Il rame è un oligoelemento, presente nell'organismo in quantità di circa 100 mg, soprattutto nel fegato, nel cervello, nei reni e nel cuore.
Il rame ha una importanza fondamentale come cofattore di molti enzimi, tale importanza deriva dalla sua proprietà chimica di ossidarsi o ridursi reversibilmente, passando da Cu2+ a Cu+ e viceversa.
Gli enzimi dove il rame esercita la sua funzione sono la citocromo ossidasi (catena respiratoria), la superossidismutasi, la lisinaossidasi (per la formazione del collagene e dell'elastina), la dopamina beta-idrossilasi (sintesi delle catecolamine), tirosinasi (sintesi della melanina), ferrossidasi (trasporto del ferro).
Il rame viene assorbito nello stomaco e nell'intestino, si lega in seguito alla metallotioneina e poi alla ceruloplarmina (in modo forte) e all'albumina (in modo debole), quest'ultima parte è quella cedibile più facilmente alle cellule. L'eliminazione del rame avviene tramite le bile.
Sono particolarmente ricchi di rame i pesci, i crostacei e i legumi, la carne, i cereali e le noci, dunque nella dieta occidentale non ci sono in genere problemi di carenza. Il fabbisogno di rame è di 1,5-3 mg al giorno.
La carenza di rame non è quasi mai causata dall'alimentazione ma è più spesso dovuta a problemi del metabolismo, per esempio in caso di malnutrizione, o malassorbimento, oppure un eccesso di integratori di ferro.
La carenza di rame determina fragilità delle ossa per demineralizzazione, anemia, fragilità delle pareti delle arterie.
L'eccesso di accumulo di rame, che si deposita nel fegato, determina cirrosi e successiva cessione ad altri organi come cervello e reni, dove provoca gravi danni. Tale patologia prende il nome di morbo di Wilson ed è causata da una deficenza congenita dell'eliminazione del rame con la bile.
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