La melata è una secrezione zuccherina prodotta da una famiglia di insetti parassiti, i Rincoti (cocciniglie, afidi, cicaline...) provvisti di un apparato boccale pungente e succhiatore che riesce a penetrare nei tessuti della pianta ospite. In questo modo gli afidi si nutrono della linfa delle piante, ma non trattengono tutto lo zucchero, dunque la sostanza espellono è liquido vischioso e denso, ancora molto ricco di zuccheri, che l'ape può bottinare e trasformare in miele: il miele di melata, appunto. Anche alcuni bruchi di farfalle e di falene possono produrre melata.
In quanto tale la melata è una rovina per le piante, infatti essendo molto densa e vischiosa chiude i pori delle foglie e dei rami e non li lascia "respirare", inoltre fa da substrato per la crescita di funghi e muffe molto fastidiosi per le piante: i giardinieri solitamente odiano la melata!
Solitamente la melata (soprattutto quella di bosco e di abete) viene prodotta nelle zone montane, soprattutto in quelle dove abbondano le foreste di conifere (abeti, pini) la specie più colpita dagli insetti Rincoti. Sono zone dove, fondamentalmente, mancano le piante nettarifere e i fiori che normalmente provvedono a fornire il nettare di cui si nutrono gli insetti e da cui le api ricavano il classico miele di nettare. La melata di Metcalfa viene prodotta un po' ovunque, anche in pianura.
La melata viene prodotta a partire da queste piante principali: abeti, pini, larici, tigli, querce, aceri; ma si può essere prodotta essenzialmente da tutte le specie botaniche che sono infestate dagli insetti produttori di melata.
Oltre a miele di melata può essere chiamato anche miele di bosco, se l'apicoltore non è sicuro del fatto che la melata è stata prodotta prevalentemente da una specie botanica, in genere perché il bosco in cui viene prodotta contiene alberi di specie differenti.
Esiste poi un altro tipo di miele di melata, che non prende il nome dalla pianta sulla quale è prodotto, bensì dall'afide che produce la melata: la melata di Metcalfa, prodotta dal'afide Metcalfa pruinosa, la cui produzione è crollata negli ultimi anni, a causa della lotta senza quartiere che gli agricoltori hanno instaurato con questo insetto, particolarmente dannoso per le coltivazioni.
La melata è un miele che non cristallizza, a causa dell'elevato contenuto in fruttosio. Quasi sempre è un miele che ha un'umidità molto bassa e quindi si presenta in forma densa, di colore molto scuro, quasi nero, con riflessi verdognoli. Il suo contenuto in zuccheri è più o meno simile a quello del classico miele, non tanto in riferimento al glucosio e al fruttosio, ma perchè contiene concentrazioni non trascurabili di oligosaccaridi come melizitoso, erloso, raffinoso e treaoloso.
Il miele di melata di abete è senz'altro il più pregiato tra i mieli di melata: ha un aroma balsamico, erbaceo, con note di legno, possiede anche note caramellate e affumicate.
La melata di metcalfa è simile, ma non presenta le note balsamiche e affumicate, ha aromi più vegetali, caramellati, di liquerizia. È meno fresca e più stucchevole della melata di abete e, in genere, ritenuta meno pregiata.
Entrambe contengono molti sali minerali, in relazione agli altri mieli. In assoluto, la quantità rimane comunque abbastanza bassa e non fa della melata un alimento particolarmente ricco di sali minerali. Per questo i degustatori a volte avvertono il sapore leggermente salato di questi mieli.
Per la normativa sia il miele di nettare che il miele di melata possono essere chiamati "miele" in etichetta e commercializzati in quanto tali, quindi i due prodotti sono stati equiparati (D.L.vo 179/2004).
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