Storia del caffè in Italia: tra leggenda e reali innovazioni

La storia del caffè in Italia è iniziata nel 1600 ma la sua diffusione si è avuta già secoli prima in Oriente. Quando fu scoperto, il caffè veniva considerato una bevanda dalle proprietà magiche e per questo motivo gli arabi inizialmente ne nascosero l'esistenza, frenando la sua esportazione. 

 

 

Nel 1400 iniziarono a nascere le prime botteghe del caffè nei paesi arabi e questa bevanda, oltre che come medicina, venne considerata come valida occasione di incontri sociali.

La bevanda del diavolo e la sua diffusione nel mondo

Per molto tempo venne considerata "la bevanda del diavolo" proprio per il suo effetto eccitante sull'organismo e per questo motivo diversi governanti del tempo cercarono di bloccarne l'uso. Nonostante questo, il caffè si diffuse sempre di più, sia in ambito privato che pubblico, fino a giungere in Occidente nella seconda metà del 1600. Furono i turchi a portare nell'Europa Occidentale la celebre bevanda, e fu precisamente a Vienna che fu preparata per la prima volta insieme a miele e latte

 

 

Storia e leggenda italiana

Alla fine del 1600 iniziò a diffondersi il caffè a Venezia grazie ad un medico botanico, Prospero Alfino. La leggenda vuole che quest'ultimo, dopo un viaggio in Egitto, in cui il caffè era già diffuso da tempo, portò a Venezia la bevanda, descrivendola come "dal sapore simile alla cicoria". Proprio per questo motivo, Alfino aveva catalogato il caffè come medicinale ed infatti il primo luogo di vendita fu proprio la farmacia. Presto, però, si diffuse a livello popolare e furono create le prime botteghe del caffè, proprio come in Oriente. Già nel 1763 questi luoghi di culto del caffè erano più di 200 solo nella città di Venezia.

Proprio grazie alle botteghe, il caffè assunse l'importanza sociale che oggi gli viene attribuita in Italia: una bevanda simbolo di chiacchiere tra amici e parenti, occasione di scambio di idee e momenti di spensieratezza. 

Il caffè si diffuse, in seguito, nelle altre regioni italiane, diventando anche una bevanda casalinga, ma anche tipica dei locali popolari e delle case nobili. Inizialmente venne ritenuta una bevanda tipicamente pagana, poi riabilitata dal papa Clemente VIII. Si dice, infatti, che egli volle benedire il caffè in modo da convertirlo in bevanda cristiana, sottraendola quindi al diavolo. Prima di arrivare, però a questa conclusione, lo stesso papa l'aveva ritenuta una bevanda diabolica che doveva essere fermata, perchè poteva danneggiare le anime dei fedeli. 

Il caffè è diventato così importante per l'Italia che nel 1999 venne istituita a Trieste la prima università del caffè, rendendola quindi la "città del caffè". Questo istituto aveva lo scopo di divulgare la tradizione e la qualità del caffè. Da questa prima sede, ne nacquero molte altre in altri paesi, come l'Egitto e la Corea del Sud, tutte con lo scopo di preservare la tradizione della bevanda nera. 

 

 

Al caffè furono dedicate in Italia anche commedie, come quella di Carlo Goldoni del 1750, dal titolo "La bottega del caffè". A questa bevanda già in questo periodo furono dedicate diverse canzoni, sopratutto nella produzione musicale napoletana. 

Caffè in Italia: l'invenzione della Moka e della macchinetta

La produzione del caffè all'italiana venne messa a punto a Napoli, prendendo spunto e modificando il metodo di preparazione turco. In quest'ultimo la polvere del caffè viene fatta cuocere, mentre nel metodo napoletano l'acqua bollente viene fatta colare dall'alto sulla polvere. Ecco, quindi, che fu creato il metodo che dà lo spunto anche al funzionamento della moka e della macchinetta per caffè espresso

In Italia è stata inventata la macchinetta per caffè espresso, che tra i tipi di caffè è quello che è diventato poi uno dei simboli dell'Italia. Per definizione il caffè italiano è quello espresso, che si dice sia stato ideato proprio per preparare la bevanda in modo più veloce, limitando quindi i tempi di attesa nelle botteghe del caffè. 

La macchinetta ha in realtà più inventori, fra cui Angelo Moriondo, un torinese che presentò il primo brevetto per questo dispositivo nel 1884. Il suo progetto, però, non fu mai realizzato e commercializzato, nonostante Moriondo venga ancora oggi considerato il primo ideatore della macchinetta per espresso. In realtà, il primo prototipo di macchinetta fu presentato già nel 1855 all'Esposizione Universale di Parigi. 

Nel 1901 fu prodotto un prototipo di macchinetta del caffè, messo a punto da Luigi Bezzera sulla base del primo progetto realizzato da Moriondo, che si appoggiò alla ditta di Desiderio Pavoni per la produzione in serie delle macchinette del caffè. Questo mise le basi per un maggior interesse sia dell'opinione pubblica che della stampa per questi nuovi dispositivi per la produzione del caffè. La ditta "La Pavoni S.p.A." assunse quindi il brevetto per la produzione in serie delle macchinette del caffè. La prima macchinetta prodotta si serviva di un fornello a gas che manteneva la pressione all'interno di una caldaia. Veniva commercializzata con il nome di "Ideale".

Furono poi prodotte anche per uso domestico, inizialmente senza leva, meccanismo destinato solo a quelle professionali usate nei bar. Nel 1977 un'azienda milanese, la "Gaggia S.p.A.", iniziò a produrre macchinette a leva anche per l'uso casalingo. Sempre la stessa azienda nel 1938 progettò la macchinetta a pressione, che permetteva di ottenere l'espresso tipico dei bar moderni: con la crema e una maggiore densità del caffè. La novità rispetto alle precedenti macchinette era proprio il funzionamento a pressione, che sfruttava cioè un meccanismo di pistoni che spingevano l'acqua nella polvere di caffè. Successivamente la produzione di macchinette del caffè divenne sempre più industrializzata e sempre più avanzata a livello tecnologico. 

Nel 1933 fu prodotta per la prima volta la "moka", il caratteristico dispositivo per la produzione del caffè all'italiana inventato da Alfonso Bialetti. Il primo strumento di questo tipo fu chiamato "Moka Express" ed era fatto prevalentemente in alluminio. Oggi, invece, la moka viene prodotta in acciaio, nonostante abbia lo stesso meccanismo di funzionamento del primo prototipo inventato. La moka è diventata oggi un oggetto molto diffuso ed utilizzato, tanto che si stima che siano più di 100 milioni i pezzi prodotti fino ad oggi. 

Caffè nell'Italia di oggi

Oggi il caffè è una bevanda simbolo dell'Italia, venduto in quasi 150.000 bar che si stima producano tutti i giorni 175 tazzine di caffè espresso in ciascun locale. 

Nel 2015 è stato avviato il progetto "ISSpresso", che mirava alla produzione del caffè anche in assenza di gravità. In seguito a questo, è stato possibile produrre una macchinetta che può servire il caffè anche nella Stazione Spaziale Internazionale. 

Oggi la coltivazione del caffè avviene raramente nel territorio italiano, nonostante la bevanda sia insostituibile per la maggior parte degli italiani. Per questo motivo, in Sicilia è stato fondato il primo caffè completamente prodotto in Italia, dalla prima coltivazione alla trasformazione. Le piante vengono coltivate nelle campagne di Palermo, e nei d'intorni della città avviene anche il processo di torrefazione. Le piante usate sono di origine araba e la raccolta dei frutti avviene manualmente in modo da operare una selezione accurata del prodotto. Ogni fase del processo produttivo avviene in Italia, e utilizza anche gli scarti in genere eliminati della produzione del caffè. Infatti, con la buccia delle bacche si produce una tisana al caffè. La commercializzazione di questo prodotto non è ancora ufficiale ma l'obiettivo è quello di farlo diffondere su scala nazionale. 

 

 

 

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