Valori nutrizionali della barbabietola cruda
Valori nutrizionali della barbabietola cotta al forno
La barbabietola è una pianta che si presenta in diverse forme. Quella più conosciuta è la barbabietola da orto, che si presenta sul mercato sottoforma di bieta o coste, costituita dalle foglie della pianta, mentre con il termine barbabietola o rapa rossa si intende la radice della pianta.
Altre varietà di barbabietola sono quella da zucchero e quella da foraggio.
La barbabietola fa parte di quegli ortaggi molto ricchi di zuccheri semplici, che hanno uno spiccato sapore dolce, il quale li rende piuttosto lontani dai nostri gusti, e di conseguenza ne limita il consumo. Tuttavia, proprio la loro dolcezza e la ricchezza del loro sapore li rende ingredienti strategici per preparare ottime insalate in breve tempo, visto che sul mercato si trovano già cotte, pronte per il consumo.
La barbabietola, insieme alla zucca, alla patata americana (molto più rara) e alle cipolle, va a costituire la gamma di ortaggi già cotti che vengono venduti in tutti i supermercati e in moltissimi fruttivendoli, i quali li acquistano da aziende specializzate che cucinano questi ortaggi e li vendono in cassette preconfezionate. La barbabietola può essere cotta al forno oppure al vapore. Quella cotta al vapore non perde molta acqua in cottura e mantiene circa il peso e le caratteristiche nutritive della barbabietola cruda, cioè 20 kcal per 100 g. La barbabietola cotta al forno perde acqua concentrando gli zuccheri e aumentando le sue calorie fino a 40 kcal per 100 g, inoltre gli zuccheri in superficie caramellano donando aromi di cottura molto vari e conferendo una nota amara (del caramello) che rende la rapa molto più gustosa. Consiglio senz'altro di acquistare la rapa cotta al forno piuttosto di quella al vapore o bollita.
La barbabietola cotta ha uno spiccato gusto dolce, una nota vegetale molto spiccata ("terrosa", a ricordare che si tratta di una radice sotterranea...), lievemente acida e, nel caso sia cotta al forno, amarognola vicino alla superficie. Tende ad essere piuttosto stucchevole e a stancare molto in fretta, dunque è un prodotto che va abbinato sfruttandone le ceratteristiche organolettiche. A chi non ama il suo sapore, consiglio di acquistarla e utilizzarla nelle insalate che propongo in misura ridotta, per poi aumentare gradualmente, e di assaggiarne sempre un pezzo al naturale prima di metterla nell'insalata. In breve tempo vi innamorerete di questo ortaggio... Se non provate, non lo saprete mai.
Essendo un prodotto spiccatamente dolce, si abbina alla perfezione (per contrasto) con le verdure amare come il radicchio rosso. Un'altro abbinamento per contrasto, ma questa volta dolce/acido, è con i latticini mediamente grassi (ricotta, formaggio spalmabile light, fiocchi di latte, yogurt greco intero).
L'aroma della barbabietola si sposa incredibilmente bene con i latticini freschi, esaltandone l'aroma di panna. Incredibilmente, non tutti i latticini sono in grado di esaltare l'aroma di questo ortaggio, mi è capitato per esempio di abbinarlo a due ricotte diverse ottenendo risultati opposti dal punto di vista della piacevolezza. Si tratta quindi di fare diversi tentativi, giocando con gli abbinamenti.
La barbabietola cotta al forno può quindi essere tagliata a fette (dopo averla sbucciata) e consumata così, abbinata ai latticini di cui sopra, oppure ulteriormente tagliata a strisce lunghe 2-3 cm, e larghe 1/2 cm, e messa in insalata. Le insalate devono essere condite con un ingrediente acido (senape, aceto, limone, arancia) e un ingrediente grasso (olio extravergine, panna acida, yogurt greco intero, formaggio spamabile light, ecc). Quando si tratta di dover contrastare un cibo stucchevole perché dolce come la barbabietola, gli ingredienti piccanti come la senape o la cipolla sono alleati quasi insostituibili, anche se vanno dosati con oculatezza.
Il succo di barbabietola viene spesso annoverato nell'elenco dei Superfood, o alimenti miracolosi, anche se solamente secondo alcune logiche commerciali non sostenute da basi scientifiche, per la sua presunta capacità di riequilibrare la pressione sanguigna.
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