Diagnosticare un'obesità in un bambino non è altrettanto semplice che nell'adulto. Il rapporto peso/altezza nel bambino subisce delle normali variazioni durante la crescita, dunque non si può utilizzare l'indice di massa corporea (o BMI) come valore assoluto per definire in quale classe di peso il bambino si trova e la gravità della sua eventuale patologia.
Ciò non vuol dire che non esistono indici per valutare lo stato del peso in età pediatrica. Al contrario, se ne utilizzano correntemente ben due, il percentile del BMI (BMI°c) e la deviazione percentuale dal peso ideale (RBW).
Per rendere in maniera semplice il concetto di BMI°c diciamo che si tratta di una serie di curve che consentono di “paragonare” i valori di BMI critici per l’adulto (25 per il sovrappeso e 30 per l’obesità) con la situazione del bambino alle varie età; si è così visto che il valore di 25 di BMI corrisponde, su tali curve, all’82°c circa per la femmina e al 92°c circa per il maschio (NB: “°c” in questa convenzione non si leggono naturalmente come “gradi centigradi” bensì come “-esimo centile”), mentre il valore di 30 dell’adulto corrisponde al 99°c circa per entrambi i sessi.
L’RBW invece è, molto più semplicemente, il rapporto tra il peso che un bambino o ragazzo ha per la sua altezza attuale, rispetto a quello dovrebbe pesare.
Entrambi gli indici soffrono di una qualche limitazione, cosicché nessun metodo è valido in assoluto; ciò nonostante, la pratica clinica dimostra che l’RBW è il sistema più utile nei soggetti che si trovano prima della pubertà (diciamo fino a circa 10 anni), mentre il BMI°c è senz’altro il metodo di scelta quando il processo della pubertà sia terminato; nella fascia intermedia, non si può procedere che per raffronto tra i risultati dei due indici – spesso purtroppo abbastanza discordanti tra loro! Tralasciando le complicazioni, tuttavia, ad una prima stima si può semplicemente dire che un bambino è obeso se pesa il 20% in più rispetto al peso previsto, ma già oltre il 10% in più deve mettere in allarme. Consigliamo comunque di rivolgersi al proprio pediatra per una valutazione corretta ed accurata dello stato di peso di qualunque soggetto in età pediatrica.
L'obesità è il disturbo nutrizionale più frequente nell'età evolutiva. Secondo le ultimissime stime (2003), ben 1/3 dei bambini italiani tra 6 e 14 anni sono in una condizione di sovrappeso/obesità, con un peggioramento delle percentuali andando dal nord al sud d’Italia. La cifra è impressionante, ed acquista un significato ancor più preoccupante se si pensa che solo una decina di anni fa la quota di bambini interessati dal fenomeno era circa la metà di questa (1/7).
L'obesità infantile è dunque un fenomeno in costante e progressivo aumento, tanto che l’Italia fa purtroppo parte a pieno titolo di quei Paesi dove l’obesità (infantile e non) deve essere ormai considerata, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, come una epidemia globale. Come vedremo negli articoli che seguono, questo aumento è destinato a ripercuotersi in modo molto serio sulla popolazione adulta.
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