Il mal di testa è un problema molto comune: dal 70 all'80% della popolazione generale lamenta nel corso di un anno almeno un attacco di cefalea, termine medico per il comune mal di testa.
Infatti 34 milioni sono le confezioni di antidolorifici vendute ogni anno e circa 20 milioni sono le visite mediche annuali che indicano come il mal di testa sia una vera e propria malattia sociale.
In assenza di situazioni traumatiche infatti, la testa è la regione anatomica che più frequentemente è indicata come punto di partenza di una sintomatologia dolorosa.
Le cefalee vengono distinte in primarie (non legate a una causa organica specifica) e secondarie (sostenute da cause organiche).
Il dolore è violento e pulsante, spesso inizialmente localizzato in una sola metà della testa per poi irradiarsi a tutto il capo. Nausea con o senza vomito di frequente accompagna l'attacco che insorge generalmente al mattino e raggiunge la massima intensità in un'ora circa. La durata del dolore alla testa è variabile dalle 4 alle 24 ore, si ripete alcune volte al mese e, nella metà circa dei casi, è preceduto da particolari disturbi neurologici transitori chiamati "aura emicranica" come: macchie scure, lampi scintillanti, immagini distorte per quanto riguarda la vista, oppure formicolii agli arti o al viso, torpore e spossatezze improvvise.
Sicuramente è il mal di testa più frequente ed il dolore quasi sempre è accompagnato da nausea.
L'attacco può essere violento e pulsante come il precedente oppure sordo e continuo come "un peso di molti chili sulla testa" ed esacerbato da movimenti, tosse, starnuti, sforzi, luce, tanto che la persona sofferente molte volte sta immobile, sdraiata al buio, lontana dai rumori. Può durare qualche ora, oppure da uno a tre giorni, non ha in genere segni premonitori e si presenta su un lato della testa per irradiarsi poi velocemente a tutto il corpo ed ai muscoli della nuca e delle spalle. La nausea, come già detto, è sempre presente e se la persona riesce a vomitare spesso cessa il dolore.
Vi possono essere poi altri sintomi associati a questo tipo di mal di testa come aumento della lacrimazione oculare con bruciore, sonnolenza, muco nasale, sensazione di capogiro, instabilità nel cammino e modificazione dell'umore. Queste ultime sono caratterizzate da uno stato d'ansia, agitazione, irritabilità e talvolta anche da depressione e apatia.
Il mal di testa si presenta al mattino al risveglio in modo sordo ed accompagna (o no) lav persona fino al riposo notturno per ripresentarsi nuovamente il mattino seguente e così via per settimane, mesi e purtroppo a volte anche per anni. La nausea spesso non è presente mentre lo è la modificazione dell'umore caratterizzato da una depressione di fondo con irritabilità ed insofferenza a volte contro tutto e tutti.
Questo è il mal di testa più frequente fra gli uomini (mentre i precedenti caratterizzano più le donne) ed è temibile per intensità ed imprevedibilità. Infatti il dolore è violento, improvviso e solitamente localizzato intorno ad un occhio, oppure ad una tempia, con attacchi che si ripetono più volte al giorno (dieci e più) con la tendenza a raggrupparsi in poche ore (da qui il nome "grappolo"). Non vi sono segni premonitori e la persona colpita sente di doversi muovere di continuo ed è prostrata tra un attacco e l'altro anche per una situazione psicologica di "attesa ansiosa".
Le cefalee secondarie hanno cause molto diverse.
Possono essere:
Esistono sicuramente considerazioni particolari nel trattamento della cefalea: sia per la soggettività del paziente, che vive in modo del tutto personale il suo mal di testa, sia per la variabilità delle manifestazioni che possono presentarsi con aspetti diversi nello stesso soggetto, sia infine per la variabilità della risposta alla terapia.
Un corretto approccio terapeutico dovrebbe considerare come premessa l'eliminazione o la correzione dei fattori scatenanti o delle situazioni favorenti lo scatenamento del mal di testa.
In particolare bisognerà considerare elementi quali:
La dieta è un fattore importante per l'insorgenza del mal di testa, sia per la quantità (uno studio americano condotto dal professor Bigal ha evidenziato come il 75% dei pazienti obesi soffra di mal di testa) sia per la qualità.
Vediamo allora alcuni tipi di alimenti che dovrebbero essere evitati per limitare l'insorgenza del mal di testa.
Alimenti ricchi di istamina: alimenti fermentati (es. alcuni tipi di formaggi), salumi stagionati, alimenti inscatolati, pesce inscatolato, (tonno, acciuga, aringa ecc.), alcuni tipi di pesce fresco (tonno, sardine, salmone, filetto d'acciuga), spinaci, pomodoro, carne di maiale.
Alimenti ricchi di tiratina: molti tipi di formaggio (con esclusione di parmigiano e mozzarella), salumi, cacciagione, caviale, aringhe affumicate o salate, tonno uva, fichi patate, fave, pomodoro, spinaci, cavolfiori.
Alimenti di uso comune che possono contenere bisolfiti: vino e birra , bevande analcoliche, alcuni tipi di formaggio, frutti di mare,aceto, sottaceti, funghi in scatola, succhi di frutta, vegetali e frutta fresca, patatine fritte in bustina, carne macinata e conservata.
Esistono anche degli alimenti che possono aiutarci a combattere il mal di testa.
Alimenti ad alto contenuto di Vitamina B2 (vitamina presente in moltissimi alimenti, ma soprattutto nel fegato di bovino) e Coenzima Q10 (soia, cereali, noci, spinaci,soia, pesce, sardine, oli vegetali, germe di grano), alimenti ricchi di magnesio, (il quale innalza la soglia del dolore) contenuto in mandorle, noci, pane integrale, frutta secca… e il caffè. La caffeina agisce come adiuvante dei corticosteroidi (cioè antinfiammatori) e ne migliora l'assorbimento a livello gastrico.
Qualche paziente, per il trattamento dell'attacco di mal di testa, beve solo caffè o Coca-Cola, che contiene caffeina. Molti analgesici da banco contengono caffeina ed è importante spiegare al paziente che 300 mg/die di caffeina possono essere sufficienti a indurre cefalee da rebound da caffeina (cioè da cessazione di assunzione). Per questo è importante non esagerare con il caffé perché un suo eccesso può avere effetti opposti.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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