Il termine nevrosi viene generalmente usato per descrivere una malattia mentale non psicotica che scatena sentimenti di angoscia e ansia e danneggia il funzionamento sociale di un individuo.
La parola nevrosi significa "disturbi nervosi", ed è stata coniata alla fine del XVIII secolo da William Cullen, un medico scozzese. Il concetto di Cullen di nevrosi comprendeva tutti quei disturbi e sintomi nervosi che non avevano una chiara causa organica.
Fu però solo con Sigmund Freud e con le scuole psicoanalitiche che il termine nevrosi venne utilizzato per descrivere una malattia mentale o una difficoltà psicologica associata ad ansia estrema.
Secondo la tradizione psicoanalitica le nevrosi nascono dal conflitto intrapsichico (conflitto tra desideri e impulsi diversi tenuti all'interno delle diverse componenti della mente). Al centro di tale teoria, vi è l'esistenza di una parte inconscia della mente (inconscio) che, tra le altre funzioni, funge da deposito per pensieri, sentimenti e ricordi repressi, che sono inquietanti o comunque inaccettabili per la mente cosciente. Questi contenuti mentali repressi sono tipicamente stimoli sessuali, aggressivi, ricordi dolorosi di una perdita o di un desiderio insoddisfatto risalente fin dall'infanzia. Nel momento in cui questi pensieri inaccettabili e repressi minacciano di entrare nella coscienza, la mente umana si difende generando l'ansia; infatti secondo la teoria psicanalitica, la parte cosciente della mente (l'Io) cerca di sviare l'emergere nella coscienza dei contenuti mentali repressi attraverso l'utilizzo di meccanismi di difesa come la repressione, la negazione o la formazione reattiva.
I sintomi nevrotici spesso iniziano quando un meccanismo di difesa precedentemente utilizzato, per una qualche ragione smette di essere efficace e un desiderio proibito o un impulso minacciano di diventare coscienti.
Al giorno d'oggi il termine nevrosi ha subito diverse modificazioni e non è generalmente più utilizzato da psicologi e psichiatri per indicare una categoria diagnostica; è inoltre stato rimosso dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) nel 1980 con la pubblicazione della terza edizione.
Alcuni professionisti, utilizzano tutt'oggi questo termine per descrivere sintomi ansiosi e comportamenti associati, o per descrivere la gamma di malattie mentali al di fuori dei disturbi psicotici (ad esempio, la schizofrenia o il disturbo delirante). Altri, in particolare psicoanalisti, usano il termine per descrivere il processo interno stesso (chiamato conflitto inconscio) che attiva la caratteristica ansia della nevrosi.
I disturbi nevrotici si distinguono dai disturbi psicotici in quanto l'individuo con sintomi nevrotici ha un esame di realtà intatto, mentre il paziente psicotico no. Ci sono diverse categorie per descrivere le nevrosi psicologiche che includono sintomi differenti.
A metà degli anni '90 uno studio collegò la nevrosi a uno specifico gene umano. La funzione del gene identificato è di controllo nella quantità di produzione di serotonina (neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale) attraverso la modulazione della produzione di una proteina trasportatrice. Questa proteina trasportatrice, svolge un ruolo chiave nel veicolare la serotonina attraverso lo spazio sinaptico (la distanza tra le cellule nervose) dove avviene la stimolazione delle cellule nervose; inoltre è anche implicata nel riassorbimento cellulare della serotonina (reuptake).
Nel caso del "gene nevrosi", in cui si ha una modificazione di tale gene, si assiste a una ridotta quantità di proteina trasportatrice prodotta. Se la quantità di proteina trasportatrice prodotta è insufficiente, una quantità eccessiva di serotonina rimarrà nella fessura sinaptica, non potendo né essere veicolata né essere riassorbita, e la serotonina continuerà a stimolare le cellule nervose, causando nevrosi o sintomi nevrotici.
Diversi studi successivi hanno dimostrato che i pazienti aventi tratti di personalità nevrotica, spesso possedevano una mutazione nel "gene nevrosi" con conseguente riduzione nella produzione della proteina trasportatrice.
Altri studi hanno inoltre evidenziato come il tasso di pazienti con sintomi nevrotici fosse statisticamente più elevato in classi e culture socio-economiche in cui il tenore di vita fosse basso.
In conclusione si è stabilito che i fattori genetici predispongano un individuo ad ansia e nevrosi, e fattori esterni come lo stato socio-economico possano innescare i sintomi in questi pazienti geneticamente predisposti.
I pazienti con sintomi di malattia mentale, fra cui anche i sintomi nevrotici, dovrebbero essere sottoposti a un esame fisico completo e un'anamnesi dettagliata del paziente, atti a escludere cause organiche di malattia (ad esempio tumore al cervello o lesioni cerebrali).
In caso di sospetto disturbo nevrotico, il paziente dovrebbe essere preso in cura da uno psicologo o psichiatra, i quali condurranno un colloquio con il paziente per valutare le condizioni cliniche e lo stato mentale (mediante anche l'uso di scale o test).
I test che possono essere somministrati per la diagnosi e la valutazione della nevrosi sono il NEO-R, scala che aiuta a identificare la personalità del paziente o il 16PF, test eseguito dal paziente che facilita la diagnosi, prognosi e terapia.
La nevrosi deve essere trattata da uno psicoterapeuta, psicologo e/o psichiatra. Il trattamento per una malattia nevrotica dipende dai sintomi che il paziente presenta e il livello di disagio che stanno causando. Le modalità di trattamento sono simili a quelle di altri disturbi mentali, e possono includere la psicoterapia, la terapia cognitivo-comportamentale, terapie creative (ad esempio l'arte o la musicoterapia) esercizi, farmaci psicoattivi e relax.
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