L'iperidrosi è una patologia che consiste in un aumento della secrezione sudorale.
Si verifica quando i processi che regolano normalmente la termoregolazione sono alterati e quindi l'individuo presenta una sudorazione eccessiva.
Questa patologia colpisce tra l'1 e il 5% della popolazione e sembra essere legata ad una maggiore attività del sistema simpatico (che, insieme al parasimpatico, forma il sistema nervoso vegetativo o autonomo), che, tra le varie funzioni, ha anche quella di regolare la sudorazione. In questa patologia quindi, essendo maggiormente attivo, è maggiore la quantità di sudore prodotto.
Si può suddividere sia in base alla sede, ma anche in base alle cause.
Per quanto riguarda la sede, l'iperidrosi si può definire localizzata o generalizzata.
L'iperidrosi localizzata compare in genere al volto o alle estremità superiori improvvisamente e spesso non correlabile ad episodi emozionali. La patogenesi è sconosciuta, anche se esistono iperidrosi localizzate scatenate da stimoli gustatori o in seguito a patologie cutanee.
Esiste anche una forma di iperidrosi localizzata al palmo delle mani, alle piante dei piedi e alle ascelle, che compare verso la pubertà per scomparire e risolversi verso la 4° decade.
Quella generalizzata può essere indotta da fattori diversi: lesioni al midollo spinale, sclerosi multipla, malattia di Parkinson, lesioni cerebrali, tumori intratoracici che comprimono i nervi del sistema simpatico (tipo il linfoma di Hodgkin), da patologie o condizioni sistemiche (diabete, insufficienza cardiaca, tireotossicosi, sindrome da carcinoide, menopausa o abuso di alcol) o dall'uso di alcuni farmaci (come gli antidepressivi i farmaci per le terapie ormonali antitumorali).
L'iperidrosi generalizzata può anche essere definita secondaria, proprio perché è secondaria a una causa, che può essere una di quelle elencate sopra.
Quando questa causa non è identificabile si parla di iperidrosi primaria o essenziale. È una forma idiopatica (cioè di cui non si conosce la causa) ed è la più frequente.
Solitamente scompare in età adolescenziale e può scomparire verso la quarta decade. Raramente compare in età avanzata.
I sintomi si manifestano soprattutto a livello delle mani. Le zone infatti più colpite dall'iperidrosi sono il volto, il palmo delle mani, la pianta dei piedi e le ascelle.
Il grado di sudorazione può arrivare fino al vero e proprio gocciolamento.
Inutile quindi sottolineare come questa patologia può interferire con i rapporti sociali e professionali di chi ne è affetto.
Le mani di chi soffre di iperidrosi sono spesso fredde, umide e bagnate, mentre i piedi, oltre ad essere umidi, possono essere maleodoranti.
Spesso questi soggetti tendono a non porgere la mano per salutare la gente, possono avere problemi sul lavoro nel maneggiare oggetti perché gli scivolano dalle mani, oppure bagnano il foglio dove devono scrivere.
Le ascelle, sudando molto, creano ovviamente grosse macchie di sudore sulle magliette o camicie che possono quindi creare imbarazzo nel soggetto.
L'ansia può essere un fattore scatenante ma spesso si crea un circolo vizioso per cui la sudorazione stessa crea ansia e quindi ulteriore sudorazione.
La diagnosi si basa principalmente sul racconto del paziente e si devono effettuare delle indagini per escludere le forme secondarie di iperidrosi, che si possono quindi eliminare risolvendo la patologia alla base.
Per quanto riguarda la forma primaria, esistono alcuni test facili usati per fare la diagnosi. I due test principali sono il paper test e il test amido-iodio.
Il primo (Paper test) utilizza una carta assorbente speciale (gravimetrica) che viene prima pesata e poi applicata sulla zona affetta da iperidrosi e qui lasciata per 5 minuti.
Successivamente, la carta assorbente viene pesata e la differenza tra questo peso e quello iniziale della carta viene convertito in mg. Questo peso rappresenta la quantità di sudore prodotta e assorbita dalla carta nei 5 minuti di applicazione. Il test si considera positivo quando la carta viene a pesare più di 100 mg.
Il secondo test, la prova amido-iodio (o test di Minor), consiste in una soluzione di iodio che viene applicata sulla zona sudata dopo averla asciugata. Dopo l'essiccazione, la zona viene cosparsa con polvere di amido e la zona diventa di colore blu scuro- nero se la zona è intensamente sudata.
Questo test non aiuta tanto a quantificare il sudore quanto a identificarne la localizzazione e quindi le aree di maggior produzione.
Per quanto riguarda la terapia dell'iperidrosi, nelle forme lievi e localizzate soprattutto al tronco e alle ascelle, si può ricorrere all'uso di preparati antitraspiranti (creme, spray, stick, talco) a base di cloruro di alluminio, che possono ridurre la sudorazione anche del 40-50% e di deodoranti il cui effetto battericida riduce il cattivo odore.
Questi prodotti, tuttavia, se usati ad alte concentrazioni, possono creare irritazione e sono quasi del tutto inefficaci nelle iperidrosi del volto e nelle palmo-plantari.
In questi ultimi anni si sta diffondendo anche la terapia con la tossina botulinica, infiltrata localmente in un'unica seduta ambulatoriale, che si è dimostrata efficace nelle iperidrosi soprattutto ascellari. Si calcola infatti ci sia un miglioramento in quasi il 90 % dei casi e che questo effetto duri tra i 6 e gli 11 mesi.
Il razionale della terapia è che la tossina botulinica blocca il rilascio dell'acetilcolina, responsabile della stimolazione delle ghiandole sudoripare.
Meno efficace risulta invece lo stesso trattamento per le iperidrosi palmo-plantari. Il 30% dei pazienti non risponde al trattamento e comunque l'effetto è meno duraturo: si parla solo di 3 mesi. Può tuttavia essere un'utile strumento terapeutico per quei soggetti che sudano particolarmente nel periodo estivo.
Anche alcuni farmaci possono essere utilizzati per controllare i sintomi dell'iperidrosi.
Ci sia avvale soprattutto di sedativi e ansiolitici anche se possono dare sonnolenza e quindi hanno un campo ristretto di utilizzo. Stesso discorso vale per farmaci antimuscarinici come l'atropina, associati ad effetti collaterali come la secchezza delle fauci, difficoltà alla minzione, tachicardia e disturbi della vista.
Sempre per le forme moderate, si può utilizzare la ionoforesi. Si immergono le mani o i piedi in una soluzione elettrolitica e si fa scorrere della corrente a bassa intensità ottenendo così la chiusura dei dotti delle ghiandole sudoripare.
Infine, nei casi gravi e resistenti si ricorre alla chirurgia. L'intervento più usato è la simpatectomia toracica percutanea con ago, dove si lesiona il plesso simpatico che attiva le ghiandole sudoripare di quella zona mediante termocoagulazione, lesione termica, chimica o anche con il botulino. Tuttavia, occorre ricordare che alcuni pazienti, dopo questo intervento, possono andare incontro ad una sudorazione compensatoria massiva.
Come ultima soluzione si può direttamente asportare una parte della regione ascellare, eliminando così le ghiandole sudoripare annesse.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
Se è vero che invecchiare è un processo naturale e fisiologico, lo è anche che esistono differenze abissali tra l'età anagrafica e quella biologica di ognuno di noi.
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