Il burro chiarificato è un prodotto che fino a qualche tempo fa era prerogativa esclusiva dei ristoranti, ma oggi si trova anche nei supermercati.
Il burro comune non è composto solo da grassi, ma possiede una percentuale di acqua del 15-18%, e una piccola percentuale di proteine. Questa composizione lo rende inadatto per l'uso ad alta temperatura. Infatti l'acqua in esso contenuta favorisce l'idrolisi degli acidi grassi, che diventano liberi e subiscono trasformazioni che producono sostanze nocive.
Se sottoponete il burro a temperature maggiori del suo punto di fumo (130 gradi), noterete che esso cambia colore, diventando nocciola e poi bruno. Il burro nocciola è utilizzato in cucina poiché le trasformazioni sugli acidi grassi producono inizialmente sostanze aromatiche gradevoli al palato, ma è bene evitare di usarlo spesso, poiché contiene sostanze nocive.
Per cucinare con il burro ad alte temperature bisogna usare il burro chiarificato.
Il burro chiarificato si produce asportando tutta l'acqua e la caseina dal burro comune, che come abbiamo detto, contiene ancora una quantità di acqua non trascurabile, pari al 15-18%.
Il burro chiarificato, fino a qualche anno fa, era prerogativa della ristorazione, al supermercato era molto difficile trovarlo. Oggi sono diverse le aziende che propongono il proprio burro chiarificato, e lo vendono presso la grande distribuzione, per esempio il Prealpi e l'Inalpi. Come vedremo, oggi non ha più molto senso prepararselo in casa.
Il burro chiarificato ha una quantità di grassi maggiore del burro tradizionale: quasi il 100%, invece dell'86%, dal momento che non contiene acqua. Questa differenza, tuttavia, non deve essere considerata rilevante ai fini nutrizionali: la scelta se utilizzare l'uno o l'altro burro è squisitamente "tecnica".
Il burro chiarificato va utilizzato per friggere o soffriggere, dunque tutte le volte che bisogna portare il burro a temperature molto alte, per cuocere gli alimenti.
Questo non significa che tutti gli alimenti cotti nel burro, necessitino del burro chiarificato: per soffriggere una cipolla va benissimo il burro normale, ma se vogliamo friggere una cotoletta, un uovo, o fare i popcorn, ecco che il burro chiarificato può effettivamente darci vantaggi tangibili, rispetto al burro tradizionale, perché riusciremo a portarlo a 180 gradi senza produrre schiume e senza alterarne il gusto.
Per produrre il burro chiarificato basta prendere il burro comune e farlo cuocere a bagnomaria per 15 minuti circa. Il bagnomaria si può evitare se si riesce a non superare i 100-105 gradi, cosa che si può facilmente ottenere utilizzando una casseruola di acciaio con fondo spesso, come quella che si usa in pasticceria per preparare la crema pasticcera. Si parte a fiamma media e quando il burro inizia a schiumare, bisogna abbassare la fiamma al minimo, nel fornello più piccolo, e continuare la cottura finché il burro chiarificato non è pronto.
Si formerà in superficie una massa biancastra composta dalla caseina, che è coagulata con il calore, quando la parte sottostante questo strato di schiuma diventa trasparente, significa che il burro chiarificato è pronto.
A questo punto bisogna filtrare il burro con un colino a maglie molto fini, per eliminare la parte biancastra che si è separata.
Potete conservare il burro chiarificato in frigorifero in un contenitore di vetro. Al momento dell'utilizzo, prelevatene la quantità che vi occorre con un cucchiaio o cucchiaino.
Il burro chiarificato commerciale viene venduto a caro prezzo: tuttavia, quando vi renderete conto di quanto è bassa la "resa" dell'operazione casalinga, scoprirete che non ha molto senso produrselo in casa, perché tra quello che si perde nella preparazione, e il calo naturale dovuto al fatto che l'acqua e le caseine vengono eliminate, il costo del burro fatto in casa è comunque superiore a quello che possiamo acquistare, che sarà anche migliore dal punto di vista organolettico, perché ovviamente la produzione industriale, oltre che più efficiente, è anche più rispettosa delle qualità del prodotto.
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