L'intolleranza al lattosio è un problema molto diffuso ed è sicuramente un problema reale, anche se troppo spesso viene pompato a dismisura per motivi commerciali. Negli ultimi anni sono nati moltissimi prodotti senza lattosio, che hanno affiancato il latte delattosato, presente da decenni sugli scaffali del supermercato: yogurt senza lattosio, mascarpone senza lattosio, ricotta senza lattosio, ecc.
Oggi parliamo di gelato senza lattosio: scopriremo che esistono gelati naturalmente senza lattosio, ai quali sono stati affiancati, negli ultimi anni, prodotti specifici per chi soffre di intolleranze di vario genere, o semplicemente per chi non vuole assumere prodotti di origine animale.
Negli ultimi anni c'è stata una vera e propria esplosione dell'interesse nei confronti di tutte le intolleranze alimentari, compresa ovviamente quella al lattosio. Purtroppo molti soggetti, dai professionisti della salute alle aziende alimentari, hanno sfruttato questo trend dal punto di vista commerciale, generando confusione nel consumatore attento alla salute.
Pensiamo per esempio alla celiachia: da malattia che colpisce una percentuale minima della popolazione, è stata poi "estesa" introducendo l'intolleranza al glutine non celiaca, per arrivare infine alla dieta senza glutine come panacea di quasi tutti i mali (per esempio per la fibromialgia o le malattie autoimmuni).
L'intolleranza al lattosio, insieme a quella al glutine, è in effetti una delle pochissime intolleranze alimentari "reali", quelle per le quali esistono test in grado di diagnosticarle in modo inequivocabile. Con un semplice breath test (il test del respiro) siamo infatti in grado di capire se il nostro organismo è in grado di digerire il lattosio, e più o meno anche in quale quantità. La cosa importante da capire è che siamo tutti un po' intolleranti al lattosio, ovvero che esiste per tutti un limite oltre il quale il nostro organismo non è più in grado di digerire il lattosio che introduciamo. In pochi possono permettersi di bere un litro di latte (che contiene circa 40 g di lattosio) senza avere problemi digestivi. Per molti la soglia tollerabile è molto inferiore, per esempio 100-200 ml (un bicchiere).
C'è anche un'altra cosa molto importante da capire: il nostro corpo adatta la produzione di lattosio in base a quanto ne introduciamo: se non beviamo latte per un anno e poi ci rimettiamo a berlo assiduamente, la probabilità di avere problemi è molto alta. Se al contrario lo reintroduciamo gradualmente, dando tempo al nostro organismo di riadattarsi, ecco che molto probabilmente saremo in grado di gestire quantità di lattosio anche notevoli, senza presentare sintomi. Insomma, intolleranti al lattosio si può diventare, smettendo di bere latte... Ma si può altresì diventare tolleranti, ricomiciando a berlo.
Il gelato è costituito spesso (non sempre) da una base contenente panna e/o latte, prodotti che contengono lattosio in quantità non minimale. Tutti i gelati con base panna o base crema (in questi ultimi oltre alla panna abbiamo anche la presenza di uova) contengono lattosio. Parliamo ovviamente del gusto fiordilatte, ma anche dei gusti alla frutta secca, del cioccolato "tradizionale", e di tutti i gusti derivati da essi. Se escludiamo le eccezioni di cui parleremo in seguito, possiamo tranquillamente dire che nel dubbio, un intollerante dovrebbe escludere tutti i gusti diversi da quelli alla frutta.
I gusti con base panna o crema possono essere tollerati solamente da chi non è di fatto un vero intollerante, perché ha una intolleranza molto lieve (riesce per esempio a tollerare 50 g di latte), e solamente in quantità ridotta.
Esiste un tipo di gelato che non contiene latte o derivati del latte: sono i sorbetti, ovvero i gelati con base acqua. Si tratta di tutti i gelati alla frutta, ma non solo. Sempre più spesso vengono prodotti altri tipi di gelati con la cosiddetta "base acqua": si tratta di quei gusti che prevedono l'utilizzo di un ingrediente ricco di grassi, che può quindi sostituire il latte come fonte di lipidi, necessari per la produzione di un gelato cremoso.
Il cioccolato, per esempio, può essere prodotto in versione sorbetto, ma anche il pistacchio, la nocciola e tutti i gusti a base di frutta secca. Questi gusti li possiamo trovare tranquillamente anche nelle gelaterie che non scelgono di produrre una linea specifica per gli intolleranti. Soprattutto il sorbetto al cioccolato viene prodotto regolarmente da molte gelaterie, senza per forza essere destinato agli intolleranti al lattosio o ai vegani.
Un'altra strategia per produrre gelato senza lattosio prevede di utiizzare il latte vegetale al posto di quello vaccino. Molte gelaterie già lo propongono, grazie al fatto che oggi questo tipo di proodotto è apprezzato anche dai vegani, e non solo dagli intolleranti al lattosio.
Anche le grandi aziende hanno adottato questa strategia negli ultimi anni, proponendo gelati senza lattosio che si possono acquistare al supermercato nel reparto surgelati: per esempio il gelato di Valsoia, o la linea di gelati vegetali di Granarolo, o il gelato con latte di riso di Scotti.
Concludendo, chi è intollerante al lattosio ha un'ampia possibilità di scelta: può puntare su tutti i sorbetti, siano essi confezionati o proposti da gelaterie artigianali, oppure può puntare sui prodotti specifici senza lattosio, sfruttando l'offerta ormai molto ampia delle grandi aziende che vendono i loro proodotti al supermercato, oppure selezionando quelle gelaterie artigianali che offrono al cliente la possibilità di scegliere gelati senza lattosio, in genere prodotti con latte vegetale.
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