La fibrosi cistica (FC) è una malattia genetica multisistemica dell'epitelio di trasporto dei tessuti che colpisce la secrezione dei liquidi delle ghiandole esocrine e l'epitelio di rivestimento del tratto respiratorio, gastrointestinale e riproduttivo.
In molti lattanti, conduce ad un'abnorme viscosità delle secrezioni mucose, che ostruiscono gli organi cavi causando gran parte dei quadri clinici legati a questa malattia.
Si caratterizza infatti per infezioni polmonari ricorrenti che portano alla patologia respiratoria cronica, insufficienza pancreatica, steatorrea, malnutrizione, cirrosi epatica, ostruzione intestinale e sterilità maschile.
Queste manifestazioni possono comparire in qualsiasi epoca della vita, dalla nascita alla giovinezza fino all’età adulta.
La fibrosi cistica è una malattia genetica che colpisce principalmente le popolazioni caucasiche del nord America e del nord Europa con rapporto 1 su 3000 nati vivi. È infrequente negli asiatici (1 su 31.000 nati vivi) e negli afro-americani (1 su 15.000 nati vivi).
La durata media della vita dei pazienti con fibrosi cistica è di circa 30 anni.
La fibrosi cistica è una malattia autosomica recessiva (quindi gli eterozigoti portatori della mutazione sono asintomatici) conseguente alla mutazione di un gene localizzato sul cromosoma 7.
Questo gene mutato codifica per la proteina regolatrice della conduttanza transmembrana della FC (CFTR = cystic fibrosis transmembrane regulator).
CFTR è una proteina che sembra funzionare sia come canale del cloro (Cl-), sia come regolatore di altri canali ionici e l'assenza di essa contribuisce alla patogenesi della fibrosi cistica.
La caratteristica comune degli epiteli colpiti da questa malattia è, infatti, la disfunzione nel trasporto degli ioni, dovuto proprio alla mancanza della proteina CFTR, colpita dalla mutazione genetica.
Come già accennato in precedenza, la fibrosi cistica è una malattia multisistemica e gli organi più colpiti dalla malattia sono il pancreas, il tratto gastroenterico, il polmone, le ghiandole salivari e sudoripare e l'apparato riproduttivo maschile.
La diagnosi di fibrosi cistica si basa principalmente sul test del sudore, si riscontra cioè una concentrazione molto elevata di elettroliti nel sudore dei soggetti malati.
I valori delle concentrazioni di sodio (Na+) e cloro (Cl-) nel sudore variano con l'età, ma tipicamente una concentrazione di Cl- superiore a 70 mEq/l consente di porre diagnosi.
Inoltre, va sospettata la fibrosi cistica nei casi in cui ci sia infertilità maschile, agenesia dei dotti deferenti, ileo da meconio in un lattante e una storia di familiarità per questa malattia.
Nei pazienti con una mutazione lieve del CFTR, il test del sudore può essere normale o quasi (misurazione della differenza dei potenziali transnasali (DDP).
Sulla mucosa nasale viene posto un elettrodo esploratore (un tubicino contenente liquido con terminale metallico) e un elettrodo di riferimento (un ago) viene inserito sotto la cute di un braccio, entrambi collegato ad un misuratore di voltaggio.
Attraverso il tubicino dell'elettrodo esploratore si possono introdurre a livello di mucosa nasale diverse soluzione di farmaci. Si fanno 3 misurazioni: quella basale, quella dopo instillazione di amiloride (inibisce il riassorbimento di sodio), quella dopo instillazione di acqua senza cloro contenente isoproterenolo che dovrebbe stimolare la proteina CFTR. Nella FC classica vi è normalmente un alto voltaggio negativo (circa -40 mV), che si modifica dopo instillazione di amiloride e non si modifica quando si inietta isoproterenolo (perché la proteina su cui dovrebbe agire, la CFTR è assente o mutata).
La diagnosi di certezza si ha ovviamente con l'analisi genetica del gene coinvolto nella malattia per evidenziarne la mutazione.
Questo esame viene effettuato nei casi di storia familiare positiva per FC o con quadro clinico suggestivo (o entrambi).
Purtroppo non esiste alcuna cura per questa malattia.
Le uniche accortezze da mettere in atto sono il controllo accurato dell'alimentazione, la prevenzione e la cura delle infezioni respiratorie, la rimozione delle secrezioni nell’albero respiratorio ed eventualmente il trapianto di polmoni (bilaterale), epatico o epato-pancreatico.
Bambini e adolescenti sottoposti a trapianto polmonare bilaterale hanno una sopravvivenza del 70% e questi miglioramenti hanno permesso a una maggioranza di pazienti di arrivare fino all'età adulta, anche se l’aspettativa media di vita rimane comunque intorno ai 30 anni.
Per rimuovere le secrezioni abbondanti e dense si ricorre spesso ad esercizi respiratori, apparecchi a vibrazione (flutter) e percussione toracica.
Si utilizza con discreto successo la DNAasi ricombinante, che riduce la viscosità delle secrezioni, aumenta il flusso aereo.
L'aumento del flusso aereo può essere ottenuto anche con la somministrazione di agonisti beta2-adrenergici per via inalatoria o la somministrazione per brevi periodi di corticosteroidi che riducono l'infiammazione.
Importantissima è poi la cura delle infezioni polmonari, in quanto il 95% delle morti nei pazienti avviene per questo motivo.
Si utilizzano gli antibiotici per via orale per curare le infezioni, in base però all'antibiogramma effettuato su espettorato in modo da dare una terapia mirata e non selezionare così batteri resistenti che aggraverebbero l'infezione.
Solitamente si ricorre all'uso di cefalosporine e penicilline semisintetiche per le infezioni da Stafiloccocco, mentre si usa ciprofloxacina per quelle da Pseudomonas.
Gli antibiotici vanno somministrati precocemente e il loro uso prolungato per parecchio tempo. Inoltre vanno dati a dosaggio superiore rispetto ai pazienti non affetti da FC.
In caso di esacerbazioni o infezioni resistenti, si ricorre alla somministrazione ospedaliera di antibiotici endovena.
Per quanto invece riguarda l'apparato gastroenterico, un ruolo di fondamentale importanza ricopre una dieta adeguata e l'assunzione di enzimi pancreatici con capsule contenenti tra le 4000 e le 20.000 unità di lipasi pancreatica.
La dose di enzimi va regolata in base alle modificazioni del peso corporeo, alla sintomatologia e alle caratteristiche delle feci.
È inoltre importante la reintegrazione di vitamine liposolubili, soprattutto E e K.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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