Il selenio è uno dei minerali essenziali per l'organismo umano. Ha un importante ruolo in quanto presente nella superossido dismutasi, un importante enzima con funzione antiossidante, e perché supporta la funzione della vitamina E, un altro importante antiossidante.
Inoltre, ha un ruolo nella tiroide per il corretto utilizzo dello iodio e fa parte di molti altri regolatori del metabolismo.
In natura il selenio è presente in molti cibi: pesce, crostacei, pollame, cereali integrali e molti altri. In genere una normale dieta è in grado di garantire le quantità minime consigliate (100 microgrammi al giorno). La quantità di selenio presente nei cibi è strettamente dipendente dalla quantità contenuta nel suolo, per questo motivo gli abitanti di alcune zone il cui suolo è povero di selenio devono ricorrere ad integratori o a cibi fortificati.
Il selenio viene utilizzato come integratore per prevenire le malattie cardiovascolari e alcuni tumori, alcuni lo usano per altre patologie come la degenerazione maculare, l'infertilità, la cataratta, la sindrome da stanchezza cronica, i disturbi dell'umore, e altre patologie. In realtà, come vedremo, i benefici dimostrati di questo integratore sono ben pochi, allo stato attuale.
La dose massima tollerabile per il selenio è di soli 400 microgrammi. Se assunto in modo continuativo in quantità maggiori si possono verificare sintomi quali nausea, vomito, perdita delle unghie, stanchezza e irritabilità, perdita di capelli, sapore metallico, alitosi, problemi al fegato e ai reni.
Per dosaggi inferiori a 400 microgrammi non si verifica in genere alcun tipo di effetto indesiderato.
Il selenio può interferire con alcune medicine (come gli anticoagulanti); la vitamina C può ridurre la quantità di selenio assorbita e viceversa il selenio può ridurre i livelli di vitamina C nel sangue.
Ci sono alcuni sospetti riguardo l'assunzione a lungo termine di quantità di selenio inferiori a 400 mcg, come il fatto che possa aumentare il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 e di cancro. Per questo motivo un'integrazione a lungo termine non giustificata da carenze è sconsigliabile.
Cura la carenza di selenio. L'integrazione di selenio è molto efficace per scongiurare carenze in luoghi il cui terreno è povero di questo minerale, e di ripristinare le condizioni ottimali nei soggetti che presentano una carenza accertata.
Tiroidite autoimmune (tiroidite di Hashimoto). L'assunzione di 200 microgrammi al giorno di selenio sembra diminuire il livello anormale di anticorpi tipico di questa patologia, e potrebbe anche contribuire a migliorare l'umore e le sensazioni generali di benessere nelle persone con tiroidite.
Ipercolesterolemia. Alcune ricerche hanno dimostrato che l'assunzione di 100-200 mcg al giorno di un integratore specifico di selenio (SelenioPrecise dell'azienda danese Pharma Nord) può diminuire, sebbene in modo modesto, i livelli di colesterolo. Tuttavia, molti dei soggetti oggetti degli studi avevano livelli di selenio piuttosto bassi prima dell'integrazione: non è certo se gli stessi risultati si possano ottenere in soggetti con livelli di selenio normali.
La quantità di selenio da integrare deve tenere conto della quantità assunta con i cibi, e il fatto di non dover sforare i 400 mcg al giorno. In genere si consiglia di non eccedere mai i 200 microgrammi, assunti con gli integratori.
L'integrazione di selenio ha senso soprattutto per i soggetti che vivono in alcune zone in cui il terreno è povero di selenio (non è il caso dell'Italia), o nel caso di carenze accertate. Soggetti con patologie specifiche, come la tiroidite autoimmune, possono valutare insieme al proprio medico se tentare l'integrazione con selenio.
L'utilizzo continuativo di cibi fortitificati (come le famose patate con selenio) non è consigliabile per chi segue una dieta variata e corretta, perché esiste comunque il rischio di un sovradosaggio che, come abbiamo visto, è particolarmente pericoloso. Assunzioni sporadiche, al contrario, difficilmente possono causare problemi, ma nemmeno benefici.
The effect of selenium therapy on autoimmune thyroiditis
Selenium treatment in autoimmune thyroiditis: 9-month follow-up with variable doses
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