Blu non si era mai visto, il vino è da sempre, per definizione, rosso o bianco, al massimo rosato, e infatti il primo vino blu commercializzato nel mondo da un gruppo di giovani imprenditori spagnoli è una provocazione pura.
Il vino blu spagnolo, prodotto e venduto online dalla compagnia Gik, al prezzo di 8,26€ a bottiglia, nasce dall'idea di un gruppo di sei giovani che non hanno nessuna esperienza in fatto di vendemmia o vinificazione, nè in fatto di marketing o imprenditoria. Sono un gruppo di ventenni che amano girare il mondo e dedicarsi all'arte, sono designer, musicisti, grafici che hanno voluto provare a scuotere un po' la società così tradizionalista del mondo vinicolo per creare qualcosa di diverso e aspettare di vedere cosa succedeva. A chi chiede loro: "Come mai blu?" rispondono "Perchè no?".
Il loro obiettivo era riuscire ad inserirsi in un'industria che definiscono "di mentalità chiusa", proponendo sul mercato un prodotto radicalmente diverso che avesse come target i giovani.
E ancora, ci hanno aggiunto anche qualcosa di poetico: "ci sono gli oceani blu, dove non c'è concorrenza e i pesci nuotano indisturbati, oltre a questo, in psicologia il blu rappresenta il movimento, l'innovazione e l'infinito, è anche un colore spesso associato con il flusso e il cambiamento". E citano Kandinskij: "Più profondo il blu diventa, più forte chiama l'uomo verso l'infinito, risvegliando in lui un desiderio di purezza".
Una vera e propria operazione commerciale che però in meno di un anno, dall'estate 2016, sta dando i suoi frutti: 120 mila bottiglie vendute in tutto il mondo in soli 6 mesi. I maggiori consumatori di vino blu sono la Cina, il Giappone e il Brasile.
"Cerca di dimenticare tutto quello che sai sul vino. Prova a disimparare le centinaia di denominazioni di origini protette, gli standard di servizio complessi ed esigenti e tutto ciò che un sommelier ha detto durante una degustazione a cui sei stato invitato. Dimentica le tradizioni e dimentica che stiamo parlando di un liquido che rappresenta il sangue di Cristo in chiesa. Ora apri gli occhi, cosa vedi? Una bevanda dolce e blu, con 11,5 gradi di alcol. Ecco GIK. Vuoi provarlo?"
Ecco come il gruppo Gik sponsorizza il suo vino, ecco come si vuole posizionare sul mercato. Gik è un vino che vino non è, è piuttosto una bevanda, dicono bene, forse è meglio chiamarlo una bevanda.
La materia prima con cui viene realizzato sono dei vini che vengono assemblati insieme, sia bianchi che rossi, che però non hanno fatto macerazione sulle bucce, che il gruppo Gik si fa mandare da alcune aziende vitivinivole della Spagna, principalmente Airén, Syrah e Garnacha. La fermentazione viene interrotta per fare in modo che il prodotto finito sia amabile, abbia un sapore dolcino, e che la gradazione alcolica finale sia bassa: 11,5°vol.
Poi vengono aggiunti i coloranti, di due tipi: gli antociani e l'indaco, entrambi coloranti naturali di origine vegetale, non tossici (ovviamente) per la salute umana, che sono i responsabili del colore blu del vino.
Recentemente il Ministero delle Politiche Agricole spagnolo ha multato il gruppo Gik e ha vietato alla compagnia di chiamare il loro vino vino, appunto (marzo 2017). Si chiamerà genericamente bevanda, o Gik come il nome del marchio. La spiegazione data dal Ministero si basa sul fatto che i coloranti snaturano la natura stessa del vino e violano le regolamentazioni vitivinicole.
In molti non sono d'accordo con questa decisione, per due motivi principali: Gik non è l'unica azienda ad utilizzare coloranti naturali nel vino, li usano, secondo variazioni di rosso o di giallo, anche altre case vinicole. E poi i processi di vinificazione dei vini assemblati non erano fatti dall'azienda Gik, bensì da altre aziende vitivinicole che poi li spedivano una volta pronti con le caratteristiche richieste da Gik.
Il gruppo Gik ha, poi, alle spalle due solidi partner come l'Università dei Paesi Baschi e la Food-Tech con cui ha fatto ricerca per due anni prima di creare il vino blu.
Probabilmente, come spesso accade, la verità sta nel mezzo. L'idea del vino blu è assolutamente geniale e sicuramente ha destato scalpore e curiosità, centrando l'obiettivo che Gik si era prefissato. Però d'altro canto è anche vero che il vino blu non è un vino di qualità, non va degustato e assaporato, non ha una storia di sudore e passione dietro, ma rimane figlio di un'idea moderna e geniale pensata da giovani e ideata per giovani che, se proprio dovranno chiamarlo semplicemente "bevanda blu" o "liquido blu" o "nettare blu", non credo vedranno calare gli incassi.
In questo video si può vedere una degustazione alla cieca del vino blu con le reazioni dei partecipanti.
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