In questo articolo ci occupiamo di alcune tra le malattie più comuni che possono interessare un cane. Parliamo infatti delle malattie gastrointestinali, e di come esse possono essere risolte tramite l'alimentazione.
Visto che stiamo parlando dell'apparato digerente, il cui scopo nell'organismo è proprio quello di assimilare le sostanze nutritive che vengono ingerite, apparirebbe chiaro alla maggior parte dei proprietari come la nutrizione abbia un ruolo importante nella risoluzione di queste patologie.
In realtà, però, non è proprio così: ho notato che molti proprietari vedono il cambio di mangime (questo è merito del marketing mangimistico) come una specie di bacchetta magica che risolve tutti i problemi, specialmente quelli gastrointestinali.
Tuttavia le cose non stanno proprio così: sebbene l'alimentazione sia una componente molto importante per la risoluzione di queste problematiche, bisogna sempre ricordare che stiamo parlando di un organo malato, con problemi di vario tipo: come quando è alterato il funzionamento del cuore, dei polmoni o dei reni, la nutrizione supporta, ma non risolve.
La risoluzione può essere di tipo medico (farmaci) o chirurgico, ed è sempre e comunque necessario l'intervento del medico veterinario per far scomparire le patologie. Sono rari i casi in cui la soluzione può essere solo un cambio di alimentazione.
Prima di tutto, cerchiamo di fare un rapido excursus su quella che è la struttura dell'apparato digerente di un cane, che è molto simile al nostro ma con significative differenze che vale la pena di prendere in considerazione.
Questo sistema è ciò che abbiamo quando il cane ha una situazione normale, quindi nel corso della sua vita. Quando, però, si presentano delle alterazioni ecco che iniziano i primi problemi, e purtroppo questi problemi sono molto vari.
In questo articolo, che non è un trattato di patologia medica veterinaria, ci occuperemo solamente delle soluzioni più eclatanti e, soprattutto, cercheremo di capire quali sono le basi della nutrizione di un animale con patologie intestinali partendo dai singoli componenti contenuti nel cibo, tanto in quello industriale quanto nell'alimentazione domestica.
Si parte sempre dal presupposto che tutte le patologie alimentari dei cani portano ad una sola conseguenza: la mancata nutrizione. Le malattie possono interessare lo stomaco, che ad esempio potrebbe essere infiammato e provocare dolore al cane con i suoi acidi (gastrite), o il pancreas, che potrebbe non produrre i suoi succhi, o l'intestino che non assorbe le sostanze.
In questi casi, il primo per una questione di dolore (quindi vomito, espulsione del materiale ingerito senza assorbimento), gli altri per una maldigestione, il cane non si nutre, e deve essere quindi alimentato in modo da far fronte alla mancanza di sostanze nutritive di cui sta soffrendo.
Diciamo che gli approcci, in base al problema, sono due.
Chiaramente, visto che la prima soluzione è di stretta pertinenza medica, ci occuperemo solamente della seconda, che viene materialmente portata avanti dal proprietario, anche se su indicazione del veterinario.
Questo significa che le basi devono essere conosciute, e di seguito analizzeremo le singole componenti alimentari che possiamo trovare nei mangimi.
Anche se potrebbe sembrare banale, l'acqua è essenziale in corso di malattie gastrointestinali. L'acqua fresca dovrebbe essere sempre e comunque a disposizione di un cane, anche che sta bene, ma nel corso di questo tipo di malattie è ancora più importante, e se il cane non vuole bere bisogna indurlo a farlo, ad esempio avvicinando la ciotola dell'acqua.
Che il cane abbia vomito oppure diarrea, che sono i sintomi più comuni dei problemi gastrointestinali, larga parte di queste sostanze sono costituite proprio da acqua, e questo porterebbe il cane ad avere disidratazione che potrebbe addirittura essere mortale, nei casi più gravi.
Se è possibile, l'acqua può essere integrata attraverso i mangimi umidi che ne contengono più del 34%, il che è utile se il cane non vuole mangiare (magari perché ha un po' di dolore) per integrare sia le sostanze nutritive che l'acqua.
Le proteine sono uno dei componenti essenziali nella razione del cane, ma in questo caso, in cui il cane deve riprendere le energie, non sono la componente fondamentale. Per cui, in corso di malattie gastrointestinali si tende a non aumentare la quota proteica ma semplicemente ad aumentarne la qualità.
In corso di malattie gastrointestinali si danno proteine facilmente digeribili, come quelle che provengono dall'uovo o dal latte, che sono quelle con valore biologico più alto in assoluto, e che affaticano meno lo stomaco e vengono meglio assorbite dall'intestino.
Una cosa logica: se dessimo proteine difficilmente digeribili (collagene, come quello del lesso) lo stomaco dovrebbe produrre più acido e questo aumenterebbe l'infiammazione gastrica, se presente; inoltre queste proteine avrebbero un transito intestinale più lungo, e sarebbe più facile che finissero espulse con la diarrea, quindi non assorbite.
Per questo la quota proteica non va aumentata, ma va semplicemente migliorata, proponendo proteine facilmente digeribili.
I lipidi, o grassi, sono invece la parte più importante da integrare in corso di patologie dell'apparato digerente. Se consideriamo che abbiamo davanti un cane debilitato che non assorbe ciò che mangia, dobbiamo dare una razione quanto più possibile concentrata dal punto di vista energetico per poter soddisfare i suoi fabbisogni.
Questo vale sia nelle patologie che riguardano la deglutizione (in cui il cane ingerisce poco), sia nel caso di malattie gastrointestinali, perché il grasso non stimola la secrezione acida. Così i grassi riescono ad arrivare facilmente nell'intestino dove saranno assorbiti e il cane riprenderà un po' di energia.
Ci sono però dei casi in cui i lipidi devono essere quasi eliminati, e sono quelli in cui creano problemi, come nel caso di patologie pancreatiche, in cui il grasso peggiora la situazione. Se il veterinario dice che il cane ha quindi problemi con i grassi (e la pancreatite è un problema molto grave) questi componenti devono essere eliminati dalla dieta favorendo l'integrazione di energia tramite carboidrati, meno concentrati sì ma anche meno dannosi per l'apparato digerente del cane.
I carboidrati, per un cane, non sono mai componenti semplici da digerire, anzi sono piuttosto complessi, e questo mal si sposa con un apparato digerente che ha problemi a svolgere il proprio lavoro. Non solo: i carboidrati sono fonte di nutrimento per i batteri intestinali, e questo è un problema nel caso in cui il cane soffra di diarrea dovuta alla sovraccrescita batterica.
Questo significa che, salvo i casi in cui non si può fare altrimenti come abbiamo appena visto (pancreatite), sarebbe bene evitare di fornire al cane un'alimentazione basata sui carboidrati come fonte energetica, preferendo sempre i grassi anche per favorire la ripresa delle attività gastrointestinali.
Nel caso in cui vengano forniti carboidrati è importante che questi siano resi facilmente digeribili con processi come bollitura (pasta, riso) o estrusione (per i mangimi industriali). Evitare pane, biscotti e tutto ciò che è secco perché andrebbe a rendere più complessa l'attività digerente.
In generale, la fibra deve rimanere nel quantitativo normale in corso di patologia gastrointestinale, anche perché aumentando la motilità intestinale si rischia di peggiorare la situazione se la si aumenta.
In certi casi (quando non c'è diarrea) non cambierà gli equilibri, mentre quando c'è diarrea, meno ne diamo e meglio è, perché oltre a favorire la crescita dei batteri intestinali attrarrebbe ancora più acqua all'interno dell'intestino, peggiorando la diarrea. "Meno ne diamo", però, non significa 0, perché la fibra ha un'azione nello stimolo del movimento intestinale, e se non c'è affatto fibra questo rischia di fermarsi.
Nei casi di costipazione, invece, la fibra vegetale deve essere data in quantità perché essenziale per far riprendere il movimento intestinale di cui il cane è carente, al fine di sciogliere il blocco in atto nell'intestino.
Per quanto riguarda questi tipi di nutrienti, quelli necessari all'animale sono già presenti nell'alimentazione che ha, sia industriale che casalinga. Questo perché i sali non mancano mai, nemmeno quando è sano, ma in caso di malattia dell'apparato digerente si cerca di favorire l'assorbimento di altre sostanze più importanti per la ripresa e la guarigione.
Se le analisi del sangue evidenziano una carenza, sarà il veterinario ad integrare queste sostanze, mentre è sbagliato fornire da soli gli integratori: questi sono infatti protetti dalla gelatina, perché (specialmente per le vitamine) non siano degradate dallo stomaco, a cose normali. Mettere la gelatina, sostanza difficilmente digeribile, in un apparato digerente debilitato, causerebbe l'effetto esattamente opposto a quello che stiamo cercando, e questo significa che andremmo a peggiorare la situazione.
Per cui, se il veterinario non dice nulla in proposito, vitamine e sali saranno assorbiti sempre di più di pari passo con la ripresa dell'assorbimento delle altre sostanze. Se ci fosse bisogno di un'integrazione, la metterà lui tramite iniezione endovenosa, così che le sostanze arrivino immediatamente dove ce n'è più bisogno.
Questa è la logica che si utilizza nell'alimentazione di un cane con problemi gastrointestinali: ribadisco, come già detto all'inizio, che non si tratta di un rimedio magico, ma che serve solamente a supportare una terapia vera e propria, medicinale, che viene messa in atto dal veterinario.
Perché va bene nutrire correttamente il cane, ma in caso ad esempio di infiammazione, ostruzione, coccidiosi, giardiosi, parvovirosi (!), torsione di stomaco (!!!), se non viene risolto il problema primario la corretta alimentazione sarà completamente inutile, anche se formulata nel migliore dei modi possibili.
L'alimentazione del gatto anziano è una questione delicata, e il cibo deve essere di ottima qualità: ecco come formulare una dieta casalinga.
Scopriamo quali sono i passaggi per la formulazione della dieta casalinga per un gatto adulto, evitando i mangimi industriali.
Cosa fornire da mangiare e a cosa prestare attenzione nell'alimentazione della gallina domestica e dei colombi o piccioni.
L'alimentazione dei pesci d'acquario è una cosa spesso poco considerata i cui errori possono portare anche alla morte dei pesci.
Quali sono le basi e come si formula l'alimentazione migliore per i pappagalli, i canarini e gli altri piccoli uccelli da compagnia.
Qual è l'alimentazione del cane con dermatite migliore per risolvere velocemente la patologia?
Come nutrire un gattino con il latte artificiale fatto in casa, per supportarlo nella fase più delicata della sua vita.
L'obesità è una delle situazioni che mettono maggiormente in pericolo la vita di un gatto. È quindi importante conoscerla e curarla, senza però rischiare di fare danni ulteriori.
Se sei già registrato, clicca qui per accedere ai servizi gratuiti:
Altrimenti, clicca qui per registrarti gratuitamente.
Come nutrire un cane con i calcoli vescicali
Come formulare una dieta per il cane: i principi base del razionamento
Come nutrire un cucciolo orfano con l'alimentazione casalinga
Dieta casalinga: come formularla per un cane da lavoro
L'apparato digerente del cane: come è fatto e come funziona
L'alimentazione per le malattie gastrointestinali del cane
Mangimi monoproteici e allergie: come si usano e come comportarsi
Mangimi per cani: come leggere le etichette nutrizionali
Mangimi per cani: cosa sono e da dove vengono gli ingredienti
Mangimi puppy, adult, pregnant e senior: ecco le differenze
Mangimi secchi, umidi, completi e complementari per cani: pro e contro
CORSA O PALESTRA PER DIMAGRIRE?
BRUCIA 500 kcal in 30 MINUTI? BALLE!
Qualità delle proteine
Grana Padano o Parmigiano-Reggiano?