Il riso di Baraggia è uno dei tre risi italiani che hanno ottenuto una certificazione. La denominazione riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP è stata ufficializzata nel 2007.
All'interno della DOP ricadono 3 diverse tipologie merceologiche di riso: dal riso grezzo (o risone) si possono ottenere sia il riso raffinato (quello bianco per intenderci), sia il riso integrale che il riso parboiled (ammollato e precotto).
Inoltre, il riso di Baraggia DOP comprende 7 varietà diverse: Carnaroli, Baldo, Arborio, Balilla, Loto, Sant'Andrea e Gladio, ognuna con i propri parametri di riferimento, le caratteristiche fisico-chimiche e le indicazioni di ordine biometrico specifiche per ogni varietà (colore, consistenza, collosità, cristallinità, peso etc...). Il disciplinare, molto rigido, definisce quali sono i valori previsti per ogni categoria di riferimento e la percentuale di tolleranza per ogni difetto, una percentuale in media molto bassa, che va dallo 0,05% al 5%.
Il legame con il territorio del riso di Baraggia è uno degli elementi cardine di questa DOP. La zona delimitata dal disciplinare comprende 28 comuni delle provincie di Vercelli e Biella, in Piemonte, per un totale di circa 20 mila ettari di risaie e 12 mila proprietari appartenenti al Consorzio di Bonifica del Baraggia Vercellese.
La Baraggia, o Baragge, è una riserva naturale che è stata creata su iniziativa dell'ex Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi negli anni Cinquanta e si estende in tutto il nord-est piemontese fino al Ticino. Il termine "baraggia" in dialetto indica un terreno poco fertile.
Il Consorzio di Bonifica e il Consorzio di Tutela della DOP collaborano strettamente al fine di produrre un riso di qualità, garantendo la tracciabilità di ogni confezione. Tutte le fasi della filiera, dalla coltivazione al confezionamento, vengono svolte all'interno della zona delimitata da disciplinare. Le riserie sono attualmente 8 (dati aggiornati a giugno 2015).
Durante la coltivazione del riso di Baraggia è vietato l'uso di concimi nitrici e di composto o fertilizzanti che contengano metalli pesanti. I trattamenti fungicidi e insetticidi devono comunque essere eseguiti almeno 40 giorni prima della raccolta.
L'essicazione avviene in essiccatoi a fuoco indiretto, possibilmente alimentati a metano, G.P.L. o simili, al fine di ridurre al minimo la contaminazione degli involucri esterni del riso.
Durante lo stoccaggio del risone, ogni produttore è obbligato ad evitare l'insorgere di qualsiasi attacco fungino o parassitario e l'inizio di fermentazioni anomale.
Il riso deve arrivare alla lavorazione con un indice di umidità interna non superiore al 14%.
Una volta confezionato, il riso di Baraggia DOP deve riportare in etichetta il nome della varietà agraria contenuta e non quella di un'altra seppure simile, anche quando fosse concesso dalle norme vigenti. Sulla confezione deve essere riportato, inoltre, il contrassegno e il logo della DOP (vedi foto qui sopra).
Una curiosità: il riso di Baraggia DOP è spesso consumato dai piemontesi nella ricetta tipica del vercellese, la panissa, un risotto con fagioli e salamini sott'olio.
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