Bottiglie di plastica: sono riutilizzabili?

Le bottiglie di plastica comunemente usate per l'acqua sono riutilizzabili a patto che si seguano specifiche regole per fare in modo che questa pratica sia sicura. 

 

 

Questi contenitori sono realizzati con un materiale chiamato PET, ossia polyethlene terephthalate, che, secondo l'FDA americana (Food and Drug Administration), è idoneo ad un riutilizzo e ad un uso ripetuto nel tempo. La stessa organizzazione pone dei limiti sulla composizione considerata ideale per questo materiale se usato a scopo alimentare. Se si rispettano queste caratteristiche, questo materiale è considerato sicuro per il trasporto dei cibi, ma non si ritiene idoneo per il trasporto di bevande contenenti più del 95% di alcol. 

L'acqua in bottiglia è ancora molto venduta e scelta da molti consumatori che la trovano di sapore migliore rispetto a quella del rubinetto ma anche perchè hanno la percezione di maggior sicurezza per la salute. 

Cosa rilasciano le bottiglie di plastica?

I principali dubbi circa il riutilizzo delle bottiglie di plastica sono dovuti al fatto che esse possono rilasciare composti chimici e possono essere terreno fertile per la crescita dei microrganismi. 

Diversi studi si sono occupati nel corso del tempo della possibilità di rilascio di composti tossici da parte delle bottiglie di plastica. In particolare, uno studio del 2008, si è occupato dell'antimonio, un composto che è molto usato per il materiale contenuto nelle bottiglie di plastica dell'acqua (PET). In grandi quantità, questo composto può provocare vomito e diarrea ma non è considerato un composto cancerogeno. Il livello massimo di antimonio nell'acqua considerato sicuro è pari a 6 ppb (parti per bilione). Da questo studio è risultato che solo una piccola concentrazione di antimonio è, in realtà, rilasciata nell'acqua a partire dal PET delle bottiglie, si parla di concentrazione pari a circa 0.2 ppb. I risultati prendono in considerazione un periodo pari a 3 mesi di riutilizzo delle bottiglie ma è verosimile che, se si fa un uso corretto di questi contenitori, evitando, ad esempio, condizioni climatiche estreme, la concentrazione di antimonio rilasciata non sarebbe molto superiore anche per un utilizzo più lungo. 

 

 

Per quanto riguarda altri contaminanti, il PET di cui sono composte non contiene ftalati, nonostante il nome faccia pensare al contrario. Gli ftalati sono molecole a basso peso molecolare ricavate dall'acido orto-ftalico, mentre le molecole di cui è composto il PET sono ad alto peso molecolare e vengono ricavate dall'acido tereftalico, composto chimico molto differente dal precedente. Gli ftalati sono degli interferenti endocrini, che vanno a ridurre la produzione di testosterone e di altri ormoni. 

Il PET, inoltre, non contiene altri interferenti endocrini e non ci sono prove scientifiche che affermino l'interferenza tra il PET e gli estrogeni dell'organismo. Non sono stati, inoltre, riscontrati problemi a livello riproduttivo in nessuna fase del ciclo cellulare. Questo sembra anche smentire la concezione secondo cui le bottiglie di plastica sarebbero cancerogene. 

Il PET utilizzato per la produzione di bottiglie di plastica sembra essere sicuro per la salute del consumatore anche dopo il congelamento del contenitore. Anzi, questa pratica sembra prevenire ulteriormente il rilascio di sostanze chimiche potenzialmente pericolose, come le diossine. 

 

 

Il riscaldamento delle bottiglie di plastica, invece, sembra esporre maggiormente l'acqua al rilascio di sostanze chimiche. 

La sicurezza del riutilizzo delle bottiglie di plastica è anche confermata da un'indagine di Altroconsumo, che ha confrontato diverse marche di acqua minerale in bottiglia, concludendo che nell'acqua non vi erano tracce di plastica o altre sostanze. Un composto reputato pericoloso è il bisfenolo A, o BPA, che è un interferente endocrino in grado di compromettere la funzionalità degli estrogeni dell'organismo. Questo composto non è presente, secondo quanto riscontrato da Altroconsumo, nelle bottiglie di plastica. Si usa invece nei contenitori rigidi di plastica a base di policarbonato. 

Quante volte si può usare una bottiglia di plastica?

La risposta a questa domanda dipende da come la bottiglia di plastica viene trattata per il riutilizzo. Infatti, il principale pericolo per la salute è dovuto alle contaminazioni batteriche che possono esservi nelle bottiglie di plastica non adeguatamente lavate dopo l'utilizzo. Nonostante il PET sia un materiale inerte che resiste agli attacchi microbici, le proliferazioni batteriche possono esservi in alcuni casi dopo l'uso del contenitore. Pertanto, come consigliato da PETRA, associazione che si occupa della produzione americana del PET, è necessario il lavaggio con idoneo detersivo e acqua calda. Successivamente, la bottiglia andrà asciugata bene, in modo che residui di acqua o altri liquidi non possano generare contaminazioni batteriche. Seguendo queste indicazioni, è possibile riutilizzare in sicurezza la bottiglia di plastica. 

L'uso prolungato sembra essere ostacolato dalla presenza di graffi o tagli nel contenitore, fattore che invece potrebbe favorire la crescita microbica. Per questo motivo, in questi casi il riutilizzo è sconsigliato. 

In conclusione

Le bottiglie di plastica vuote possono essere sottoposte a riciclo tramite la raccolta differenziata, opzione che sembra la migliore e la più sicura. Ma se non hanno danni e se vengono lavate adeguatamente, il riutilizzo è una modalità che permette di abbassare il loro impatto ambientale. La plastica usata per la produzione delle bottiglie non è infatti biodegradabili e se ci si chiede quanto ci mette una bottiglia di plastica a degradarsi la risposta è sorprendente: 1000 anni!

In generale, i lavaggi continui potrebbero portare al rovinarsi della plastica di cui sono composte, ragione per cui i produttori consigliano il riciclo piuttosto che il riutilizzo. 

Il lavaggio per il riutilizzo deve avvenire dopo ogni uso e senza servirsi di detergenti troppo corrosivi o a temperature troppo alte, perchè potrebbero esservi dei danni nel contenitore e quindi una maggior probabilità di proliferazione batterica. 

Il maggior rischio del riutilizzo delle bottiglie di plastica non proviene quindi dal materiale di cui sono composte, che non sembra rilasciare alcuna sostanza dannosa per la salute. 

 

 

 

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