L'acido ossalico (H2C2O4), o ossalato, è un acido bicarbossilico che si presenta sottoforma di granuli bianchi, o cristalli incolori.
È una sostanza nociva per l'uomo, utilizzata dall'industria per diversi scopi, ma potenzialmente presente in diversi alimenti.
L'acido ossalico viene utilizzato per diversi scopi.
A livello industriale viene utilizzato per produrre sbiancanti e antiruggine e nei prodotti per il trattamento superficiale del legno, anche per combattere i tarli.
Viene anche usato nelle concerie e nelle industrie tessili, come purificante; e nella produzione di detersivi e inchiostri; trova utilizzo anche nella produzione della gomma e nella lucidatura del marmo.
In apicoltura viene utilizzato per combattere la varroa, il temibile parassita in grado di uccidere le api.
È in grado di legarsi fortemente al calcio (i calcoli renali sono perlopiù composti da ossalato di calcio).
L'ossalato è il metabolita tossico di alcuni funghi (come Aspergillus niger), ed è contenuto in quantità elevate, talora pericolose, in diverse specie vegetali, che elenchiamo di seguito.
L'acido ossalico può avere effetti tossici acuti, di tipo corrosivo nei confronti della bocca e del tratto intestinale, con possibilità di emorragie, convulsioni, coliche renali.
Gli effetti cronici sono dovuti al fatto che si lega con diversi importanti minerali (ferro, magnesio e calcio), impedendone l'assorbimento e determinando, alla lunga, stati di carenza che possono portare allo sviluppo di patologie come osteoporosi e anemia.
In letteratura si riportano alcuni casi non chiari di intossicazione da ossalati, e altri palesi come quello di una casalinga incinta americana, intossicata da acido ossalico assunto tramite il consumo di rabarbaro, che per questo perse il figlio.
Sebbene il rischio di intossicazione sia remoto, sarebbe comunque opportuno evitare il consumo in eccesso di vegetali ricchi di ossalato, soprattutto tra quelli più comuni come spinaci e bietola, che tra l'altro contengono anche elevate quantità di nitrati, anch'essi potenzialmente nocivi. Questo ovviamente non significa non mangiarli mai, è sufficiente non consumarli con regolarità, seguendo la stagionalità e cercando di non inserire queste verdure tra quelle abitualmente presenti sulla nostra tavola.
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