L'epatite A è una delle possibili tipologie di epatite. È una malattia infettiva virale altamente contagiosa che colpisce il fegato ed è causata dal virus dell'epatite A. Il virus appartiene alla famiglia dei Picornaviridae, è responsabile dell'infiammazione epatica e influenza la funzionalità degli epatociti.
Le probabilità maggiori di contrarre l'infezione derivano dall'ingestione di cibo o acqua contaminati da feci infette oppure attraverso il contatto con una persona che è stata infettata.
I casi di lieve gravità di epatite A non necessitano di alcun trattamento, dato che la maggior parte delle persone infette guariscono completamente senza danni permanenti al fegato.
Uno dei modi migliori per prevenire l'infezione dell'epatite A è di praticare una buona igiene personale (es. lavarsi le mani di frequente). Inoltre è disponibile un vaccino, il quale è raccomandato in caso di viaggi in zone endemiche.
Il virus dell'epatite A è presente in tutto il mondo, con una diffusione maggior nei Paesi in via di sviluppo; il più alto tasso di sieropositività si osserva infatti negli adulti che vivono in Africa, Asia e Sud America. In tali regioni, l'acquisizione avviene nella prima infanzia e di solito è asintomatica. I fattori che predispongono all'acquisizione precoce del virus includono il sovraffollamento, la scarsa igiene e la mancanza di acqua pulita.
L'epatite è causata dal virus dell'epatite A (HAV), il quale è un virus a RNA, appartenente agli Hepatovirus, della famiglia dei Picornaviridae.
L'infezione, di solito si sviluppa per via oro-fecale in seguito all'assunzione di una quantità, anche minima, di cibo o acqua contaminati da materiale fecale contenente il virus. Dopo essere stato ingerito, il virus, diffonde alla circolazione sanguigna per arrivare al fegato, dove si lega agli epatociti, in cui si replica e viene successivamente eliminato con le feci.
Il virus dell'epatite A infetta le cellule del fegato e provoca l'infiammazione, la quale può alterare la funzione delle cellule epatiche e causare i segni e sintomi dell'epatite A.
Il virus può essere trasmesso in diversi modi, fra cui:
Le manifestazioni cliniche dell'epatite A si presentano in maniera improvvisa almeno 2 settimane dopo l'infezione iniziale e comprendono:
I sintomi generalmente compaiono da 2 a 4 settimane in seguito all'infezione, in cui è presente un periodo d'incubazione asintomatico.
La durata delle manifestazioni cliniche è variabile, nei casi di malattia lieve durano circa un paio di settimane, mentre se è più una grave può durare diversi mesi; in ogni caso l'epatite A non cronicizza mai.
L'epatite A viene diagnosticata attraverso test sierologici eseguiti tramite le analisi del sangue del paziente.
La diagnosi d'infezione acuta da HAV si basa sulla ricerca d'immunoglobuline M (IgM) anti HAV nel sangue del paziente. I risultati dei test per le IgM anti-HAV sono positivi al momento della comparsa dei sintomi, sono infatti presenti dopo una settimana dall'infezione e persistono fino a un massimo di 12-14 settimane e di solito sono accompagnate dall'elevazione del livello dell'enzima ALT (alanina amino transferasi), una delle transaminasi.
In pazienti con una recidiva dell'infezione di epatite A, l'elevazione dei livelli di IgM persiste per la durata della malattia.
La presenza di IgG anti-HAV appare subito dopo l'elevazione dei livelli di IgM e generalmente persiste per molti anni. La presenza di anticorpi IgG anti-HAV in assenza di IgM indica una passata infezione oppure un'avvenuta vaccinazione, le IgG infatti forniscono un'immunità protettiva.
Non esiste un trattamento specifico per curare l'epatite A. Un organismo sano è in grado di eliminare autonomamente il virus in assenza di terapia e nella maggior parte dei casi di epatite A, il fegato guarisce entro 6 mesi senza danni permanenti.
È consigliato tuttavia seguire i seguenti comportamenti:
È possibile prevenire l'infezione del virus dell'epatite A mediante l'assunzione di un vaccino.
Il vaccino che protegge nei confronti dell'epatite A viene eseguito in due somministrazioni, la seconda somministrazione viene eseguita da 6 a 12 mesi dopo la prima.
Il vaccino è consigliato alle seguenti categorie di persone:
È inoltre possibile prevenire l'infezione su di sé e sugli altri attraverso semplici comportamenti igenico-sanitari:
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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