L'ernia cervicale è un ernia del disco localizzata nelle vertebre cervicali.
Questo genere di ernia presenta alcune differenze rispetto a quelle lombari, sia dal punto di vista del decorso che da quello terapeutico. La differenza più interessante è la tendenza all'autoguarigione con una velocità superiore alle ernie lombari.
George Schmorl e Herbert a partire dal 1925 esaminarono più di 100000 cadaveri e nel 1932 pubblicarono un libro dal titolo "La colonna vertebrale sana e malata nella radiologia e nella clinica".
Schmorl e Junghanns scoprirono il nesso causale fra ernia discale e dolore lombare-radicolare, costituendo il presupposto scientifico e la giustificazione razionale della sua rimozione chirurgica.
Schmorl e Junghanns evidenziarono una frequenza molto alta di ernie discali a livello lombare inferiore, specie in L4-L5 e L5-S1, le ernie cervicali avevano una frequenza simile a quelle lombari.
Oggi sappiamo, da studi randomizzati e controllati, in doppio cieco, che il 30-40% dei soggetti tra i 30 e i 50 anni, che non presentano sintomi (dolore al collo), presenta una o più ernie cervicali!
Questi dati incrociati con quelli di Schmorl e Junghanns dimostrano che l'ernia discale cervicale ha una più rapida e costante tendenza al riassorbimento rispetto all'ernia lombare: l'esiguo numero di ernie cervicali riscontrate sui cadaveri (dunque su persone con una età media maggiore di 60 anni), confrontato con l'elevata incidenza in soggetti ancora vivi di età inferiore, dimostra una tendenza naturale delle ernie cervicali a riassorbirsi.
L'ernia non è che una evoluzione del processo degenerativo: dopo essere stata assorbita, lascia il posto a espressioni patologiche che cercano di compensare l'instabilità del disco, dunque osteofiti reattivi, riassorbimento del disco e saldatura tra le vertebre adiacenti.
L'ernia cervicale si asporta per via chirurgica come l'ernia lombare. A differenza di quest'ultima, tuttavia, l'ernia cervicale presenta alcune complicazioni aggiuntive che rendono quasi sempre necessario l'intervento a cielo aperto, perché le tecniche moderne percutanee presenterebbero troppi rischi. C'è anche da dire che l'intervento chirurgico per l'ernia discale è raramente necessario, per i motivi di cui abbiamo parlato.
Come abbiamo visto l'ernia discale è presente in moltissimi soggetti asintomatici e dunque non deve esser considerata di per sé una grave patologia che necessita la rimozione chirurgica, lo è quando diventa sintomatica e si presentano anche lievi la sofferenza del midollo spinale, cioè il danno ai nervi per compressione del disco sulle radici nervose.
Se il dolore non passa entro 15-20 giorni con iniezioni di antinfiammatori, e con altri strumenti terapeutici quali la trazione cervicale (da effettuare sotto stretto controllo medico), bisogna considerare seriamente l'operazione chirurgica. Molto spesso la rimozione dell'ernia comporta una grave perdita di instabilità delle vertebre, con conseguente necessità di stabilizzarle tramite l'artrodesi (la fusione chirurgica di due vertebre adiacenti). Oggi si tende a preferire, ove possibile, la sostituzione del disco con una protesi discale.
Bisogna sottolineare il fatto che il dolore cervicale si può controllare nella maggioranza dei casi, con l'obiettivo di attendere il tempo necessario affinché l'ernia venga riassorbita e la situazione si stabilizzi da sola, cosa che avviene in tempi ragionevoli senza il bisogno di intervenire in modo invasivo per via chirurgica.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
Se è vero che invecchiare è un processo naturale e fisiologico, lo è anche che esistono differenze abissali tra l'età anagrafica e quella biologica di ognuno di noi.
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