Gli antidepressivi fanno parte della categoria degli psicofarmaci, sono utilizzati in caso di depressione o di altri disturbi psicologici legati a variazioni patologiche dell'umore.
Nella depressione e negli altri disturbi dell'umore vi è sempre un malfunzionamento di alcuni neurotrasmettitori, in particolare dopamina, serotonina e noradrenalina. Tale malfunzionamento è stato scoperto negli anni '60 e in seguito furono create delle molecole in grado di modulare la quantità di neurotrasmettitori: così nacquero i primi psicofarmaci antidepressivi.
Molto probabilmente, tuttavia, il malfunzionamento dei neurotrasmettitori non è sempre la causa della depressione: infatti gli antidepressivi ad oggi non si sono dimostrati particolarmente efficaci nel risolvere in modo definitivo tale piaga sociale. Sicuramente esistono cause di tipo psicologico favorite o meno da predisposizioni individuali: in ogni caso la scienza è ancora lungi dall'aver definito in modo chiaro il quadro della patologia.
I farmaci antidepressivi rimodulano i meccanismi dei neurotrasmettitori, riequilibrando lo stato umorale del soggetto. Dunque, questi farmaci agiscono esclusivamente dal punto di vista chimico, senza agire sulle ulteriori cause e soprattutto sulle dinamiche psicologiche che hanno scatenato e mantenuto il disturbo dell'umore.
Gli antidepressivi si differenziano in base al meccanismo di azione. La maggior parte di questi farmaci, come vedremo, bloccano la ricaptazione dei neurotrasmettitori a livello sinaptico, cioè impedendo che questi vengano riassorbiti dopo aver svolto il loro ruolo, potenziandone la disponibilità e di conseguenza l'effetto.
Vengono utilizzati nei casi di depressione grave e nel disturbo bipolare. Il meccanismo di azione di questi antidepressivi non è ancora stato chiarito completamente.
Gli Antidepressivi Triciclici (ADT) sono quelli storicamente più importanti e agiscono limitando il riassorbimento della noradrenalina. Hanno effetto sui sintomi della depressione non prima di un paio di settimane, e hanno delle controindicazioni anche importanti, come confusione mentale, problemi del sonno, alterazioni visive, tachicardia, secchezza delle fauci, stipsi, aumento di peso, vertigini, agitazione e tremori degli arti superiori, sudorazione eccessiva, diminuzione del desiderio sessuale, difficoltà cognitive, problemi di orgasmo.
Fortunatamente non danno assuefazione n?© dipendenza, anche se gli effetti collaterali non li rendono utilizzabili nel lungo periodo.
Questi antidepressivi inibiscono degli enzimi (le monoaminossidasi) mediatori del catabolismo di Serotonina, Dopamina e Noradrenalina, rendendoli quindi più disponibili nei processi neurali tra sinapsi e sinapsi.
Tali antidepressivi sono considerati di seconda scelta perch?© meno tollerabili e con maggiori effetti collaterali rispetto agli Antidepressivi Triciclici.
Questi antidepressivi inibiscono il riassorbimento della serotonina a livello dei recettori nervosi.
La serotonina è un potente neurotrasmettitore che influenza in modo determinante l'umore di una persona: questi farmaci aumentano la disponibilità di questo neurotrasmettitore a livello cerebrale.
Gli SSRI hanno maggior efficacia a breve e lungo termine e risultano essere più tollerabili grazie ai minori effetti collaterali, dunque vengono prescritti a una categoria di persone più ampia.
Gli effetti collaterali degli SSRI sono tipicamente nausea, squilibri dell'appetito, insonnia, emicrania, tremori agli arti.
Gli SSRI possono essere divisi in sei gruppi, in base al principio attivo abbiamo quindi:
Fluoxetina: utilizzata nei disturbi dell'umore, nel disturbo ossessivo-compulsivo, nei disturbi alimentari (bulimia e Binge Eating Disorder).
Antidepressivi commerciali contenenti fluoxetina: Fluctine, Fluoxeren, Fluoxetina e Prozac.
Fluvoxamina: ha azione antidepressiva e ansiolitica, utilizzata nei disturbi di depressione ansiosa, nei disturbi psicotici e nel disturbo ossessivo-compulsivo.
Antidepressivi commerciali contenenti fluvoxamina: Dumirox, Fevarin, Floxyfral, e Maveral.
Paroxetina: utilizzata negli attacchi di panico e nella distimia, ma anche in patologie non psichiatriche come la fibromialgia.
Antidepressivi commerciali contenenti paroxetina: Eutimil, Daparox, Deroxat, Sereupin, Seroxat.
Sertralina: aumenta la sazietà e quindi è utilizzata negli obesi e nei mangiatori compulsivi. Antidepressivi commerciali contenenti sertralina: Gladem, Serad, Tatig, Zoloft.
Citalopram: di recente introduzione, ha elevata tollerabilità e minori effetti collaterali. Utilizzata nella depressione e negli attacchi di panico.
Antidepressivi commerciali contenenti citalopram: Elopram o Seropram.
Escitalopram: si tratta di una evoluzione del Citalopram.
Antidepressivi commerciali contenenti escitalopram: Cipralex o Entact.
Questi antidepressivi agiscono in modo simile agli SSRI inibendo il riassorbimento della noradrenalina, aumentanone le disponibilità a livello cerebrale.
Vi sono infine antidepressivi in grado di inibire la ricaptazione sia la captazione di serotonina che quella di Noradrenalina, chiamati SSNRI.
Tra questi farmaci ricordiamo alcuni principi attivi e relativi farmaci commerciali: Venlafaxina (Efexor, Faxine); Mirtazapina (Mirtazapina, Remeron); Reboxetina (Edronax, Davedax).
Il bupropione è un antidepressivo di recente introduzione. Utilizzato in origine per smettere di fumare, oggi viene utilizzato nell'obesità grazie al suo potere anoressante (riduce l'appetito).
La depressione è una patologia molto complessa di cui si sa ancora molto poco.
Sicuramente non si cura solo con i farmaci, che rimangono un valido alleato dello psicanalista, soprattutto nei casi più gravi, ma vanno sempre associati a una terapia psicologica.
Certo è che molte persone con forme lievi di depressione o di alterazione dello stato di umore abusano di antidepressivi invece di cercare di risolvere il loro problema agendo sulle cause, spesso causate da uno stile di vita errato.
Così come è un fatto che ad oggi i farmaci antidepressivi non sono riusciti a dare una risposta concreta per debellare questo problema.
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