Iperpiressia o febbre alta: cause, conseguenze e cosa fare

Febbre e iperpiressia: la differenza

L'iperpiressia, o febbre alta, è uno stadio della febbre in cui la temperatura corporea è molto alta, aggirandosi intorno ai 39.5-41 °C. 

 

 

La febbre, detta anche piressia, è un aumento improvviso della temperatura corporea al di sopra dei 37,5 °C. Può avere una durata variabile ed è spesso sintomo di un'infezione in corso da parte di batteri o virus, come nel caso dell'influenza. In realtà, la febbre è importante per il nostro organismo, perchè è la forma di reazione che esso ha all'infezione e attraverso cui può aumentare le difese nei confronti dei patogeni. Questo non significa che non vada tenuta sotto controllo.

In generale, quando la temperatura corporea è fino ai 38 °C si ha quella che viene chiamata "febbricola"; tra i 38 e 38,5 °C si ha la febbre lieve. Dai 38,5 ai 39 °C si ha la piressia moderata, fino poi ad arrivare all'iperpiressia che, come abbiamo visto, è caratterizzata da una temperatura ancora più elevata.

Cause dell'iperpiressia

 

 

L'iperpiressia è un sintomo di un'infezione virale o batterica in corso che si verifica in caso di malattie come l'influenza stagionale. 

Una causa dell'iperpiressia è l'ipertermia, che si può avere in seguito all'assunzione di determinati farmaci. Questo si ha a causa di una patologia ereditaria chiamata "ipertermia maligna", in cui la temperatura corporea diventa molto elevata come conseguenza dell'assunzione di farmaci come gli anestetici.  

L'iperpiressia si ha però anche in seguito a diversi fattori, come l'insorgenza di patologie autoimmuni o tumori, così come anche in caso di ascessi, epatiti, gastroenteriti, calcoli renali e patologie neurologiche. Anche l'infestazione da parassiti può avere come conseguenza l'iperpiressia. 

Talvolta la causa dell'iperpiressia non è di immediata diagnosi ma, per arrivare a capire quale sia, il medico può decidere di prescrivere degli esami del sangue oppure delle urine, così come esami colturali, al fine di ricercare eventuali infezioni batteriche o virali. In alcuni casi, vengono effettuati esami come radiografie e TAC per escludere alcune cause di iperpiressia e in presenza di determinati sintomi. 

Iperpiressia da farmaci

Nel caso dell'iperpiressia causata dai farmaci, essa si presenta in seguito alla somministrazione del medicinale e scompare quando essa viene interrotta. Ricompare nuovamente l'iperpiressia se la somministrazione viene ripresa, senza altre cause che possano averla provocata. 

Le cause che stanno alla base di questa reazione sono diverse e abbastanza complesse. Può esserci un'ipersensibilità alla molecola somministrata, dovuta ad esempio a cause determinate geneticamente. Oppure la causa può essere legata ad un'alterazione della termoregolazione in seguito a meccanismi centrali, periferici o metabolici che si scatenano in seguito alla somministrazione del farmaco. Altre cause possono essere dovute ad un danneggiamento dei tessuti o ad una difficoltà nella dispersione del calore. 

 

 

L'iperpiressia da farmaci interessa il 3-4% degli effetti indesiderati dovuti ai farmaci e questo affetto non sembra essere collegato al sesso o all'età del paziente.

L'ipersensibilità è la causa più frequente di iperpiressia da farmaci e si manifesta, nei soggetti sensibili, ogni qual volta il farmaco viene somministrato, in modo indipendente dalla dose e dall'effetto del medicinale. Essa si manifesta in genere nei primi 10 giorni del trattamento farmacologico e può essere difficile da diagnosticare.  

Il trattamento in caso di iperpiressia da farmaci consiste nella sospensione della terapia che l'ha causata. Talvolta, se non è possibile farlo, si va a sostituire la terapia con un'altra maggiormente tollerata. In alcuni casi, non esistono cure idonee alla sostituzione, per cui si utilizzano dei FANS, degli antistaminici o cortisonici prima della somministrazione del farmaco che provoca l'iperpiressia, in modo da ridurne l'entità o l'insorgenza. 

Conseguenze dell'iperpiressia

Come conseguenza dell'iperpiressia, ma anche della febbre in generale, si ha un aumento della produzione del muco che ha la funzione di trattenere i microrganismi patogeni, favorendone l'eliminazione da parte delle cellule del sistema immunitario preposte.

In alcuni casi, l'iperpiressia può causare altri sintomi in modo indipendente dalla patologia che ne è la causa. Fra questi abbiamo una sensazione di malessere generale, tipica anche della febbre, ma che in questo caso risulta più accentuata. Altri sintomi sono il volto molto pallido, una sudorazione eccessiva accompagnata da brividi, debolezza muscolare, fino ad arrivare a stato confusionale e delirante. 

In particolare nei bambini, l'iperpiressia può portare a convulsioni febbrili, ossia crisi convulsive che si hanno in bambini che non hanno mai avuto problemi di tipo neurologico o psicomotorio. Queste sono dovute proprio ad un aumento molto veloce della temperatura corporea. Sono in genere di breve durata, circa 15 minuti e accadano massimo 1 volta al giorno, talvolta addirittura precedendo la comparsa della febbre. La percentuale di frequenza della comparsa di convulsioni febbrili è piuttosto bassa, tra il 2 e il 5%, e interessa sopratutto i bambini dai 6 mesi ai 5 anni. 

L'iperpiressia ha conseguenza gravi in persone anziane, ma anche in pazienti affetti da cardiopatie o nei soggetti immunocompromessi. Alcuni sintomi possono essere concomitanti con l'iperpiressia e segnalare una situazione grave da segnalare al medico, come nel caso di muco o sangue nelle feci, difficoltà respiratorie gravi e dolore a livello del torace. 

Cosa fare in caso di iperpiressia?

La prima cosa da fare è sicuramente chiedere un parere del medico, che saprà dare delle indicazioni corrette per limitare l'iperpiressia e per tenerla sotto controllo. Infatti, l'iperpiressia è molto debilitante per l'organismo ed è necessario arginarne subito il decorso. 

Vi sono, tuttavia, dei consigli generici che possono essere messi in pratica per alleviare le conseguenze dell'iperpiressia e accompagnare la terapia farmacologica del medico. La cosa migliore è, innanzitutto, stare a riposo, prestando attenzione a bere una quantità sufficiente di acqua o liquidi in generale.  

Altro consiglio utile è quello di apportare all'organismo quantità sufficienti di vitamine, come la vitamina C, che favoriscono l'attività del sistema immunitario. Attraverso un'adeguata assunzione di alimenti che ne sono ricchi, possiamo quindi sicuramente aiutare nel processo di guarigione. Questo, però, non significa che sia necessario mangiare per forza, contro la propria volontà, in caso di iperpiressia. Invece è obbligatorio rifornire l'organismo di liquidi, di cui aumenta il fabbisogno in caso di iperpiressia. 

Altra avvertenza utile è quello di arieggiare spesso la stanza in cui sta la persona con iperpiressia, deumidificarla e tenerla ad una temperatura intorno ai 18-22 °C. 

Una concezione errata, ma molto diffusa, è quella di coprire le persone con iperpiressia. In realtà andrebbe fatta la cosa opposta: svestendo il paziente si aiuta il corpo a disperdere meglio il calore in eccesso. 

Farmaci per iperpiressia

Per quanto riguarda i farmaci, in caso di iperpiressia è il medico a prescrivere il corretto dosaggio degli antipiretici. Essi agiscono andando a limitare il processo infiammatorio e quindi anche il dolore e i sintomi concomitanti l'iperpiressia. In caso di insufficienza cardiaca o polmonare gli antipiretici sono sempre consigliati, proprio perchè gli stati febbrili vanno ad aumentare il fabbisogno di ossigeno, compromettendo quindi ulteriormente lo stato di salute di questi pazienti.

Gli antipiretici più utilizzati hanno come principio attivo il paracetamolo o l'acetaminofene. Il primo è in genere considerato sicuro tanto da essere somministrato anche ai bambini. Questo non significa che non sia necessario prestare attenzione alle dosi e ai tempi di somministrazione, in particolare per quei pazienti che soffrono di problemi epatici.  

L'attività antinfiammatoria degli antipiretici si svolge spesso attraverso l'inibizione della sintesi delle prostaglandine, che determinano l'innalzamento della temperatura corporea. In particolare, quest'azione è svolta dai cosiddetti FANS, ossia gli antinfiammatori non steroidei, come l'ibuprofene, contenuto in farmaci molto noti come il Brufen e l'Actigrip. Altri principi attivi di questo tipo è il ketoprofene, l'acido acetilsalicilico e il flurbiprofene. Questi farmaci non sono esenti da effetti collaterali, come nausea, vomito e diarrea. Per questo motivo, vengono usati spesso solo in sostituzione del paracetamolo, ad esempio in quei pazienti che non lo possono utilizzare per diversi motivi. 

Risulta invece sbagliato assumere antibiotici in modo indiscriminato e senza prescrizione medica. Questi farmaci, infatti, non sono attivi contro tutte le forme di infezioni e devono essere prescritti solo dal medico in caso di estrema necessità e con una specifica posologia. 

Come prevenire l'iperpiressia?

L'iperpiressia causata da infezioni virali o batteriche può essere prevenuta osservando le normali regole igieniche, come il lavaggio accurato e frequente delle mani, ma anche coprendosi bocca e naso durante uno starnuto o un colpo di tosse. Altra precauzione è quella di evitare di prendere molto freddo, in quanto questo abbassa le difese immunitarie dell'organismo. Coprirsi bene, quindi, in inverno durante le giornate più fredde è un buon modo per prevenire l'iperpiressia.

 

 

 

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