Gli storioni sono pesci molto antichi, il cui aspetto deve essere molto simile a quello dei primi pesci ossei primitivi, attualmente sono talmente rari da essere considerati dei veri e propri fossili viventi. Esistono numerose specie di storione: lo storione beluga, lo storione bianco, lo storione cobice, lo storione pallido, lo storione russo, lo storione stellato... E lo storione comune, il più diffuso nel mar Mediterraneo, quello di cui andrò a trattare in questo articolo.
L' acipenser sturio, noto volgarmente come storione comune, è il più grande pesce d'acqua dolce e salmastra diffuso in Europa. La sua forma ricorda quella dello squalo anche se appare meno slanciato e meno aggraziato nei movimenti.
Lo storione ha un muso allungato, di una lunghezza pari a quasi la metà del corpo, una bocca priva di denti ma tubiforme e protrattile che si ciba delle prede aspirandole, e possiede 4 barbigli sul mento. Sul corpo sono presenti numerosi scudi, sia sul ventre che sul dorso, che ai lati. Le sue pinne sono dotate di raggi alcuni dei quali ossei. La livrea dello storione è bruna, grigia o verdastra sul dorso e più chiara ai lati e sul ventre.
Lo storione passa la vita nella parte di mare vicino alle lagune o agli estuari, risalendo il corso dei fiumi quando si avvicina il periodo della riproduzione che avviene sempre in acque dolci. Lo storione compie delle migrazioni di più di mille chilometri, e nei mesi da aprile a luglio penetra nei fiumi dove la femmina depone oltre 2 milioni di uova di colore nerastro sul fondo. I giovani appena nati in autunno ritornano verso il mare, mentre gli adulti lo fanno subito dopo aver deposto le uova.
Lo storione è diffuso nell'Oceano Atlantico orientale e nel mar Mediterraneo. Vive in acque costiere poco profonde, fino ad un massimo di 150 metri, e predilige i fondali sabbiosi. Quando risale i fiumi, invece, preferisce fondali melmosi e correnti lente. In Italia lo storione è una specie autoctona, che fino alla fine dell'Ottocento era molto abbondante soprattutto nel mar Adriatico e nel Po e nel Golfo di Palermo e nel fiume siciliano Oreto. Attualmente è quasi del tutto scomparso, ne è stata tuttavia segnalata una scarsa presenza in tutti i principali immissari del mar Adriatico e del mar Tirreno.
Due fattori principali hanno fatto sì che lo storione sia attualmente una specie fortemente a rischio di estinzione: il crescente inquinamento dei fiumi e l'eccessiva sovrapesca, dovuta in parte all'elevata qualità delle carni dello storione, ma soprattutto al fatto che dalle sue uova si ricava il pregiato caviale.
La lista rossa dello IUCN [http://www.iucnredlist.org/] lo definisce critically endangered, il passo immediatamente precedente al rischio d'estinzione.
Dato il pericolo d'estinzione di questa specie, lo storione in Italia è stato definito specie protetta e la sua pesca è severamente vietata a meno che non si soddisfino certe condizioni: che l'esemplare abbia superato il metro di lunghezza e che stia nuotando nei fiumi lombardi. In passato, invece, la sua cattura avveniva con reti a strascico. Sempre in Lombardia si è iniziato da qualche anno ad allevare lo storione, anche se la specie scelta non è l'acipenser sturio, bensì lo storione bianco, proveniente dal Nord America.
Lo storione, che difficilmente troveremo fresco sul bancone del pesce, proviene principalmente dagli allevamenti lombardi. Viene commercializzato sia al naturale che affumicato e venduto a tranci. Le sue carni sono molto prelibate, bianche e ricche di omega 3 e di proteine. Le preparazioni più adatte allo storione sono simili a quelle con cui si cucina il tonno: alla brace o in padella, ma è ottimo anche stufato. Per ulteriori approfondimenti sullo storione rimando alla pagina del caviale.
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