La densitometria ossea, chiamata anche MOC (Mineralometria Ossea Computeriazzata), è un'esame diagnostico indolore che mira a valutare il grado di mineralizzazione delle ossa nel corpo umano. Viene utilizzato per scopi diagnostici al fine di rilevare la presenza di patologie, come l'osteoporosi, e si basa sul principio fisico dell'assorbimento fotonico, ossia della capacità della materia di assorbire radiazioni. In particolare vengono utilizzate gli ultrasuoni o i raggi X.
Quest'analisi può essere effettuata usando diverse metodiche, come la densitometria ad ultrasuoni (QUS), oppure usando la tomografia computerizzata, ossia la TAC, oppure le nuove tecnologie chiamate DEXA (Dual-Energy X-ray Absorptiometry), che sono più precise rispetto alle tecniche ad ultrasuoni e hanno inoltre una concentrazione di radiazioni ionizzanti inferiore ad altri tipi di metodi, con una tecnica quindi meno rischiosa per la salute. La metodica DEXA è oggi quella usata più frequentemente.
La DEXA si basa sull'uso di radiazioni a raggi x che attraversano il tessuto in modo più o meno veloce a seconda della composizione dello stesso. La dose di raggi X usata è di piccola entità e questi raggi servono per stabilire la quantità di minerali, e in particolare di calcio, presente nelle ossa.
La densitometria QUS, ossia Ultrasonografia Quantitativa, utilizza invece gli ultrasuoni per determinare la densità ossea. Così come succede nell'ecografia, si rileva l'eco prodotto agli ultrasuoni che attraversano il tessuto osseo, andando a rilevare un'immagine attraverso la codifica di questo eco.
Per la densitometria ossea non è necessario nessun abbigliamento particolare o specifiche modalità di preparazione preventiva per l'esame e non si deve adottare nessun accorgimento dietetico o di altro genere successivamente al test, avendo quindi la possibilità di riprendere la normale vita quotidiana.
Le uniche controindicazioni si hanno per le donne in gravidanza, per cui si esclude in genere questo tipo di analisi, e per chi ha recentemente fatto test diagnostici di tipo radiologico, per cui si rimanda la scelta al medico specializzato in medicina nucleare.
I soggetti che hanno protesi metalliche alle anche possono fare questo test diagnostico anche a livello lombare o femorale, per andare a vedere se vi è stata riduzione del calcio nelle zone circostanti le protesi. Tuttavia il risultato del test potrebbe, in questi casi, risultare più difficile da interpretare.
Non si hanno indicazioni precise su ogni quanto fare la densitometria ossea, ma i tempi vengono forniti dal medico, sulla base della necessità diagnostica individuale. In quanto poco invasiva, infatti, questa tecnica è facilmente ripetibile anche entro tempi brevi.
Le moderne tecnologie DEXA utilizzano un macchinario composto da un lettino, su cui si sdraia il paziente in posizione supina, in cui è posta al di sotto una sorgente di raggi X posta al di sotto. Quest'ultima è associata ad un braccio mobile che scorre sopra il corpo del paziente senza toccarlo. Il braccio è anche costituito da un rilevatore di raggi X.
La durata dell'esame varia a seconda che si vada ad effettuare su tutto il corpo, con una durata di circa 30 minuti, oppure solo a livello lombare e femorale; in quest'ultimo caso dura circa 15 minuti.
I risultati della densitometria ossea vengono ricavati attraverso un'algoritmo matematico, che fornisce un valore numerico, il T-score, che viene utilizzato per la diagnosi. Nel caso in cui venga usata per la diagnosi di osteoporosi, i risultati ottenuti vengono confrontati con quelli di soggetti sani della fascia d'eta 25-30 anni, in quanto si ha la maggiore mineralizzazione ossea, ma anche con quelli ottenuti da soggetti sani della stessa età e dello stesso sesso del soggetto su cui si effettua il test.
Il principale utilizzo della densitometria ossea è la diagnosi ma anche il monitoraggio dell'andamento dell'osteoporosi, una patologia a carico delle ossa caratterizzata dalla riduzione dei minerali delle ossa, che causa quindi il loro deterioramento e un aumento del rischio di fratture delle ossa, in particolare quelle a livello femorale, al bacino e alla colonna vertebrale. Maggiore è infatti il contenuto di minerali nelle ossa, minore è il rischio di sviluppare fratture. La densitometria ossea ad ultrasuoni, o QUS, è molto utilizzata a livello del calcagno per valutare l'andamento dell'osteoporosi, in quanto risulta meno invasiva della DEXA e si può quindi utilizzare in tempi ancora più ristretti per valutare l'andamento della malattia.
La MOC viene usata anche per diagnosticare l'osteopenia, ossia la riduzione patologica della densità ossea, che può anticipare spesso la comparsa di osteoporosi e interessare l'intero scheletro. La diagnosi precoce di osteopenia consente di intervenire a livello alimentare, aumentando l'introito di calcio e vitamina D, al fine di prevenire la comparsa di osteoporosi.
Un'altra applicazione della densitometria ossea, della DEXA in particolare, è la morfometria ossea, che mira a diagnosticare la morfologia delle vertebre dorsali per diagnosticare cedimenti delle vertebre dovuti all'osteoporosi. Viene, in questo caso, effettuata a livello della colonna vertebrale nella parte dorsale.
La densitometria ossea può essere usata per la scansione lombare o femorale, al fine di valutare lo stato di salute delle ossa. Si possono quindi rilevare eventuali deformità ossee, così come anche il rischio di sviluppare fratture al femore o ad altre parti dello scheletro, ma anche andare a valutare la composizione minerale dello scheletro.
La densitometria ossea è anche utilizzata per l'analisi della composizione corporea, andando a valutare in modo preciso la distribuzione del tessuto adiposo nel corpo. Questa tecnica è scarsamente utilizzata in ambito clinico per la normale pratica ambulatoriale, ma viene usata, in strutture mediche specializzate, in caso di obesità, anoressia nervosa, malnutrizione grave causata da patologie come AIDS o in caso di insufficienza renale cronica. Viene, inoltre, effettuata nei bambini per studiarne l'accrescimento o la composizione corporea.
I soggetti che più spesso vengono sottoposti alla densitometria ossea sono quelli a rischio di sviluppare osteoporosi, e in particolare le donne in menopausa, specie quelle sopra i 65 anni, e le donne in menopausa precoce, quindi al di sopra dei 45 anni. La MOC si fa anche in soggetti in carenza di estrogeni, come quelli che soffrono di ipogonadismo, ma anche in persone sottopeso o con malattie che predispongono alla diminuzione della mineralizzazione ossea, come la sindrome di Cushing, l'insufficienza renale e l'ipertiroidismo.
Viene sempre consigliato come check-up della salute delle ossa alle donne sopra i 50 anni, in particolare per le pazienti che soffrono di dolori articolari, artrite reumatoide o che hanno avuto crolli vertebrali.
Come si potrà facilmente intuire, i pazienti con osteoporosi devono sottoporsi peridicamente a questo test per valutare l'andamento della malattia. In genere, si consiglia di effettuarlo circa 1 volta all'anno.
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