Supetuscans, ovvero i grandi vini rossi toscani che, per scelta, hanno deciso di fare a meno delle denominazioni DOC e DOCG legate al mondo del vino più tradizionale e storico. Tra i Super Tuscan più famosi ricordiamo il Sassicaia, l'Ornellaia, il Tignanello, il Solaia, solo per fare alcuni nomi, sono nomi famosi a livello internazionale, simbolo di un tipo di vinicoltura moderna, innovativa, che strizza l'occhio alla Francia, in particolare alla zona di Bordeaux dato che sono vini prodotti per lo più con il taglio bordolese, ossia Cabernet sauvignon e Merlot, vitigni importati e impiantati recentemente, non autoctoni del territorio toscano dove a fare da padrone è il Sangiovese. Basti pensare che Chianti, Brunello di Montalcino o Vino Nobile di Montepulciano, le tre eccellenze nel panorama vitivinicolo toscano, sono tutti ottenuti a partire da uve Sangiovese.
Invece i Supertuscan fra le loro uve non hanno, spesso, il Sangiovese, né altri vitigni autoctoni della zona toscana, e per questo non possono entrare a far parte delle denominazioni DOC o DOCG, sono piuttosto frutto di un'operazione commerciale, di un'idea imprenditoriale decisa a tavolino, anche abbastanza recente, se paragonata al resto del mondo vitivinicolo che ha tradizione secolare.
Ma allora da dove nascono questi Supertuscan? Chi li ha creati? Chi ha dato loro la fama?
In questo articolo ci proponiamo di rispondere a queste domande.
Il pionere del mondo dei Supertuscans è stato il marchese Mario Incisa della Rocchetta che negli anni Venti del secolo scorso ha deciso di inseguire il suo sogno: creare un vino che potesse confrontarsi degnamente con i grandi rossi francesi tanto blasonati all'epoca.
Per farlo ha impiantato il vitigno Cabernet, prettamente francese, nella sua tenuta San Guido di Bolgheri, in provincia di Livorno, e ha deciso di fare un vino solo ed esclusivamente a base di Cabernet. L'idea era molto innovativa all'epoca, in Italia, infatti, i vini che andavano per la maggiore erano i rossi toscani a base di Sangiovese e quelli piemontesi a base Nebbiolo, come il Barolo o il Barbaresco. Il Cabernet era un perfetto sconosciuto. Il marchese era convinto della sua scelta poiché aveva studiato a fondo la tecnica di produzione bordolese ma soprattutto il terreno su cui impiantare le viti, roccioso come quello bordolese.
Nacque così il Sassicaia della Tenuta San Guido che all'inizio non riscosse grande successo, nei primi vent'anni di produzione, ma che cambiò la storia nel 1967 quando partecipò ad una gara di degustazione cieca a Parigi e stravinse come miglior vino rosso del mondo. Da quel momento in poi tutti impazzirono per il Sassicaia e tutti ne volevano acquistare una bottiglia. Attualmente il suo prezzo si aggira intono ai 140 € a bottiglia, ma bottiglie di annate precedenti all'ultima messa in commercio possono arrivare a costare anche 1500€.
Seguendo l'esempio del Sassicaia molte altre cantine toscane della zona di Bolgheri hanno lanciato il loro vino Supertuscan con due requisiti di base: che fosse un vino prodotto con taglio bordolese, quindi con Cabernet Sauvignon, Merlot, o al limite anche Cabernet Franc, ma mai o raramente con uve autoctone, e che non appartenesse a una DOC o DOCG storica toscana. Magari destinando uno o due vigneti (che in Francia si chiamerebbero cru) solo ed esclusivamente alla produzione di quel vino e seguendoli costantemente con una cura maniacale.
Innovazione era quindi la parola d'ordine, taglio netto con la tradizione.
Riunendosi insieme, tutti i produttori dei Supertuscans toscani hanno poi deciso di aderire ad un'altra denominazione, la IGP (Indicazione Geografica Protetta), che li lega al territorio di Bolgheri, anche se non è così "qualificata" come una DOCG e il disciplinare lascia più margini di tolleranza. Eppure, i Supertuscans hanno fatto centro, sono tra i vini più rinomati e richiesti al mondo.
Di seguito un elenco di alcuni tra i grandi vini rossi superuscans che potrete trovare tranquillamente in vendita direttamente dal produttore, online o nelle enoteche più fornite.
Ogni cantina, inoltre, produce anche dei "fratelli minori" dei grandi supertuscans, ottenuti con la stessa filosofia e la stessa metodologia, vini ottimi, a buon prezzo che vale la pena di provare e acquistare, ad esempio il Guidoalberto è il fratello minore del Sassicaia e costa "solo" 34 €, così come Le Difese a 17 €.
Bolgheri, in tutti i modi, è diventato un termine sinonimo di qualità, un territorio che ha saputo legare al marchio un determinato tipo di prodotto, ossia vini rossi morbidi, eleganti, con una grande personalità, tra i quali ricordiamo anche (a prezzi più accessibili): il Bruciato, il Donna Olimpia, l'Argentiera e...vale la pena fare un giro nella zona di Bolgheri per scoprirne altri!
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