L'epatite fulminante, conosciuta anche come insufficienza epatica acuta, è la perdita rapida della funzionalità epatica (ovvero il fegato non è più in grado di svolgere le sue funzioni), in una persona che, precedentemente, non ha mai sofferto di alcuna malattia epatica.
L'insufficienza epatica acuta è meno comune dell'insufficienza epatica cronica, che si sviluppa più lentamente.
L'epatite fulminante, può causare complicazioni gravi, tra cui il sanguinamento eccessivo e aumento della pressione nel cervello. Si tratta di un'emergenza medica che richiede il ricovero immediato in ospedale. A seconda della causa, l'insufficienza epatica acuta può, talvolta, essere curata con dei farmaci, ma in molte situazioni l'unico rimedio per una guarigione completa è rappresentato dal trapianto del fegato.
L'insufficienza epatica acuta si verifica quando le cellule epatiche sono danneggiate in modo significativo e non sono più in grado di adempiere alla loro funzione.
Spesso l'insufficienza epatica viene definita "indeterminata" poichè, nonostante un'accurata anamnesi clinica, non sono riscontrabili le cause che hanno portato allo sviluppo della malattia. Questi casi sono circa il 50% dei casi di epatite fulminante nei bambini, e circa il 15% negli adulti.
Le possibili cause dell'epatite fulminante comprendono:
L'epatite fulminante è contagiosa solo se causata da virus che potrebbero quindi diffondere, attraverso diverse vie, in un altro organismo. Le modalità di trasmissione variano a seconda del virus. Il virus dell'epatite B, ad esempio, diffonde attraverso il sangue infetto o fluidi corporei infetti, come liquido vaginale e sperma. Inoltre, può essere trasmesso in modo verticale, cioè dalla madre al feto. Anche il virus dell'epatite C può essere trasmesso attraverso il sangue e, solo raramente, in seguito ai rapporti sessuali.
L'epatite A, invece, può essere trasmessa per via oro-fecale o attraverso gli alimenti e le stoviglie non lavate accuratamente.
I segni e sintomi dell'epatite fulminante possono includere:
L'epatite fulminante spesso causa complicazioni, tra cui:
L'encefalopatia che caratterizza le complicanze di questa patologia, può determinare sintomi come:
I test e le procedure utilizzate per diagnosticare l'epatite fulminante sono:
Le persone che soffrono di epatite fulminante sono spesso trattate presso il reparto di terapia intensiva di un ospedale e, quando possibile, in una struttura in grado di eseguire un trapianto di fegato. Il medico può tentare di trattare il danno epatico con i farmaci, ma in molti casi, il trattamento necessita di un'operazione chirurgica.
I trattamenti per un'insufficienza epatica acuta possono includere:
In seguito al trattamento, è opportuno controllare i segni e i sintomi per cercare di prevenire le complicanze causate dalla patologia.
Se il medico sospetterà il rischio di una complicanza, potrebbe procedere con le seguenti cure:
In seguito alle cure, l'esito dell'epatite fulminante è diverso a seconda della causa eziologica e del grado di encefalopatia riscontrato al momento del ricovero. Le forme con una sopravvivenza minore sono quelle autoimmuni, oppure quelle associate al morbo di Wilson. In quest'ultimo caso si ha una mortalità praticamente totale.
Il trapianto di fegato risulta essere una buona alternativa, che aumenta la sopravvivenza dei pazienti dopo il trapianto.
Diversi studi hanno cercato un 'alternativa al trapianto e cure sempre più efficaci. Uno studio del 2000 ha proposto il trapinato di epatociti isolati per aumentare la possibilità di sopravvivenza ma anche la quantità di cellule epatiche trapiantate. Altri studi hanno proposto simili trattamenti per supportare a livello metabolico l'organismo, in attesa di un trapinato d'organo. Queste metodiche non sono ancora state bene sviluppate, in quanto hanno dato dei risultati limitati solo a pochi casi. Pertanto sono necessarie ulteriori ricerche in merito.
I pazienti che soffrono di insufficienza epatica acuta devono adottare dei particolari accorgimenti dietetici, mirati a fornire l'adeguato apporto nutritivo senza compromettere ulteriormente la funzionalità del fegato. In questa fase si può avere malnutrizione generale, a causa dello scarso appetito delle persone malate ma anche per difficoltà digestive. Pertanto l'alimentazione gioca un ruolo importante nel prevenire la malnutrizione.
Nelle prime fasi della malattia, il paziente viene alimentato per via parenterale, attraverso una miscela contenente glucidi, amminoacidi e lipidi che fornisce un giusto quantitativo energetico.
Successivamente, il paziente inizia ad alimentarsi per via orale. In questa fase la dieta sarà normocalorica e con una quantità di carboidrati pari al 55-60% delle calorie totali, di lipidi pari al 25-30% e di proteine pari al 14-15%. Una quantità corretta di proteine è necessaria al fine di prevenire i casi di malnutrizione e stimolare la sintesi proteica epatica, che può essere compromessa in questi pazienti.
Allo stesso tempo, è d'obbligo rispettare la quota lipidica prevista, perchè i grassi aiutano nell'aumentare la palatabilità dei cibi, stimolando questi pazienti a mangiare. In alcuni casi, potrebbe essere compromessa la capacità di produrre sali biliari. In quest'ultimo caso è, quindi, necessario ridurre i grassi.
In generale, sarebbe meglio preferire, quindi, carni bianche magre, pesci magri, olio extravergine di oliva come condimento. Eliminare tutti gli alimenti ricchi di grassi e colesterolo, come carni grasse, burro, strutto e preferire fonti proteiche vegetali.
I pasti, nella fase di alimentazione orale, devono essere piccoli ma frequenti, in modo da non sovraccaricare l'apparato digerente con un eccessivo impegno.
Nei casi più gravi di insufficienza epatica è necessario abolire il sale dalla dieta, per ridurre l'edema che può caratterizzare questa malattia, e preferire l'assunzione di proteine attraverso gli amminoacidi ramificati, che diminuiscono i metaboliti azotati che possono incrementare l'encefalopatia.
Inoltre, in questa patologia è fatto divieto di assunzione di alcolici di qualsiasi genere, in quanto l'alcol viene metabolizzato da enzimi epatici. Per questo motivo, l'alcol potrebbe ritardare il processo di guarigione, portando alla cronicizzazione della malattia.
L'integrazione prevista in caso di epatite fulminante riguarda le vitamine liposolubili, quindi vitamine A, E, D e K. Queste ultime in questi pazienti potrebbero essere carenti a causa della malnutrizione o di un alterato assorbimento.
Altri accorgimenti riguardano la preparazione dei cibi, come l'invito a non consumare cibi crudi, lavare accuratamente frutta e verdura prima del consumo e curare l'igiene personale e delle mani, sopratutto quando si preparano i cibi e prima di consumarli. Questo per evitare contaminazioni veicolate attraverso gli alimenti che potrebbero ulteriormente compromettere la salute generale.
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