Biotossine algali: come difendersi da un pericolo che viene dal mare

Durante l'estate, in varie parti d'italia, sentiamo dire in TV e leggiamo sui giornali che in alcune zone del mare, in varie parti d'italia, è interdetta la balneazione. In pratica, non si può fare il bagno e il motivo è che l'acqua cambia colore, diventando rossa o verde a causa del fenomeno delle fioriture algali, dette anche "maree rosse", piccole alghe che si riproducono in modo molto intenso fino a ricoprire tutta la superficie dell'acqua.

 

 

Questo, di per sé, non sarebbe un problema, se non che queste alghe producono delle sostanze tossiche, anche letali, dette biotossine algali. Le tossine si possono prendere bevendo l'acqua, ma anche mangiando i prodotti che le contengono, e sono molto pericolose: è per questo che è molto importante fare sempre attenzione a ciò che mangiamo, e in particolare alla sua provenienza. Perché di biotossine algali se ne sente parlare poco, ma bisogna fare molte attenzione a questi contaminanti dei prodotti del mare.

Le biotossine algali: cosa sono

Andiamo con ordine e cerchiamo di capire che cosa sono queste biotossine algali.

Si tratta di tossine prodotte da varie specie di alghe, microscopiche, che tutte insieme vengono definite fitoplancton, quindi sono di tipo vegetale in contrapposizione allo zooplancon che invece è di origine animale (animali marini microscopici).

Nello specifico, si tratta delle alghe dinoflagellate, cellule vegetali in grado però di muoversi in acqua grazie ad un flagello.

 

 

Queste alghe non sono sempre presenti, ma proliferano solamente quando le condizioni di temperatura dell'acqua sono favorevoli; a cose normali, infatti, sono poche e non sono pericolose, mentre quando sono tante il problema diventa importante. Da notare che le condizioni dell'acqua non sono così facili da raggiungere (altrimenti saremmo infestati dalle alghe), per cui spesso succede che una cala è affetta dal fenomeno della fioritura, quella a fianco invece non lo è, perché nella prima si sono create delle condizioni ideali che nella seconda non ci sono.

Il fenomeno, tra l'altro, non è comparso oggi: i greci chiamarono il "Mar Rosso" in questo modo proprio a causa delle fioriture che si verificavano periodicamente; il riscaldamento globale e l'innalzamento della temperatura del mare lo ha però reso molto più frequente che in passato anche nei nostri mari.

Alcune specie di alghe dinoflagellate producono delle tossine, con cui si intende una sostanza, prodotta da esseri viventi, che è dannosa per altre specie.

Non si è ancora capito il ruolo che queste tossine svolgono nel metabolismo delle alghe, anche se probabilmente hanno funzione difensiva e servono ad impedire che i pesci le mangino, in modo da garantire la sopravvivenza di questi organismi.

Le alghe responsabili della fioritura, comunque, spariscono nel giro di pochi giorni o alcune settimane a causa delle modifiche delle caratteristiche dell'acqua (temperatura, salinità, moto ondoso) e con esse spariscono anche le tossine.

Dove si prendono le biotossine algali? Sono pericolose per l'uomo?

La risposta a quest'ultima domanda è senza dubbio si, le biotossine algali sono pericolose per l'uomo e in certi casi possono causare anche la morte di una persona, a seconda della quantità di tossine ingerita e anche del tipo di tossina. Alcune, infatti, sono più pericolose di altre ed è necessario andare immediatamente in ospedale per minimizzarne gli effetti.

Biotossine algali

Di seguito le tossine più comuni che esistono e quali sono i sintomi che provocano nell'uomo: saperli riconoscere è importantissimo nel caso consumassimo prodotti a rischio.

  • Tossina PSP: la tossina Paralytic Shellfish Poison, che si prende principalmente dai molluschi bivalvi, è responsabile della paralisi respiratoria dell'uomo. In pratica, si ha difficoltà a respirare e la respirazione si ferma del tutto se il quantitativo ingerito è alto.
  • Tossina TTX: le Tetrodotossine sono composti simili ai precedenti, quindi paralisi respiratoria, ma non si prendono solo dai molluschi ma anche da altri prodotti ittici, principalmente pesciCome nel caso precedente, si può arrivare alla morte per paralisi respiratoria. Non si prendono direttamente dal mare, ma da alcuni pesci che la trasportano come il pesce palla, il cui consumo in Italia è vietato (la tossina può essere prodotta sia da alcune ghiandole del pesce, sia da batteri che sono sopra alla sua pelle e le producono, poiché il pesce è immune e riesce a resistere).
  • Tossina PITX: le Palitossine sono letali, sono state trovate anche in Italia e causano problemi all'apparato gastrointestinale, cardiovascolare e respiratorio. È pericoloso anche solo venire in contatto con l'acqua in cui si trovano, perché causano forme simil-influenzali; si prendono dai molluschi, e possono essere letali.
  • Tossina DSP: la Diarrhetic Shellfish Poisoning non è letale, ma causa una diarrea profusa e molto prolungata, che se ne va solo dopo molti giorni. Anche in questo caso si prende dai molluschi.
  • Tossina NSP: le Brevetossine danno problemi respiratori, come le tossine precedenti, ma non sono presenti in Italia, si trovano in America e sono veicolate dai molluschi.
  • Tossina VSP: la Venerupina provoca nell'uomo una forte attività epatotossica, ma da anche sintomi gastrointestinali e neurologici; nei casi più gravi di intossicazione si può arrivare anche alla morte. Si prende dai molluschi.
  • Tossina CFP: la tossina Ciguatera si trova nelle Barriere Coralline, e può interessare il pescato di zone molto lontane adl nostro paese. Causa problemi nervosi, gastrointestinali e cardiovascolari e si prende da vari prodotti ittici.

 

 

Da notare che tutte queste tossine sono termostabili, ovvero la cottura non le distrugge, a differenza di quanto accade con altri contaminanti: è quindi importantissimo evitare di mangiare gli animali che possono contenere questa tossina, e anche (al di là della questione alimentare) seguire strettamente i divieti di balneazione imposti dalle autorità.

Come possiamo difenderci dalle biotossine algali?

Abbiamo visto nella parte precedente che le biotossine algali si prendono principalmente dai molluschi, anche se alcune possono provenire dai pesci.

Le biotossine nei pesci

Nel nostro paese, i pesci pescati non le veicolano, per cui il consumo di pesce è da considerare sicuro. Deve invece essere segnalato alle autorità, immediatamente (ai carabinieri, quindi al 112, che invierà i NAS a controllare) la presenza di pesce palla

In Giappone, infatti, questo pesce è normalmente consumato (la carne non è velenosa), ma in Italia, poiché i ristoratori non sanno come trattarlo, è vietato.

Negli ultimi anni sono stati segnalati diversi casi di ritrovamento di questo pesce in Italia, e visto che è velenoso anche solo al tocco, non solo all'ingestione della sua pelle (che è letale, essendo la TTX cento volte più potente del cianuro), segnalando la sua presenza potremmo addirittura salvare la vita a diverse persone.

Le biotossine nei molluschi

Comunque, nel nostro paese il pesce non rappresenta il problema principale relativamente alle biotossine, perché gli animali più a rischio sono certamente i molluschi bivalvi, ovvero le conchiglie, con particolare riferimento alle cozze.

Infatti, questi animali sono dei molluschi filtratori, cioè immettono acqua nel loro corpo, detto mantello, e la espellono tramite un sifone; le sostanze nutritive però vengono trattenute, e con esse anche le biotossine, che, tuttavia, non sono tossiche per questi animali che non muoiono se le tossine si trovano al loro interno.

Gli animali più a rischio sono i molluschi che vivono attaccati agli scogli, quindi cozze e ostriche, rispetto a quelli che vivono nella sabbia (per cui vongole, lupini, fasolari e via dicendo); inoltre sono più pericolosi quelli che vivono lungo la costa, ad esempio alle foci dei fiumi, perché l'ambiente tende ad essere più favorevole per lo sviluppo delle alghe.

In Italia, il controllo sulle biotossine algali è molto efficiente, perché il problema è generalmente limitato e, soprattutto, gli stabilimenti che confezionano prodotti a rischio (i Centri di Confezionamento dei molluschi) sono tenuti sotto stretta sorveglianza. In più, vengono campionate anche le acque di raccolta dei molluschi, controllate (oltre che per contaminazioni di altro tipo) anche per la presenza di biotossine algali.

Qualora si presentassero livelli superiori a quelli accettabili, quindi, le autorità competenti impediscono la raccolta dei molluschi, ed eventualmente di specie animali affini, nelle acque interessate dal fenomeno. Il Reg. CE 178/2001, che impone la rintracciabilità dei prodotti alimentari, permette sempre di salire con certezza alla zona in cui i molluschi sono stati pescati, per cui non c'è pericolo, in linea di massima, per il consumatore, di ingerire le biotossone algali.

Ma...

Ovviamente, non tutte le cose funzionano come dovrebbero, e i casi di intossicazione da biotossine algali da molluschi sono praticamente sempre dovute alla raccolta non regolamentata, fatta da persone che prive di ogni autorizzazione vendono i molluschi illegalmente, di solito in bancarelle in riva al mare. Queste persone non sono problematiche solo dal punto di vista finanziario perché non pagano le tasse, ma anche da quello della salute. Non facendo attenzione alle leggi, infatti, potrebbero raccogliere molluschi da acque in cui è interdetta la pesca. Se un ignaro acquirente le comprasse e le mangiasse, anche cotte, le conseguenze possono essere anche molto gravi.

Per evitare di incappare in problemi del genere, quindi, basta soprattutto un po' di buonsenso, e soprattutto seguite delle semplici regole:

  • I molluschi che comprate devono essere sempre confezionati, al momento della vendita, e correttamente etichettati con l'indicazione della provenienza. Dovreste vedere anche un ovale, da una parte, con al centro una scritta del tipo (IT 1234 CE): quello è il marchio sanitario, e indica il controllo pubblico sulla presenza delle tossine algali.
  • Qualora acquistiate dei molluschi sfusi (magari perché ne volete un quantitativo inferiore rispetto a quello della confezione), assicuratevi che il commerciante apra la confezione davanti a voi, o che anche quando già aperta la confezione sia rimasta etichettata. In caso contrario, non acquistate quel prodotto.
  • Internet vi è amico: se avete qualche dubbio sulle cozze o su altri molluschi che avete comprato, informatevi del fatto che nella zona di provenienza non ci siano restrizioni a causa delle alghe (basta cercare su Google, sezione "notizie", quindi "fioritura algale"). Nel caso in cui nella zona si siano verificate problematiche, evitate di comprare quel prodotto, a meno che chi lo vende sia un'attività controllata al massimo, come un supermercato.

Con queste semplici regole, e facendo attenzione al consumo dei molluschi più a rischio, riuscirete a scongiurare uno dei contaminanti più pericolosi che potete trovare negli alimenti.

 

 

 

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