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Ufficio del turismo di Narbonne
Partiamo da Elne senza mete precise, l'idea è quella di passare una notte in hotel nell'entroterra per poi arrivare a Saint-Raphael, in provenza, per gli ultimi 4 giorni di vacanza. La prima tappa è il mercato coperto di Narbonne, uno dei più belli che abbiamo visitato in Francia. Nel 2005 ci ha letteralmente salvato durante il "soggiorno forzato" di una settimana dell'automobile in officina. Ritrovare gli stessi banchetti, le stesse facce dei produttori ha suscitato in noi forti emozioni. Per prima cosa, facciamo colazione con i prodotti di pasticceria orientale che trovate nella corsia centrale del mercato, sulla destra rispetto all'entrata principale: di gran lunga i migliori che abbiamo mai mangiato.
Compriamo un trancio di ventresca di tonno (un taglio difficile da trovare) e 3 capesante giganti, che Laura brama da quando, qualche giorno prima, abbiamo conosciuto le noix de saint jacques, le capesante francesi per eccellenza. Prendiamo anche le ultime 12 ostriche della vacanza, prodotte sul mediterraneo: il pescivendolo me ne fa assaggiare di 3 tipi, io scelgo quelle più dolci.
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Lasciamo Narbonne alla volta di Ales, città che ho scelto dalla cartina per le sue dimensioni e per la posizione, a metà strada rispetto a Saint Raphael. Per arrivarci passeremo all'interno del parco nazionale "de Cevennes", e in particolare sul massiccio del grandes causses, su un suggestivo altipiano a 800-1000 m che due anni prima mi ha stupito e che rivedo volentieri. Quando si arriva nei pressi di Lodeve, l'autostrada inizia a salire: 300 m, 400 m, 500 m... Fino a 800 m e oltre. Da qui in poi, verso Clermont-Ferrand, c'è una pianura di centinaia di km... A 800 metri di altitudine! La natura è pressoché intatta e l'unica opera di urbanizzazione è l'autostrada. Meraviglioso!
Usciamo dall'autostrada alla volta di Alzon e decidiamo di fermarci a mangiare non appena l'altipiano finisce e la strada inizia a scendere. Troviamo un posto carino con dei tavolini di pietra. Antipasto di ostriche, piatto forte con ventresca e le super-capesante, il tutto innaffiato da una mini-bottiglia da 375 ml di Bordeaux. Il tutto in una cornice insolita di montagne!
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Lungo la strada ci fermiamo in una cantina cooperativa dove troviamo una inserviente fresca d'assunzione che non sa nemmeno aprire una bottiglia (la aiutiamo noi), inoltre ci apre uno spumante a temperatura ambiente allagando il locale: un disastro. Il vino non è nemmeno gran che, compro solo una bottiglia di sauvignon che voglio confrontare a parità di prezzo con un vino italiano.
In questa zona c'è una famosa cipolla che ha il marchio DOP, l'oignon doux des Cevennes, troviamo un contadino che le vende lungo la strada e ne acquistiamo 2 kg. Si riveleranno potentissime da mangiare crude, ma veramente dolci una volta cotte.
Arriviamo finalmente ad Ales. Come da copione: ufficio del turismo, carta degli hotel con descrizione dettagliata, costi, distanze dal centro, scegliamo quello che fa per noi e ci sistemiamo. A cena decidiamo di stare leggeri e quindi optiamo per un fromage blanc da supermercato, i formaggi rimasti dai giorni precedenti, frutta e verdura cruda.
Ales è una cittadina che fa parte di una unione di comuni con 50000 abitanti, situata in una zona collinare, in una valle percorsa da un piccolo torrente. Un tempo era un polo minerario, non a caso c'è un museo industriale che tratta l'argomento. Finalmente vediamo una Francia "non perfettina", molto somigliante all'Italia, con i suoi edifici non proprio perfettamente ristrutturati, strade e strutture che non sembrano appena costruite, senza vasi fioriti appesi ai cartelli stradali e aiuole da concorso sulle rotonde. Dico "finalmente" ma in realtà è una "magra consolazione"... Questo posto è molto simile alla Valle del Samoggia, dove abitiamo, ma non posso non notare che l'organizzazione turistica è superiore (qui almeno c'è l'ufficio del turismo!).
All'ufficio del turismo prendiamo anche la canonica lista dei mercati alimentari. Il mercato domenicale è in una zona periferica della città, in un piazzale dominato da orrendi palazzoni stile "anni 70", che qui in Francia sono se possibile peggio di quelli italiani (almeno in questo siamo superiori!).
Anche i prodotti, il modo di esporli e i venditori qui sembrano meno curati, e anche gli acquirenti appaiono più "provinciali". Alcuni produttori (vedi foto) sono molto pittoreschi.
Comunque, acquistiamo un paio di formaggi freschi di capra piuttosto buoni (in Francia con la capra è impossibile sbagliare!), un po' di frutta e verdura e ripartiamo... Prima però ci fermiamo in un panificio e acquistiamo una pastasfoglia tempestata di mandorle tostate, una bomba di calorie e gusto che non abbiamo mai provato, ma che si trova un po' dappertutto. Non amo le paste sfoglie e le cose così sfacciatamente "ricche", ma la parte esterna, caramellata e tostata, dolcissima e burrosa, è da orgasmo.
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Durante il viaggio verso Saint-Raphael ci godiamo alcuni panorami molto belli, e facciamo sosta in un paesello dove in teoria ci doveva essere un mercato di paese (era una bufala). Troviamo alloggio in un campeggio sotto al Massif de l'Esterel, un massiccio di colore rossastro molto suggestivo. Non troviamo che supermercati dove acquistare qualcosa da mangiare (ma lo sapevamo che in Provenza, lungo la costa, non avremmo trovato gran che, cena leggera, dunque, e la testa proiettata alle immersioni dei giorni seguenti.
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