare l'opportunità di desistere, evitando il rischio di essere colpiti.
Quando entriamo in contatto con la medusa, percepiamo una sensazione di bruciore e dolore, più o meno intensa. Le endorfine e l'adrenalina sprigionate durante l'attività fisica, in genere attenuano il dolore. La pelle diviene arrossata e compaiono i pomfi (piccoli rilievi sulla pelle). La sensazione di bruciore termina in 10-20 minuti e si trasforma in sensazione di prurito. Se la puntura è lieve e il fastidio accettabile, si può continuare a nuotare, dopo aver verificato che non ci siano parti di medusa sulla zona colpita, e se il dolore è accettabile. Se dopo poco veniamo punti nuovamente, probabilmente siamo finiti in una zona ad alta densità di meduse: è meglio tornare a riva per evitare punture multiple.
Evitare nel modo più assoluto di grattarsi o di strofinare la sabbia o utilizzare ammoniaca, aceto, alcool o altri rimedi fai da te. La medicazione corretta va fatta con l’applicazione di Gel Astringente al Cloruro d'Alluminio.
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