Lo scandalo delle uova con il fipronil risale all'agosto del 2017, ma in realtà sono stati diversi, nel corso del tempo e in anni addietro, i sequestri di partite di uova contenenti questa sostanza, che è considerata lievemente tossica per l'uomo.
Fipronil è il nome con cui viene commercializzato il fluocianobenzipirazolo, un composto usato come insetticida soprattutto in ambito veterinario, in particolare per gli animali domestici. Lo scopo del suo utilizzo è proprio quello di eliminare i parassiti come pulci, pidocchi e zecche dal manto degli animali.
Si tratta di una sostanza stabile al calore, che quindi rimane intatta anche in seguito alla cottura degli alimenti in cui si dovesse trovare come contaminante accidentale. In Italia, così come in altri paesi europei, il suo utilizzo è vietato per gli animali da allevamento destinati alla produzione di alimenti. Infatti, questo composto se dovesse finire nella catena alimentare, riuscirebbe a rimanere stabile anche in alimenti come pane, pasta o prodotti da forno.
L'assorbimento del Fipronil a livello della cute è molto basso e la sede maggiore di ingresso nell'organismo umano è quella gastrointestinale, attraverso quindi l'introduzione tramite gli alimenti.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, o OMS, il Fipronil è "moderatamente tossico" per l'uomo e se assunto in minime quantità determina effetti soprattutto a livello gastrointestinale, come vomito, nausea e dolori addominali. Se, però, viene assimilato in dosi molto elevate, allora le sue conseguenze possono essere più gravi, come danni a livello renale ma anche epatico e tiroideo.
Per i motivi di cui sopra, il Fipronil non si può aggiungere ai mangimi e non può essere usato negli ambienti destinati all'allevamento di animali, pollai compresi.
La dose tossica, pari a 0,72 mg/kg, si raggiunge comunque per un numero elevato di uova assunte, non certo con il consumo di un singolo uovo contaminato.
Nell'estate del 2017 in diverse regioni d'Italia è stato rintracciato il Fipronil non solo nelle uova ma anche in prodotti derivati da esse, e provenienti soprattutto da allevamenti di Olanda e Belgio. In tutta Europa, sono 48 i paesi in cui sono state commercializzate queste uova al Fipronil. Sono, così, scattati i sequestri di diverse partite di prodotti contaminati e già in vendita nei supermercati.
In Olanda, lo scandalo è iniziato nel 2016, quando le autorità del paese sono state avvisate dell'uso del Fipronil in alcuni allevamenti di pollame, ma a questo avvertimento non ha fatto seguito l'allarme, secondo le leggi europee che stabiliscono il sistema di allarme rapido in materia di sicurezza alimentare. Per questo motivo, la merce contaminata è stata comunque commercializzata, fino a diffondersi anche in altri paesi europei.
Nel 2017 il sequestro e il ritiro dal mercato ha interessato Olanda, Italia, Francia e Germania, fra gli altri, per un totale di circa 180 aziende agricole olandesi coinvolte in questo scandalo. Da qui ne deriva l'eliminazione nei supermercati di intere partite di uova. Le operazioni di sequestro sono state avviate in seguito alla segnalazione, nel giugno 2017, da parte dell'Agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare, o Afsca, presente in Olanda.
Nelle aziende che hanno fatto uso del Fipronil, questo insetticida è stato usato per disinfettare i capannoni in cui vengono allevate le galline, ma si sospetta un suo uso anche nei mangimi con il fine di bloccare o ridurre il contagio della pulce rossa tra le galline allevate.
In Italia i prodotti coinvolti dal sequestro non sono solo uova, ma anche prodotti derivati, per un totale di 90 mila uova sequestrate solo nella provincia di Ancona. I focolai delle contaminazioni rinvenute in Italia sembrano derivare dalle aziende Poultry Vision, in Belgio, e Chickfriend, in Olanda.
Nel nostro paese sono state controllate anche alcune industrie di lavorazione delle uova, che producono dolci, salse e pasta all'uovo. In alcuni casi la produzione è stata bloccata per accertamenti ed analisi, in altri si è proceduto al sequestro e al blocco degli stabilimenti. I provvedimenti hanno riguardato aziende di diverse regioni d'Italia, da nord a sud. I livelli di Fipronil rilevato sono stati in tutti i casi ben inferiori a quelli considerati tossici, ma comunque al di sopra dei limiti massimi consentiti dall'UE, ossia 0,005 mg/kg. Il sistema di allarme rapido europeo, o Rasff, ha ricevuto dall'Italia diverse segnalazioni in seguito ai controlli effettuati su tutto il territorio.
In Germania, paese maggior importatore di uova dall'Olanda, sono state ritirate dal mercato circa 73 mila uova provenienti da un'azienda biologica olandese.
Nel 2017 l'Efsa ha pubblicato un'analisi dei dati riassuntiva su quanto accaduto, e ha rilevato che a fino a quel momento, ossia fine 2017, su 5439 campioni di uova e carne di pollo analizzate, 742 avevano quantità di Fipronil superiori ai livelli tollerati per legge.
In seguito a questo scandalo sono stati abbattuti milioni di polli sospetti di essere contaminati e centinaia di allevamenti sono stati chiusi in tutta Europa. In Germania, il supermercato Aldi aveva deciso di non vendere uova finché la situazione non fosse diventata più chiara e sicura. In Italia nel 2017 divenne difficile approvvigionarsi di uova.
Dalle indagini effettuate in seguito allo scandalo Fipronil, è stato rilevato che l'origine del problema era un antiparassitario, chiamato Dega 16, venduto in diversi paesi da una società con sede in Belgio. Questo prodotto poteva contrastare in modo efficace l'infestazione da pulce rossa presente negli allevamenti di galline ovaiole. In questo antiparassitario non era indicata in etichetta la presenza del Fipronil tra i componenti, motivo per cui diverse aziende l'avevano utilizzato.
Nell'ultimo periodo una condanna ha stabilito i colpevoli della vicenda, e ha condannato in Olanda due persone ad un anno di carcere e al pagamento di una multa di 25 mila euro che grava sulle loro aziende, ossia Chickfriend e Chicklean. L'accusa è l'uso illecito di una sostanza vietata negli allevamenti di pollame in Olanda e pericolosa per la salute pubblica.
Le due persone condannate avrebbero usato il Dega 16 per la disinfestazione di 283 allevamenti di pollame in Olanda, ossia circa il 20% di tutti gli stabilimenti del paese.
I processi legati al Fipronil nelle uova non sono finiti. Infatti, alcuni allevatori, già dal 2017, avevano accusato l'Afsca dei ritardi nelle segnalazioni, ma ad oggi i procedimenti a carico dell'Autorità olandese sono stati respinti. Sono, invece, tutt'ora in corso i processi per altre 7 persone e 4 aziende coinvolte in questo scandalo.
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