Etichette dei salumi: nel 2021 indicazione dell’origine obbligatoria

L'etichetta dei salumi è stata di recente regolamentata con l'introduzione dell'obbligo, per ora solo in via sperimentale, dell'indicazione dell'origine del prodotto, già a partire dal paese di nascita dell'animale. 

 

 

Il mercato dei salumi è un'importante fetta dell'economia italiana, che vanta un fatturato di circa 20 miliardi in tutta la filiera, che nell'ultimo anno ha, però, subito un calo dovuto alla chiusura della ristorazione, principale sbocco economico del mercato dei salumi, soprattutto di quelli di alta qualità. 

Vediamo di approfondire meglio l'argomento andando a vedere, con questo articolo, cosa ci dovremmo aspettare di leggere nelle etichette apposte sui salumi. 

Etichette per salumi: novità della normativa sull'etichettatura alimenti 2021

Con il Regolamento UE 1169/2011 si è diffusa una sempre maggiore attenzione verso l'indicazione dell'origine nei prodotti alimentari. Nel dicembre 2019 l'Italia ha comunicato di voler emettere un decreto per l'indicazione dell'origine sui prodotti a base di carne suina trasformata, ossia i salumi. La Commissione Europea aveva un periodo di circa 6 mesi per un'eventuale opposizione alla norma, scaduto a luglio 2020 con il silenzio assenso della Commissione. Per questo motivo, l'Italia, con il Decreto del 6 agosto 2020, ha avviato un periodo sperimentale per questa modifica delle etichette dei salumi. 

 

 

Il periodo di prova scade il 31 dicembre 2021 e parte dal 31 gennaio 2021. Inizialmente la partenza era prevista per il 15 novembre 2020, poi prorogata di 2 mesi per dare l'opportunità ai produttori di smaltire i salumi con etichette non conformi. Come ammettono essi stessi, a causa dell'emergenza sanitaria, le consegne della merce sono rallentate. In ogni caso, lo stesso decreto prevede la commercializzazione anche dei salumi senza indicazione dell'origine fino ad esaurimento delle scorte e comunque fino al termine di conservazione indicato in etichetta. 

Il nuovo decreto italiano va a bloccare per un periodo l'entrata in vigore del Regolamento europeo n. 775 del 2018 che impone l'indicazione dell'origine all'ingrediente primario. Questa norma non piace a molti perchè ritenuta di difficile applicazione ed è per ora sospesa nel nostro paese fino al 31 dicembre 2021. 

Il Decreto italiano prevede l'indicazione nell'etichetta dei salumi delle seguenti informazioni: 

  • paese di nascita dell'animale
  • paese di allevamento dell'animale
  • paese di macellazione dell'animale

Nel caso in cui i 3 paesi coincidano, si può indicare semplicemente la dicitura "origine" seguita dal nome del paese. Se il luogo è in tutti e 3 i casi l'Italia, e se il prodotto è stato anche trasformato nel nostro paese, allora l'etichetta può riportare la dicitura "100% italiano". 

Se, invece, il paese di nascita, allevamento e macellazione è membro dell'Unione Europea, allora è possibile indicare l'origine come UE, oppure anche "extra UE" se non vi appartiene. 

 

 

Al decreto italiano non devono sottostare i prodotti DOP e IGP, come il Prosciutto di Parma o il San Daniele, perchè già nel loro disciplinare di produzione hanno l'obbligo di provenienza italiana della materia prima.

Inoltre, l'indicazione dell'etichetta non si trova sui salumi affettati in gastronomia o nei negozi e confezionati nel punto vendita. 

Nel decreto italiano non viene indicato il modo in cui l'origine deve essere riportata in etichetta, dando libero arbitrio su questo ai produttori. 

Importanza dell'indicazione dell'origine

La grande attenzione su questa scelta italiana è dovuta all'importanza economica e di maggior trasparenza verso il consumatore che questa norma consente. 

L'indicazione dell'origine offre la possibilità a chi acquista di sapere cosa sta comprando, in modo più consapevole delle scelte che effettua. 

Da un'indagine online indetta dal Ministero delle politiche agricole, è risultato che circa il 93% degli italiani ritiene la provenienza come primario criterio di scelta nell'acquisto dei salumi. 

Inoltre, per la qualità dei salumi, la filiera produttiva riveste una grande importanza, soprattutto per quanto riguarda le condizioni di trasporto e il benessere animale. 

In aggiunta, in molti casi i salumi di aziende italiane, hanno in realtà alla base materie prime estere. Le nuove etichette permettono di individuare i casi di salumi non DOP, quindi senza l'obbligo di provenienza 100% italiana, ma di cui è comunque bene che sia chiara la provenienza. Molto spesso, infatti, si producono salumi che si spacciano per italiani ma che hanno, invece, la materia prima, quindi, la carne, prodotta interamente all'estero. Si stima che questi casi siano circa 56 milioni ogni anno.  

In ogni caso, la motivazione alla base dell'indicazione dell'origine in etichetta è più etica e di trasparenza che salutistica, in quanto nella qualità di un prodotto concorrono diversi altri fattori oltre che all'origine della carne utilizzata. Non necessariamente un salume 100% italiano è di buona qualità. 

Oltre alla trasparenza, quindi, l'indicazione dell'origine sui salumi è, ad idea di molti, anche un trionfo della protezione per i prodotti italiani e tradizionali.

Altre indicazioni sull'etichetta dei salumi

Come per gli altri alimenti confezionati, anche i salumi devono sottostare al Regolamento UE 1169/2011 sull'etichettatura dei prodotti alimentari, che uniforma, tra i vari paesi europei, i criteri in merito. 

La normativa europea ha come scopo anche il fornire informazioni chiare e corrette sul contenuto e le materie prime utilizzate per la produzione degli alimenti, uniformando la presentazione e la pubblicità dei prodotti, in modo che non veicolino informazioni fuorvianti o scorrette. 

La normativa sull'etichettatura dei salumi non vale per i prodotti che vengono solo stagionati, senza altro trattamento o per quelli formati da un solo ingrediente. Inoltre, non sono obbligatorie per i salumi preincartati, ossia quelli porzionati nel punto vendita e incartati al suo interno. Non si applicano, inoltre, ai salumi confezionati in superficie inferiori ai 25 cm2

Come per tutti gli altri alimenti confezionati, anche i salumi devono riportare in etichetta:

  • denominazione di vendita;
  • allergeni eventualmente presenti;
  • peso netto;
  • termine minimo di conservazione o data di scadenza;
  • etichetta nutrizionale con: valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, proteine, carboidrati, zuccheri e sale, tutti riferiti a 100 g di prodotto;
  • indicazione della presenza di oli vegetali e di che tipologia di olio si tratta;
  • indicazione del produttore e della sua sede;
  • indicazioni della presenza di acqua superiora al 5%;
  • indicazione dell'eventuale aggiunta di enzimi o proteine nella fase produttiva;
  • indicazione degli ingredienti diversi da quelli normalmente attesi, che deve essere posta accanto alla denominazione di vendita con caratteri simili;
  • i salumi insaccati devono indicare il caso in cui l'involucro non sia commestibile.

Nel caso in cui i salumi vengano venduti via Internet, è necessario fornire all'acquirente tutte queste informazioni prima dell'acquisto, fatta eccezione della data di scadenza o del termine minimo di conservazione, che può essere fornito successivamente. 

 

 

 

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