In tutti i negozi che vendono prodotti per animali c'è una parte, in un angolo, dedicata ad una serie di mangimi particolari, che sono i mangimi veterinari. Si tratta di mangimi diversi dai mangimi normali, ovvero quelli che si danno nel momento in cui il cane sta bene, che in gergo si chiamano "mangimi di mantenimento".
Sono infatti alimenti particolari, di solito sono mangimi secchi ma possono essere anche umidi, pensati per essere consumati dal cane in corso di patologie.
In questo articolo andremo a scoprire che cosa sono, come sono formulati e come funziona il loro effetto sull'organismo del cane. E, soprattutto, visto che come mangimi sono piuttosto costosi cercheremo di capire quando vanno effettivamente usati e quando invece si può continuare a dare al cane i mangimi di mantenimento come abbiamo sempre fatto.
I mangimi veterinari si chiamano così, in gergo, perché il loro utilizzo viene indicato da un veterinario. Non sono però mangimi regolamentati, ovvero dal punto di vista legale non sono mangimi diversi dagli altri.
Questi mangimi, infatti, esistono e si chiamano mangimi medicati ma personalmente, da veterinario, ne ho visti per varie specie animali ma non per cani e gatti, in cui si usano i normali farmaci. I medicati sarebbero soggetti alla ricetta veterinaria, e si potrebbero acquistare solo tramite una farmacia, perché dentro al mangime c'è proprio il farmaco.
Per cui, primo mito da sfatare, i mangimi veterinari non contengono farmaci di alcun tipo, ma sono veterinari solo perché vengono forniti su consiglio veterinario. Non sono medicinali e certamente da soli non risolvono il problema, un po' come mangiare cibo con pochi grassi non fa dimagrire una persona obesa, se non è supportato da una buona attività fisica. Insomma, sono mangimi di supporto alla terapia ed è per questo che è inutile acquistarli se non sono consigliati da un veterinario.
Di questi mangimi ne esistono per varie tipologie, perché le aziende mangimistiche cercano quanto più possibile di differenziare e fornire più mangimi. Anche se, dal punto di vista veterinario, ci sono patologie in cui il suporto dell'alimentazione è più importante (insufficienza renale) rispetto ad altre (una frattura).
Per questo motivo andiamo a descrivere i mangimi veterinari più comuni e valutare le loro caratteristiche.
Iniziamo da una classe di mangimi molto comuni e spesso acquistati dai proprietari senza che ci sia assolutamente in consulto veterinario preventivo.
Il mangime ipoallergenico non è che previene le allergie, ma serve a limitare che queste possono fare reazione. Infatti, se un cane è allergico, allergico rimane per tutta la vita, non c'è nulla da fare (come una persona, del resto), mentre ciò che si può cercare di limitare è la reazione allergica nel totale, ovvero limitare la manifestazione dell'allergia stessa.
Questo significa che dare un mangime ipoallergenico ad un cane non allergico altro non fa che aiutare la comparsa delle allergie.
Infatti, le allergie hanno ancora oggi una causa sconosciuta, ma il meccanismo d'azione è chiaro: l'organismo comincia a percepire come dannose, e ad attaccare, sostanze che sono del tutto innocue. In generale, se si mette il cane in una "campana di vetro" fornendo per tutta la vita mangime ipoallergenico ci sta che poi riconosca come nocivo il mangime "normale", e allora sì che diventa allergico!
Il mangime ipoallergenico si da solamente ai cani che abbiano un'allergia conclamata, cioè già diagnosticata da un veterinario, ma che ancora non sappiamo precisamente da che cosa dipende. Questi mangimi, infatti, al posto delle proteine intere, hanno le proteine idrolizzate, cioè predigerite, per così dire, tramite un processo detto idrolisi. Visto che, di fatto, perdono la conformazione originale, il corpo del cane non le riconosce come nocive e non le attaccherà, limitando quindi la reazione allergica.
E questo è lo scopo di questo tipo di mangime: essere mangiato da un cane che ha, sicuramente, problemi di allergia, e non vogliamo manifesti le reazioni. Non è un mangime per un cane che non vogliamo diventi allergico, è importante capire la differenza.
Più semplici da utilizzare sono i mangimi intestinali, o "intestinal", che sono mangimi più digeribili degli altri, molto semplicemente.
Sono pensati per i cani che soffrono di problemi all'apparato digerente, generalmente insufficienze pancreatiche o problemi di malassorbimento, insomma problematiche nelle quali l'apparato digerente non digerisce le sostanze come si deve oppure in cui non le assorbe.
I mangimi intestinali sono particolarmente ricchi di proteine ma queste sono proteine semplici da digerire e di alto valore biologico (uovo, latte) così da garantire un buon grado di nutrizione anche al cane che ha problemi di questo tipo. Cani anziani, cani malati, cani inappetenti (che hanno poca fame) hanno bisogno di alimenti digeribili di questo genere.
Vedendola da un altro fronte, invece, i mangimi intestinali non sono un problema per gli altri cani, che limpossono mangiare senza alcun problema, nonostante abbiano un prezzo maggiore.
Sono mangimi facilmente digeribili che non creano problemi, anche se come abbiamo detto non contengono medicinali e quindi non servono per risolvere problemi come la diarrea o la stipsi. Semplicemente, possono aiutare l'azione dei medicinali appositi prescritti dal veterinario.
Una delle patologie che interessa spesso i cani anziani è il diabete, e interessa soprattutto quei cani che nel corso della vita non hanno avuto una buona alimentazione.
Il diabete è una malattia pancreatica, per la quale questa ghiandola non reagisce più alle variazioni di zucchero nel sangue secernendo insulina: in pratica, l'insulina manca e lo zucchero non è spinto ad entrare nelle cellule che, di fatto, non hanno energia per funzionare, e questa situazione alla lunga può portare a morte l'animale.
Ma la terapia per il diabete è una sola, e si chiama insulina: nessun mangime la può sostituire, deve essere prescritta dal veterinario e deve essere necessariamente fornita ogni giorno, dopo i pasti, per indurre le sostanze alimentari assorbite con il mangime ad entrare all'interno delle cellule.
Il mangime da diabetici, in tutto questo, non fa passare il diabete (perché dal diabete non si guarisce) e nemmeno ne previene l'insorgenza, ma serve soprattutto a stabilizzare la concentrazione di zuccheri nel sangue del cane, contenendo poco amido (che è un "albero" di zuccheri).
Lasciando bassa la concentrazione di zuccheri nel sangue, si stimola il pancreas che funziona poco a produrre ormoni che ne aumentino la concentrazione, così da spingere poi la produzione naturale di insulina che la diminuisca di nuovo. Ma questa azione deve essere comunque aiutata dall'insulina come ormone, come medicinale, altrimenti l'azione del mangime da solo ha poco senso di essere.
In un cane non diabetico, l'unica azione del mangime può essere quella dimagrante, in quanto si tratta di un mangime dalla concentrazione energetica bassa, proprio per non favorire l'ingrassamento in corso di malattia.
Ci sono due tipi di mangimi per l'apparato urinario, e spesso i proprietari tendono a non distinguerli tra loro: si chiamano generalmente renal, che sono mangimi indicati in corso di malattie renali (di solito l'insufficienza renale cronica) e urinary, che invece servono ad evitare che si possano formare i cristalli in vescica, quelli che sono chiamati "calcoli".
Questi mangimi non vanno scambiati tra di loro, perché non sono sinonimi.
I mangimi per le funzionalità renali, in pratica, servono a fare in modo da non peggiorare la situazione di reni, generalmente appartenenti a cani anziani, di per sé molto debilitati. Infatti, nell'Insufficienza Renale Cronica il rene non è in grado di filtrare il sangue, e questo fa sì che le sostanze nocive rimangano dentro il sangue, fino ad impedire il regolare svolgimento delle funzioni corporee.
I mangimi renali sono fatti in modo da non affaticare ulteriormente il rene, motivo per cui contengono sostanze proteiche che, una volta digerite, portino a metaboliti semplici da eliminare. Inoltre contengono pochi minerali, così da non favorire deposizioni nel rene, perché metterebbero ancora di più in difficoltà la sua funzione.
Il mangime renale supporta la terapia conservativa dell'insufficienza renale, una patologia dalla quale non si può guarire (se non con il trapianto) e che si deve cercare solo di non far peggiorare.
Il mangime urinario, invece, ha uno scopo diverso, perché contiene sostanze che sono in grado di acidificare le urine, impedendo in questo modo la formazione dei cristalli al loro interno. Infatti i calcoli sono degli ammassi di minerali, che tendono ad aggregarsi in presenza di ambiente poco acido, a dissolversi in ambiente molto acido.
Sostanze che acidifichino le urine ne impediscono così la formazione, e poi in questi mangimi ci sono pochi minerali impedendo così anche la formazione di nuovi cristalli.
Il mangime urinario, quindi, si da ai cani sottoposti alla formazione dei calcoli, che ne hanno già avuti in passato. Non si da ai cani che non hanno problemi, ma se sappiamo che quel cane ha problemi del genere, insomma è predisposto alla formazione di calcoli, il trattamento può essere prolungato anche per tutta la vita.
Terminiamo la lista dei mangimi veterinari con i mangimi epatici, quelli in cui il cane ha problemi al fegato che vanno dall'insufficienza epatica, alla fibrosi, cirrosi, steatosi, a situazioni che fanno perdere la funzionalità normale del fegato come lo shunt porto-sistemico.
Si tratta di patologie diverse che hanno una conseguenza comune: il fegato non fa il suo lavoro che è quello di detossificare le sostanze tossiche ingerite con gli alimenti, sostanze che sarebbero dannose per l'organismo stesso.
Questi mangimi, in pratica, contengono proteine che una volta digerite non formano i composti più tossici per l'organismo, così che anche se il fegato non riesce a detossificare queste sostanze, e queste circolano (e danno problemi al cervello) venendo limitate perché nel mangime non sono presenti si riducono i danni cerebrali dell'animale.
Fornire un mangime epatico in corso di malattie epatiche quindi fornisce un valido supporto non tanto al fegato, quanto limitando i danni che il malfunzionamento del fegato potrebbe causare.
Fornirlo invece a un cane sano, il cui fegato è in grado di detossificare le sostanze per conto proprio, come si può capire non ha alcun senso, perché si tratta solamente di affrontare una spesa ulteriore per l'acquisto del mangime, senza motivo.
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