I cocktails: origine, tipologie, bicchieri e attrezzatura da barman

Un cocktail è una bevanda miscelata, ottenuta dalla combinazione di diversi distillati e/o liquori, con l'eventuale aggiunta di altri ingredienti quali zucchero, frutta, ghiaccio, succhi di frutta, bevande non alcoliche, spezie e aromi. Generalmente per cocktail si intende quindi una bevanda alcolica, anche se ormai è d’uso chiamare cocktail anche le miscele di ingredienti analcolici a base di frutta.

 

 

Origine della parola cocktail

La prima volta che la parola ‘cocktail’ è apparsa al mondo è stato nel 1806 negli Stati Uniti per indicare “una bevanda stimolante, composta di diverse sostanze alcoliche”. Quanto all’etimologia di questa parola si pensi derivi dalla combinazione di cock (gallo) e tail (coda), ad indicare che queste bevande erano così variopinte, data l’aggiunta di succhi di frutta tropicali, da ricordare i colori delle piume di un gallo.

Classificazione dei cocktails in base al momento del consumo

Nitriti e nitrati

La classificazione più usata per raggruppare i vari cocktails in categorie è quella che li divide in base al momento della serata nei quali sono ideali da bere.

Pre dinner: sono quelli che vengono serviti come aperitivi, prima di cena, magari accompagnati da degli stuzzichini. Hanno la proprietà di stimolare la salivazione e, quindi, l'appetito. Salvo eccezioni sono caratterizzati da un gusto amarognolo. Alcuni esempi: Negroni, Spritz, Bellini, Puccini, Rossini, Americano, Kir Royale…

After dinner: vanno serviti dopo cena a stomaco pieno, non tanto per le loro capacità digestive, quanto piuttosto per la presenza decisa di alcool, di aromi forti e per il retrogusto molto dolce. Alcuni esempi: Black Russian, White Russian, Alexander, Caipiroska, Banana o Frozen Daiquiri, B-52…

 

 

Long drinks: sono caratterizzati per essere dissetanti e ricchi di frutta, spremute o altre bevande, sono accompagnati anche da decorazioni molto colorate. Alcuni esempi: Sex on the beach, Tequila Sunrise, Irish Coffee, Mojito, Cubalibre, Bloody Mary, Piña Colada, Long Island Ice Tea…

Any time: sono quei cocktails che possono essere bevuti in ogni momento, con una minima base alcolica e l’aggiunta di soft drinks e di addolcitori (glucosi o saccarosi). Alcuni esempi: Cosmopolitan, Caipirinha, Kamikaze, Apple Martini…

Classificazione dei cocktails a seconda del tipo di bicchiere usato

Le tipologie di cocktail divise secondo il tipo di bicchiere usato per servirli sono tre.

Short: cioè corti, sono quelli serviti nelle coppette da cocktail, senza ghiaccio. La coppetta contiene circa 10cl ed è il bicchiere ideale per drink piuttosto alcolici come il Cocktail Martini. Anche gli italiani Bellini, Rossini e Puccini sono short e vanno serviti nel flûte da vino perché a base di spumante e non di superalcolici.

Medium: vengono serviti in bicchieri tumbler bassi o negli old fashioned, senza stelo, ideali per i drinks "on the rocks", cioè quelli ai quali viene aggiunto molto ghiaccio.

 

 

Long drinks: i long drinks vengono serviti nei tumbler medi (come il Whisky and Soda) o alti (come il Collins) o in altri bicchieri ad alta capacità, come il goblet o lo zombie. Il goblet è indicato per drink con ghiaccio tritato o spezzettato come lo Sherry Cobbler e per i "crusta", ovvero i cocktail in cui il bicchiere va bordato con lo zucchero. Lo zombie, invece, viene usato principalmente nella preparazione degli omonimi drink, piuttosto alcolici e abbondanti, ma può essere utilizzato anche per i long drinks di fantasia, con decorazioni di frutta esotica infilata nello spiedino.

Classificazione in base al grado alcolico

Questa non è una classificazione ufficiale per i cocktail, ma è doveroso farla per capire quanti cocktails si possano bere e soprattutto quali, in base al proprio stato psicofisico e al fatto che si debba o meno guidare.

Per ogni cocktail riportiamo una classificazione in base al grado alcolico, stabilita come segue.

  • Analcolico (zero alcol)
  • Poco alcolico (< 10,5 gradi alcolici)
  • Mediamente alcolico (tra 10,5 e 16 gradi alcolici)
  • Molto alcolico (> 16 gradi alcolici)

L'attrezzatura da barman

Quella del barman è una vera e propria disciplina con le sue regole, il suo sistema di lavoro e la sua attrezzatura, tipici dello stile American Bar dove tutti gli elementi necessari sono predisposti e studiati per una pratica e veloce preparazione dei cocktails, dalla disposizione delle bottiglie, all'erogatore di soda, ai dispenser e alla preventiva preparazione di guarnizioni e succhi premiscelati. Ma quali sono le attrezzature indispensabili per poter ottenere un ottimo cocktail?

  • Mixing tin e mixing glass (recipienti in acciaio o in plastica usati per miscelare e shakerare gli ingredienti)

  • Strainer (passino)

  • Condiment holder (accessorio dove si conservano le guarnizioni di frutta fresca, come fettine di limone, arancia, pesca, etc, dotato di coperchio e di vaschette separate per i vari ingredienti)

  • Soda gun (pistola per prodotti sodati, come la coca cola o la soda)

  • Misurino

  • Bar spoon (cucchiaio agitatore dal manico molto lungo)

  • Muddler (pestello per il ghiaccio)

  • Blender (frullatore)

  • Mixer (miscelatore elettrico)

  • Bicchieri (varie tipologie e dimensioni)

  • Coltelli

  • Tagliere per tagliare la frutta

  • Cannucce colorate

  • Metal pours (versatore in acciaio)

  • Plastic pour (versatori in plastica utilizzati per prodotti cremosi)

  • Glass rimmer (porta-condimenti per sale, zucchero e succo di limone per le bordature)

  • Ice crusher (tritaghiaccio manuale o elettrico)

  • Store'n pours (bottiglie di plastica per succhi e premiscelati)

  • Policarbonate scoop (palette per il ghiaccio)

  • Wall bottle openers (apribottiglie da muro)

 

 

 

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