Angiografia: cos'è, rischi e preparazione

Angiografia: cos'è e perchè si usa

L'angiografia è un esame che ha lo scopo di permettere la visualizzazione dei vasi sanguigni. A questo scopo essi vengono colorati con uno specifico colorante e, per la rilevazione, vengono usati i raggi X. Si andrà quindi ad ottenere una vera e propria immagine radiografica dei vasi sanguigni, chiamata angiogramma. Di conseguenza, con questa tecnica è possibile studiare i vasi sanguigni a livello morfologico e andare a visualizzare eventuali alterazioni in essi presenti. 

 

 

Una volta effettuata l'angiografia, essa può aiutare a diagnosticare e a valutare la cura più efficace contro le patologie rilevate. 

Risulta quindi un valido strumento diagnostico in caso di aterosclerosi, ma viene anche usata in caso di aneurisma cerebrale, angina, coaguli sanguigni o embolia polmonare, ma anche per problemi alla circolazione sanguigna a livello renale e periferico, come nel caso della muscolatura degli arti inferiori. 

Se l'angiografia può essere usata per valutare diverse parti dell'organismo, il cuore è sicuramente quello su cui vengono effettuati il maggior numero di esami di questo tipo. Infatti, questa tecnica permette di valutare il rischio dell'insorgenza di determinate patologie cardiache connesse con disturbi della circolazione. Fra queste abbiamo ictus, infarto e cancrena. In seguito alla valutazione di questo rischio, si può quindi decidere come procedere a livello terapeutico, attraverso ad esempio la modifica della terapia farmacologica usata fino a quel momento, oppure con la valutazione della necessità di interventi chirurgici specifici, come nel caso del bypass coronarico. 

Angiografia: preparazione e svolgimento

 

 

L'angiografia è un esame che viene di solito svolto a livello ospedaliero da personale qualificato. La durata del test è variabile e può andare da un minimo di 30 minuti ad un massimo di 2 ore per l'angiografia interventistica.

Per l'esame è necessario che il paziente adotti alcuni accorgimenti, come il digiuno che deve essere osservato 8 ore prima dell'esame. In questo arco di tempo è comunque consentito bere acqua. Nel caso in cui si stiano assumendo farmaci, è bene informare il medico che andrà a valutare se è necessario sospendere o meno la terapia. 

Per l'esame, il paziente viene fatto distendere e viene in genere tenuto sveglio, anche se talvolta può essere somministrato un sedativo per favorire il rilassamento del soggetto. Nel caso in cui si effettui l'esame sui bambini, viene sempre usata l'anestesia totale, per evitare che il paziente si muova e comprometta così l'andamento dell'esame. Negli adulti, viene spesso somministrato un anestetico locale, la lidocaina, per fare in modo che la parte interessata si intorpidisca e non si avverta fastidio o dolore conseguente all'esame. 

L'operatore pratica un piccolo taglio sui vasi femorali della regione inguinale o sui vasi omerali del braccio. Successivamente, si inserisce quindi un ago con un filo di guida metallico, all'interno del quale passa un catetere, ossia un tubo flessibile e sottile, che viene spinto nell'area da esaminare. Questo piccolo tubicino è in grado di arrivare al distretto corporeo bersaglio per via endovenosa. Attraverso il catetere viene somministrato anche il colorante, rilevato poi con i raggi X. Il colorante, o mezzo di contrasto, è una soluzione a base di Iodio, già usata anche per tecniche radiologiche simili perchè rende possibile la visualizzazione dei tessuti. 

 

 

Per effettuare l'esame, si usa un angiografo che è costituito da un tubo posto al di sopra del paziente sdraiato; lo strumento ha una fonte di raggi X e permette la rilevazione dell'immagine dei vasi sanguigni in tempi abbastanza rapidi. Un software allegato allo strumento permette l'acquisizione dell'immagine. Quest'ultima viene rielaborata dal software stesso che permette di visualizzare solo i vasi sanguigni e non il resto dei tessuti circostanti. 

Le immagini ottenute attraverso l'angiografia possono essere statiche o dinamiche. Nel primo caso vengono fissate su una pellicola e si possono quindi analizzare le caratteristiche morfologiche della parte interessata. In quelle dinamiche, invece, si possono vedere circa 30 immagini al secondo, permettendo quindi di visualizzare la velocità e la facilità con cui il catetere si muove all'interno del vaso sanguigno e quindi di studiare la funzionalità vasale. 

Tipi di angiografia

Vi sono diversi tipi di angiografia, a seconda della parte del corpo su cui si effettua l'esame. Abbiamo ad esempio l'angiografia alle gambe, ai polmoni, ai reni, ma anche quella cerebrale. 

Fra le tipologie più comuni, abbiamo l'angiografia degli arti inferiori e quella coronarica. Quest'ultima è molto usata in quanto è utile per un controllo a livello cardiaco e dei vasi sanguigni circostanti. Con l'angiografia cerebrale si ottengono immagini dei vasi sanguigni presenti nella zona circostante e interna al cervello. Quella polmonare permette lo stesso tipo di visualizzazione ma a livello dei polmoni. Nel caso in cui si voglia controllare la zona oculare di usa come colorante la fluoresceina, un colorante fluorescente, e la tecnica usata è appunto l'angiografia a fluorescenza. 

Oggi sono state sviluppate nuove tecniche angiografiche più avanzate, come quella computerizzata, quella a risonanza magnetica e quella digitale. 

Abbiamo, inoltre, due tipi di angiografia: quella interventistica e quella diagnostica. La seconda viene usata per l'analisi della morfologia dei vasi sanguigni e l'evidenziazione di eventuali alterazioni o danni, come restringimenti vasali, occlusioni e aneurismi. Questa tecnica viene usata anche nel caso in cui si sospettino dei sanguinamenti interni e si voglia andare a localizzare la parte interessata. Altra applicazione dell'angiografia diagnostica è nella valutazione del tipo di neoplasia presente, quindi in caso di tumori

L'angiografia interventistica, invece, si utilizza per limitare l'invasività di alcuni interventi. Per questo motivo questa tecnica riveste oggi un grande interesse a livello clinico. In seguito alla diagnosi effettuata attraverso angiografia, la stessa tecnica si utilizza per realizzare piccoli interventi atti a correggere l'alterazione rilevata. Un esempio, possono essere interventi di angioplastica realizzati in caso di ostruzione vascolare. Si possono quindi posizionare protesi vascolari che vadano a correggere l'ostruzione, ristabilendo la funzionalità del lume. 

Rischi e conseguenze dell'angiografia 

In genere questa tecnica non limita il paziente nei suoi movimenti dopo l'esame: egli è infatti, di solito, in grado di muoversi autonomamente dopo poche ore dall'esame. Questo è vero sopratutto nel caso di angiografia agli arti. Infatti, alla fine dell'esame, viene praticata una sutura della parte interessata ed è necessario rimanere immobili per alcune ore. Per alcune tipologie di angiografia viene, invece, previsto il ricovero del paziente. In tutte le tipologie di angiografia è comunque sconsigliata la guida nelle ore immediatamente successive all'esame, così come anche le attività particolarmente impegnative dal punto di vista fisico. 

Questo esame non ha, nella maggior parte dei casi, effetti collaterali gravi e viene in genere considerato sicuro e indolore. Tuttavia, in seguito al suo svolgimento, il paziente può sperimentare lievi fastidi e conseguenze, come ecchimosi ed indolenzimento della parte interessata, e la formazione di coagulo nella parte in cui è stato effettuato il taglio per l'esame. Quando il mezzo di contrasto si diffonde nel circolo sanguigno talvolta si può avvertire calore e bruciore, in rari casi nausea o sapore amaro nel cavo orale. 

Maggiori rischi si hanno nei più rari casi di allergie al colorante o nel caso di alcune allergie alimentari, come quelle ai frutti di mare, che hanno correlazione con l'allergia al mezzo di contrasto. In questi casi, il paziente viene trattato, prima dell'esame, con antistaminici e corticosteroidi fino a 2 giorni prima dell'esame. 

Essendo una tecnica che prevede l'uso di radiazioni, l'angiografia non viene di solito consigliata per le donne in gravidanza. Le radiazioni usate sono comunque a basse dosi e per questo motivo non determinano danni negli altri tipi di pazienti. 

 

 

 

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