Le cisti di Baker sono dei noduli, contenenti liquido, che provocano un rigonfiamento e una sensazione di pressione dietro il ginocchio; la maggior parte delle volte sono visibili ad occhio nudo e sono grandi quanto una noce. Il nome della patologia deriva dal medico William Baker, che fu il primo a studiarle a fine ottocento. Possono essere asintomatiche o provocare dolore, soprattutto quando si cerca di stendere o flettere il ginocchio completamente. Il dolore può peggiorare sotto sforzo fisico e l'attività sportiva. Le cisti di Baker, chiamate anche cisti poplitee, generalmente sono il risultato di un'altra patologia a carico del ginocchio, come l'artrite o un'infiammazione alla cartilagine. Le cisti di Baker sono chiamate cisti poplitee perché si formano nella borsa posteriore del ginocchio, detta appunto borsa poplitea. Questo borse, sono delle piccole sacche, contenenti del liquido, che servono per ridurre gli attriti tra i legamenti e i tendini del ginocchio. Insorgono nella maggior parte dei casi in persone tra i 40 e i 70 anni, ma possono essere colpiti anche i bambini in fase di crescita, fra i 4 e i 7 anni.
Nel ginocchio esiste un fluido lubrificante, chiamato liquido sinoviale, che permette il normale movimento della gamba, riducendo l'attrito tra le parti che permettono il movimento del ginocchio. Può capitare che venga prodotto troppo liquido sinoviale, con un conseguente accumulo di liquido nella zona dietro il ginocchio (borsa poplitea), causando le cisti di Baker. Le cisti possono avere un'origine idiopatica, oppure possono essere la conseguenza di un'altra patologia. Nel primo caso la ciste appare senza un motivo particolare e si assiste a un'anomala produzione del liquido sinoviale. Nel secondo caso la condizione può essere una risposta fisiologica del ginocchio ad un'altra patologia, come:
Le persone che corrono spesso o i maratoneti, sono i soggetti maggiormente a rischio sviluppare cisti di Baker, in quanto lo stress prolungato della corsa potrebbe causare la loro formazione.
In alcuni casi, le cisti di Baker non provocano dolore e particolari sintomi. In altri casi i segni ed i sintomi possono includere:
I sintomi possono peggiorare dopo che si è svolta attività fisica o si è passato un lungo periodo di tempo in piedi. Raramente si può andare incontro ad una complicanza, ma può succedere che le cisti esplodano, con conseguente perdita di liquido sinoviale nella regione del polpaccio, causando:
Questi sintomi sono molto simili a quelli di un coagulo di sangue a carico di una vena della gamba, per cui se si prova gonfiore e c'è un arrossamento del polpaccio, è consigliabile una valutazione medica immediata per escludere altre cause più gravi.
Le cisti di Baker, nella maggior parte dei casi, possono essere diagnosticate con un esame fisico, tuttavia, poiché alcuni dei segni e dei sintomi delle cisti di Baker si sovrappongono con quelli di condizioni più gravi, come ad esempio un coagulo di sangue, un aneurisma o un tumore, il medico può prescrivere l'esecuzione di un test di imaging o degli esami strumentali, non invasivi, tra cui:
È possibile che le cisti di Baker scompaiano da sole e che il liquido venga assorbito senza necessità di un intervento specifico, tuttavia se la ciste è di dimensione particolarmente grande ed è molto dolorosa, il medico può raccomandare i seguenti trattamenti:
Nel caso in cui il medico imputasse la causa della ciste ad un'infiammazione della cartilagine (lacrima di cartilagine), che a sua volta provoca una sovrapproduzione di liquido sinoviale, potrebbe raccomandare un intervento chirurgico per rimuovere o riparare la cartilagine strappata. Per le cisti di Baker associate all'osteoartrosi di solito si interviene con il trattamento dell'artrite, permettendo, di conseguenza, un miglioramento anche delle cisti. Tra i rimedi casalinghi si consiglia l'uso del ghiaccio sulla zona interessata, gli impacchi con l'argilla e dell'attività motoria in acqua, per non sovraccaricare il ginocchio.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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