Anemia

L'anemia è una patologia abbastanza comune, ma spesso è difficile diagnosticarla e trattarla a causa delle sue differenti cause possibili.

 

 

L'anemia è caratterizzata dalla caduta del tasso di emoglobina (Hb) nel sangue. Quando questi livelli scendono sotto ai 13 g/dl per l'uomo, e ai 12 g/dl per la donna, si può parlare di anemia. Per capire bene le cause e i possibili trattamenti dei diversi tipi di anemia (ne esistono decine) bisogna comprendere i meccanismi dell'emopoiesi, cioè della produzione dei globuli rossi.

L'esame più importante per diagnosticare l'anemia è l'emocromo, dove uno dei valori misurati è proprio quello dell'emoglobina.

Capire l'anemia

Il sangue è composto da un liquido chiamato plasma, dentro il quale galleggiano tre tipi di cellule: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. I globuli rossi (eritrociti, responsabili del colore rosso del sangue) sono il più abbondante fra i tre tipi. Essi trasportano l'ossigeno dai polmoni, attraverso il flusso sanguigno, fino al cervello e agli altri organi e tessuti nel corpo, consentendo la produzione di energia e quindi svolgimento di tutte le funzioni dell'organismo.

I globuli rossi riescono a scambiare ossigeno con i tessuti grazie all'emoglobina - una proteina di colore rosso ricca di ferro. I globuli rossi, vengono prodotti regolarmente nel midollo osseo, un tessuto che si trova nelle cavità di molte fra le ossa lunghe del corpo umano.

La produzione di globuli rossi è finemente regolata dall'eritropoietina, una glicoproteina sensibile ai livelli di ossigeno nei tessuti: quando c'è maggior bisogno di ossigeno, l'eritropoietina comanda la produzione di globuli rossi. Per produrre emoglobina e globuli rossi, il corpo ha bisogno di ferro, che si ottiene dal cibo e viene immagazzinato nel fegato e in altri tessuti sottoforma di scorte utilizzabili; e di alcune vitamine, che si ottengono esclusivamente dal cibo.

 

 

L'anemia dunque si può verificare non solo quando c'è carenza di ferro o delle altre sostanze (soprattutto vitamina B12 e acido folico) coinvolte nella produzione di emoglobina ed eritrociti, ma anche quando il processo dell'eritropoiesi non funziona correttamente, e questo può avvenire per svariate cause, ognuna delle quali definisce un tipo di anemia.

Le cause dell'anemia e la diagnosi

Anemia

Le anemie causate da un cattivo funzionamento del processo di eritropoiesi sono molteplici, ma interessano una piccola percentuale della popolazione. Negli altri casi spesso l'anemia è causata da una carenza di alcuni dei fattori coinvolti nella produzione di eritrociti, spesso da una carenza di ferro. Tuttavia, prima di procedere con una integrazione, bisogna fare un esame approfondito poiché spesso tale integrazione non è sufficiente e può essere addirittura dannosa, poiché il ferro, a concentrazioni troppo elevate, è dannoso per il fegato (emocromatosi secondaria).

Per capire quando e come assumere ferro, bisogna comprendere come questo venga immagazzinato e distribuito nell'organismo: per farlo, occorre capire cos'è la sideremia, la transferrina e la ferritina.

 

 

Il ferro è immagazzinato nei tessuti (soprattutto nel fegato) tramite la ferritina, una molecola in grado di legare grandi quantità di ferro.

La concentrazione del ferro nel sangue è detta sideremia. La transferrina è una molecola necessaria per trasportare il ferro dall'intestino ai tessuti.

Prima di curare l'anemia con una integrazione di ferro, bisogna quindi accertarsi che:

  • ci sia una effettiva carenza nel sangue (sideremia < 70 mg/dl)
  • ci sia una carenza di scorte nel fegato (ferritina è < 50 ng/dl)
  • l'organismo sia un grado di trasferire il ferro ingerito alle scorte e al sangue (transferrina > 200 mg/dl)

Solo se si verificano queste tre condizioni ha senso una integrazione di ferro, altrimenti bisogna intraprendere altre strategie per la cura dell'anemia.

I sintomi dell'anemia

I classici sintomi dell'anemia sono astenia (senso di grande stanchezza anche a riposo), tachicardia e cardiopalmo, svenimento, mancanza di appetito, nausea, dispnea (difficoltà a respirare) da sforzo, riduzione della capacità di concentrazione e di memoria e da un caratteristico colorito pallido della pelle e delle mucose. L'entità dei sintomi non dipende tanto dai valori assoluti di emoglobina nel sangue, ma dalla sua variazione, dalla velocità con cui si instaura l'anemia e di conseguenza dal tempo che l'organismo ha per adattarsi alle variazioni dei suoi livelli. Anche la fragilità delle unghie, che tendono a spezzarsi e sfogliarsi, è da considerarsi un possibile sintomo dell'anemia.

Cosa fare per curare l'anemia

Se si presentano i sintomi descritti, la prima cosa da fare è un semplice esame del sangue: il semplice emocromo è in grado di diagnosticare l'anemia. Più difficile identificare le cause dell'anemia, per le quali occorreranno esami del sangue più approfonditi, tra cui la sideremia, transferrina, ferritina. Sicuramente, una volta identificato il problema, bisognerà rivolgersi a uno specialista per capire le cause e intraprendere la cura più adatta.

Se la carenza di ferro è accertata, occorrerà intraprendere una strategia di integrazione differenziata a seconda della gravità del problema e di come l'organismo reagisce alla somministrazione di ferro.

Anemia e dieta

Una corretta alimentazione è importante per prevenire l'anemia e in parte anche per curarla, quando è causata da una scarsa assunzione di ferro.

Il ferro è presente negli alimenti in due forme: ferro eme (legato ai globuli rossi), presente negli alimenti di origine animale; e ferro non eme, presente nei vegetali. L'assimilazione del ferro non emetico varia notevolmente in base alla composizione dei pasti e alle possibilità di preparazione degli alimenti (interi, macinati, misti tra di loro).

Inibiscono l'assimilazione del ferro il caffè e il tè, mentre la crusca dei cereali e il calcio presente nel latte ne riducono l'assorbimento. Tra i fattori che facilitano l'assimilazione del ferro non emetico, molto importante l'acido ascorbico (vitamina C).

Le diete vegetariane sono a rischio di anemia in quanto non prevedono l'assunzione di carne e pesce, le fonti principali di ferro eme, ma non solo. Infatti gli alimenti di origine animale contengono anche la vitamina B12 e la vitamina B6, indispensabili nella produzione di globuli rossi. Dunque, chi non consuma carne e pesce dovrebbe fare molta attenzione introducendo nella dieta alimenti vegetali ricchi di ferro, evitando la contemporanea assunzione di fattori inibenti e favorendo quelli che ne aiutano l'assimilazione.

Nelle diete vegetaliane il rischio di anemia è ancor più elevato, in quanto eliminano tutti gli alimenti di origine animale.

 

 

 

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