Abbiamo visto come le proteine alimentari non vengono utilizzate in quanto tali ma vengono scisse in amminoacidi, che l'organismo utilizza per costruire le proprie proteine. Ogni grammo di proteine che ingeriamo non si trasforma in un grammo di proteine umane, per diversi motivi: la qualità di una proteina sarà tanto più elevata quanto più il rapporto tra proteine assunte e proteine sintetizzate è elevato.
Il fattore principale che determina la qualità delle proteine è il cosiddetto pattern amminoacidico.
Supponiamo che una proteina alimentare non contenga anche solo un amminoacido essenziale: l'organismo umano non riuscirà a costruire nemmeno un grammo di proteine poiché gli mancherà un "mattone" indispensabile.
Questa è una situazione teorica, poiché tutte le proteine alimentari contengono tutti gli amminoacidi essenziali.
Supponiamo allora che l'organismo disponga di X grammi di proteine alimentari. Queste verranno scisse in amminoacidi, che l'organismo comincerà ad utilizzare per sintetizzare proteine umane.
A un certo punto si esaurirà un amminoacido essenziale e l'organismo cesserà di produrre proteine, mancando di un mattone fondamentale, che non è in grado di autoprodurre.
L'amminoacido che si esaurisce per primo è detto amminoacido limitante della proteina in questione.
Non tutte le proteine vengono digerite allo stesso modo. Alcune sono facili da digerire e tutti i loro amminoacidi vengono assimilati, altre non lo sono e l'apparato digerente non riesce a scinderle completamente: una parte dei loro amminoacidi viene eliminata con le feci.
Questo, ovviamente, influenza la qualità della proteina (il rapporto tra proteine assunte e proteine sintetizzate).
La qualità delle proteine alimentari dipende quindi dalla loro composizione in amminoacidi e dall'efficienza con cui vengono digerite.
Sono stati proposti molti indici per valutare la qualità di una proteina: di seguito indichiamo i più utilizzati.
È senz'altro il più importante, in quanto indica la quantità di azoto trattenuto dall'organismo per l'accrescimento e/o il mantenimento.
VB = N trattenuto / N assorbito
Da notare che al denominatore troviamo l'azoto (N) assorbito, quindi il valore biologico non valuta la digestione delle proteine, ma solo il suo pattern amminoacidico.
Indica l'efficienza con la quale viene digerita la proteina in questione, il valore massimo è 100.
Questo indice tiene conto sia dell'efficienza digestiva che del pattern amminoacidico.
aa = amminoacido
La proteina standard è data da una combinazione tipo di amminoacidi stabilita dalla FAO, che rappresenta una proteina umana.
Questo indice è teorico (gli altri vengono misurati rilevando il reale comportamento dell'organismo), e tiene conto solo del pattern amminoacidico.
La seguente tabella riporta gli indici nutrizionali proteici di vari tipi di proteine alimentari, e consente di fare alcune interessanti considerazioni.
% P = contenuto proteico percentuale dell'alimento
ALIMENTO | % P | VB | CUD | NPU | IC |
Latte di mucca | 3.5 | 84 | 97 | 82 | 94 |
Uovo | 12 | 94 | 100 | 94 | 100 |
Carne di vitello | 18 | 74 | 90 | 67 | 100 |
Pesce | 19 | 80 | 100 | 80 | 100 |
Frumento | 12 | 65 | 61 | 40 | 56 |
Seme di soia | 40 | 73 | 83 | 61 | 80 |
Da Chimica degli alimenti - Cappelli e Vannucchi - Zanichelli
Le proteine di origine animale hanno una qualità elevata, mentre quelle dei cereali e dei legumi hanno qualità medio-bassa.
La scarsa qualità delle proteine dei cereali e dei legumi è dovuta alla carenza in amminoacidi essenziali (lisina per i cereali e metionina + cistina per i legumi), ma anche perché non vengono digerite in modo efficiente (soprattutto i cereali).
L'indice chimico è un indicatore semplice da calcolare ma che non riesce a differenziare le proteine di alta qualità (uovo, carne e pesce hanno IC uguale, ma VB diverso).
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